CANADIAN OPEN – Fabio si prende un set, poi stritola Baghdatis (che aveva giocato bene a Washington) e adesso sfida Gulbis. Seppi sciupa qualcosa e cede a Kei Nishikori.
Andreas Seppi è stato a cinque punti dal successo contro Kei Nishikori
Di Riccardo Bisti – 7 agosto 2013
79 minuti per un match di tre set: Fabio Fognini è capace anche di questo. Ma ciò che conta è il risultato, e Fabio non ha tradito. C’è grande attesa per il suo rendimento sui campi veloci, in particolare sul cemento. E’ qui che si giocherà le chance di entrare tra i primi 10. Si è convinto di potercela fare e sa che ogni chance passerà da questi strani nomi: Decoturf, Plexipave, Plexicushion. Se la terra rossa è casa sua, il cemento non può essere una terra estranea. A una settimana dalla finale di Umago, in cui sembrava svuotato di energie, Fabio si è presentato a Montreal con voglia di lottare. E poi il Canada francofono gli evoca grandi ricordi: fu proprio a Montreal, nel 2007, che giocò uno splendido torneo, passando le qualificazioni e battendo un acciaccato Andy Murray (lo stesso che potrebbe trovare negli ottavi) prima di gustarsi il proscenio del Campo Centrale contro Roger Federer. Tanti appassionati capirono allora che Fognini poteva diventare un ottimo giocatore. Erano gli anni della rivalità tra Filippo Volandri e Potito Starace, fortemente incentrata sulla terra battuta. Fognini, spinto da coach Leonardi Caperchi (che ha recentemente assunto un importante incarico presso l’accademia di Rick Macci a Boca Raton: auguri!), capì ben presto che i challenger sotto casa servono per diventare ottimi giocatori. Per diventare campioni, ci vuole altro. Ed eccolo a Montreal, dove ha giocato un match schizofrenico contro Marcos Baghdatis, battuto con il punteggio di 1-6 6-1 6-1. Se è vero che il cipriota non è più quello di un tempo, ed è stato “addolcito” da matrimonio e paternità, resta pur sempre un ottimo giocatore da cemento.
E poi è reduce da un buonissimo torneo a Washington, dove aveva battuto Lacko e spazzato via Nishikori prima di perdere in tre set contro John Isner. Insomma, un giocatore in forma e con più ore di cemento sulle gambe. In effetti, nel primo set, Fognini ha faticato a entrare in partita. Poi la partita è lentamente girata e ha visto Fognini aggiudicarsi tutti i punti più importanti e rispettare lo status (da brivido) di numero 13 del tabellone. Adesso ci sarà un match ancora più delicato contro l’imprevedibile Ernests Gulbis. Gli scontri diretti sono favorevoli al lèttone, che ne ha vinti due su tre. Ernests si è imposto nel 2008 in Coppa Davis (nel match del “gran rifiuto” di Simone Bolelli) e nel 2011 a Nizza, mentre Fognini si è imposto nel 2009 a Shanghai (a proposito di programmazioni ambiziose). Ci sarà da divertirsi: basti pensare che Fognini e Gulbis erano stati identificati dal guru americano Peter Bodo come due dei quattro giocatori che possono rendere più interessante il tennis (gli altri due erano Grigor Dimitrov e Benoit Paire). Peccato che il match sia stato collocato su un campo non coperto dalle telecamere. Ma ci può stare, visto che i canadesi provano a legittimare il loro piazzamento in semifinale di Coppa Davis con ben quattro giocatori al secondo turno (Raonic, Levine, Pospisil e Dancevic).
Ci può stare anche la sconfitta di Andreas Seppi, che al calar delle prime ombre ha perso tra mille rimpianti contro Kei Nishikori. Ora: l’azzurro ci avrebbe messo la firma per batterlo a Wimbledon e perderci in Canada, come poi è effettivamente successo, ma in campo non pensi a queste cose. E Andreas è stato ad un passo dal successo contro un giocatore che non gli dà fastidio sul piano tattico. Nishikori ha un palleggio solido ma consente a Seppi di giocare tanti colpi, di mettere a pieno regime il motore. Andreas ha giocato una buona partita fino al 6-4 4-4, quando ha avuto due palle break che lo avrebbero mandato a servire per il match. Non le ha sfruttate e il match è rapidamente girato, senza una vera ragione. Seppi non stava bene in campo, qualche smorfia ha rivelato un certo disagio, peraltro già mostrato il giorno prima contro Lukas Rosol. Nel terzo set è rapidamente finito in svantaggio 3-0, poi sul 3-1 ha avuto un’opportunità per rimettere in sesto la partita. Mancata l’ultima palla break, si è rapidamente sciolto e ha salutato Montreal. Il Nord America non ha mai portato fortuna a Seppi (come migliori risultati vanta un ottavo a Miami, un terzo turno allo Us Open e uno a Cincinnati), ma almeno si è aggiudicato la prima partita in carriera al Canadian Open. Nella speranza di trovare un tabellone abbordabile a Cincinnati.
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