Grande equilibrio del derby azzurro. La spunta Fognini in tre set, vincendo…”Alla Seppi”. La notizia sta tutta qui. Questo Fognini non deve porsi limiti perché possiede qualità infinite.
Terza vittoria consecutiva di Fabio Fognini contro Andreas Seppi
Di Riccardo Bisti – 15 aprile 2013
C’è quella parolina magica, di cinque lettere, che manda all’aria qualsiasi ragionamento razionale. Lo sanno bene i tifosi di calcio, lo hanno capito anche gli appassionati di tennis che hanno affollato il Campo dei Principi di Monte Carlo, dove è andato in scena il Derby d’Italia tra Andreas Seppi e Fabio Fognini. L’importanza e i temi tecnico-tattici erano stati egregiamente anticipati dai coach che hanno "giocato" il match per noi (a proposito, si è quasi interamente verificato il secondo "film" immaginato da Luca Bottazzi). Tutti hanno posto l’accento sulla difficoltà di giocare sulla terra battuta dopo tanti mesi di cemento, tutti avevano detto che i meccanismi psicologici sarebbero stati imprevedibili. E così è stato. Ha detto bene Massimo Puci: “Fossi uno scommettitore, non giocherei mai su questa partita”. Chi si è avventurato nel puntare qualche euro, a fine partita sarà stato più sfibrato di Fabio e Andreas. La notizia (perché la notizia c’è) è che ha vinto Fognini, imponendosi col punteggio di 3-6 6-4 6-4. Non è tanto sorprendente che abbia vinto il ligure (in fondo aveva vinto gli ultimi scontri diretti), quanto il modo in cui è maturato il risultato. Fognini ha vinto la partita come avrebbe dovuto vincerla Seppi. Sotto di un set e di un break, il ligure ha vinto cinque giochi di fila che hanno rovesciato gli equilibri. Allo scatto finale, è stato più solido, restando concentrato anche dopo i “soliti” errori di distrazione. La novità – bella, gustosa, promettente – è che Fognini inizia a vincere in un modo che non gli è abituale. In fondo, le sue ultime sconfitte sono tutte contro fenomeni: tre contro Ferrer (Buenos Aires, Acapulco e Miami), una contro Djokovic (Indian Wells) e l’ultima contro il bombardiere Milos Raonic, nella tana del nemico. Fabio inizia ad essere regolare, a vincere le partite che deve vincere. E anche qualcosa di più.
Contro Seppi poteva perdere e nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Nemmeno dopo un inizio sprint (3-0 e doppio break) e sei game consecutivi dell’altoatesino, che ha giocato la sua partita cercando di tenere invariata la routine e non pensare a chi aveva di fronte. Nei primi 40-45 minuti, Fognini era nervoso, andava di fretta tra un punto e l’altro. Ma ormai ha sviluppato anticorpi talmente forti da non subire particolari contraccolpi. Fognini è come McEnroe e Ivanisevic. Con l’americano condivide la capacità di giocare benissimo dopo una solenne arrabbiatura. Con il croato condivide i dilemmi interiori, il giocare contro 4-5 avversari in ogni partita. Il mix può essere micidiale, tanto per sé quanto per gli avversari. Sul 3-3 del secondo set si è fatto brekkare e il match sembrava indirizzato verso Caldaro. Dal 6-3 4-3 e servizio Seppi, invece, sono arrivati cinque giochi consecutivi che hanno cambiato tutto. Vedevi la partita e non capivi nulla, perché i due cercavano di essere ordinati nella tattica e nel modo di stare in campo, ma poi il punteggio viveva su un’impressionante altalena. Dall’1-0 al 3-2 Fognini nel terzo ci sono stati quattro break consecutivi. Quando il match sembrava tornato sui binari dell’equilibrio e tutti si aspettavano l’arrivo al fotofinish, Seppi è andato a servire sul 4-5. Due errori di misura lo hanno portato sullo 0-30, ha rimontato ma è sempre stato in affanno. Sul primo matchpoint, Fognini steccava una risposta, sul secondo metteva un rovescio in corridoio, ma il terzo era quello buono. Un bel dritto incrociato costringeva Seppi alla resa e lo spingeva al secondo turno contro il vincente di Stepanek-Ramos. Insomma, il terzo turno è tutt’altro che impossibile.
Dovesse farcela, eguaglierebbe la miglior prestazione nel Principato, risalente al 2009. Quell’anno partì dalle qualificazioni e giunse al terzo turno, quando giocò un’ottima partita (con un mucchio di occasioni sprecate) contro Andy Murray. Questo Fognini sembra pronto a fare un salto di qualità importante. Guai porsi limiti, anche perché i limiti sono convenzioni auto-imposte. Sul piano strettamente tecnico, Fognini non ha nulla da invidiare a gente che si trova tra i primi 10-15. La notizia è che sta aggiustando quegli aspetti in cui – invece – non valeva un posto tra i primi 100. E allora può darci soddisfazioni insperate. Lo sa anche Seppi, che a Monte Carlo non ha mai avuto fortuna (mai oltre il secondo turno in nove partecipazioni). Poteva intascare punti preziosi in vista delle cambiali in scadenza, ma non gli è andata bene. Ma i derby, si sa, sfuggono a qualsiasi logica. Andreas lo ha imparato a proprie spese, ma è troppo esperto per lasciarsi travolgere. Anzi, questa è una delle sue forze.
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