In circa dieci anni di carriera ad alti livelli, di occasioni Fabio Fognini se n’è lasciate sfuggire tante. A volte per demeriti suoi, altre per merito degli avversari, ma con i 30 anni dietro l’angolo di tempo da perdere ce n’è sempre meno. Ora le chance vanno colte al volo, proprio come il ligure sta facendo all’ATP 250 di Mosca. Un tabellone favorevole ha reso la semifinale alla sua portata, e Fabio è andato a prendersela con tre belle vittorie, prima su Ricardas Berankis, poi nel derby con Paolo Lorenzi e quindi contro Albert Ramos-Vinolas, la sua vittima preferita nel circuito. Lo spagnolo sta vivendo un grande 2016: ha vinto a Bastad il suo primo titolo ATP, è arrivato in finale a Chengdu e ai quarti al Roland Garros, entrando fra i primi 30 del mondo. Ma tennisticamente Fabio resta avanti anni luce, tanto che agli otto precedenti favorevoli (su otto) ha aggiunto uno splendido 6-2 6-2, in un’ora e 14 minuti di dominio a tutto campo. Il motivo è semplicissimo: Ramos-Vinolas non ha alcuna arma per fargli male. Sull’uno-due non c’è stato (e mai ci sarà) paragone, sugli scambi lunghi le gambe di Fognini vanno al doppio, e i “cariconi” mancini sul suo rovescio gli fanno poco più del solletico, chiedere a Rafael Nadal per conferma. Dunque la conclusione è come una legge: se braccio e testa vanno d’accordo non può esserci partita, nemmeno con una prima di servizio che entra meno di una volta su due. Un problema da risolvere per i prossimi incontri, ma rapidamente dimenticato con un diritto a valanga, da una ventina di colpi vincenti in tutte le salse: lungolinea, incrociato, da fermo, in corsa, in allungo e chi più ne ha più ne metta. Quando funziona a dovere, può bastare per vincere gli incontri.
LA RUSSIA E QUEI POLSINI DEL PARK
Non è un caso che nel corso del match Fabio abbia attraversato un solo momento complicato, in avvio di secondo set, proprio quando il diritto ha fruttato più errori che vincenti, costringendolo a cedere un po’ di campo. Si è subito fatto recuperare il break trovato nel primo game (come già nel set precedente) e dopo tre giochi lunghi e combattuti si è trovato sotto 2-1, quando poteva benissimo essere avanti 3-0. Lì qualcosa avrebbe potuto rompersi, un paio di errori in più e il set cambiava faccia, invece Fabio è stato attentissimo (e fortunato) a cancellare una palla-break con uno splendido diritto che ha pizzicato la riga, e poi è tornato subito al comando. Con un paio di miracoli il break se l’è preso lui nel quinto game, siglandolo con un passante incrociato di rovescio a quasi 150 all’ora, giocato con i piedi ben lontani dalla linea di fondo. E poi è scappato via: 4-2, nuovo break e 5-2, 6-2, con un altro passante di rovescio e l’applauso a rete del catalano, a guidarlo verso un traguardo tutt’altro che banale. È vero che di semifinali ATP il tennista di Arma di Taggia ne ha giocate oltre venti, ma sul cemento quella di sabato (contro Kohlschreiber o Bellucci) sarà soltanto la terza, indoor addirittura la seconda. Curiosamente, la prima arrivò quattro anni fa a San Pietroburgo, quando si spinse anche in finale prima di arrendersi a Martin Klizan. Segno che la Russia gli porta fortuna, come la scelta di indossare da martedì un polsino giallo e l’altro blu, i colori sociali del suo Park Tc di Genova, che la scorsa domenica ha iniziato con un successo il Campionato di Serie A1. Fabio non c’era, ma dalla Russia ha inviato ai compagni un videomessaggio di complimenti. La speranza è che i genovesi possano ricambiare domenica da Schio, magari per applaudirne il quinto titolo ATP. Ancora lontano, ma sempre più vicino.
ATP 250 MOSCA – Quarti di finale
Fabio Fognini (ITA) b. Albert Ramos-Vinolas (ESP) 6-2 6-2
FABIO RESTA TOP-50: LA CLASSIFICA ATP IN DIRETTA
RAMOS, LA VITTIMA PREFERITA: BATTUTO 9 VOLTE SU 9
Fognini deluxe a Mosca: vola in semifinale
Alla Kremlin Cup match splendido dell’azzurro, che spara una ventina di vincenti col diritto, annichilisce la sua vittima preferita Albert Ramos con un doppio 6-2 e conquista la seconda semifinale in carriera sul veloce indoor. La Russia gli porta bene: l’altra la giocò (e vinse) nel 2012 a San Pietroburgo. Per ripetersi dovrà battere Bellucci o Kohlschreiber.