Dovevano giocare martedì, invece la pioggia di Londra li ha fatti iniziare mercoledì e finire giovedì, con la buona notizia che l’ultimo punto (curiosamente solo uno in più a fine match: 141 contro 140) l’ha vinto Fabio Fognini, spuntandola con il punteggio di 6-4 1-6 6-7 6-2 6-3 su Federico Delbonis, nell’anticipo della sfida di Coppa Davis del mese prossimo. Nonostante secondo la classifica l’argentino potesse essere un avversario pericoloso, dato che da numero 38 è un dei primi rimasti fuori dalle teste di serie, le sue caratteristiche dicevano esattamente l’opposto: movimenti piuttosto macchinosi, aperture ampie, poca varietà al servizio. Non proprio il tennis ideale per giocare sull’erba, come confermato dallo 0-4 in carriera sui prati. E infatti, nei frangenti in cui Fognini ci ha messo la testa, non c’è assolutamente stata partita, con una disparità di tennis enorme. L’argentino si dannava, correva, colpiva senza particolari risultati, il suo campo pareva immenso. Quello di Fognini, invece, sembrava un tavolino dove infilare una palla talmente piccola da non poter sbagliare. Peccato però che, come spesso accade, ci siano stati almeno altrettanti momenti in cui l’azzurro si è perso, trovandosi costretto, sul piccolo Campo 11 dell’All England Club, a dover lottare fino al quinto set. Ma dopotutto nel tennis conta il risultato e quello dà ragione all’azzurro, tornato a una vittoria che gli mancava addirittura dal Masters 1000 di Madrid, da quasi due mesi, da quel match contro Bernard Tomic diventato famoso per la scelta dell’australiano (che continua a far parlare di sé) di rispondere sul match-point impugnando la racchetta dalla parte del piatto corde.
Con la sua Pure Drive verde e nera, edizione speciale che come di consueto Babolat consegna ai suoi testimonial per i Championships, l’azzurro è ripartito dal 4-1 (sopra) del terzo set, dopo la sospensione di ieri per pioggia. Uno stop che non gli ha fatto bene, visto che il set che sembrava ipotecato è finito nelle mani dell’avversario, in un tie-break mai in discussione. E poi è continuata l’altalena: da male a bene, per dominare rapidamente il quarto set, quindi di nuovo in difficoltà, per finire sotto 3-0 al quinto con un break preso di fretta, senza un vero perché e senza mezzo merito dell’avversario. Fognini si è arrabbiato, ha scagliato una palla lontano dal campo, ma fortunatamente l’episodio è servito a farlo (ri)svegliare. La differenza tecnica è talmente ampia che gli è bastato metterci tanta attenzione, e ridurre gli errori, per ribaltare il set senza particolari difficoltà, con un parziale di 24 punti a 8. Così ha colto la sua prima vittoria ufficiale da signor Pennetta, proprio davanti alla neo-moglie, in tribuna insieme ad alcuni parenti di Fabio. Per Fognini un secondo turno interessante contro Feliciano Lopez, uno degli specialisti dei prati. A Wimbledon il veterano spagnolo ha giocato tre quarti di finale, e contro Fabio ha vinto in tre set l’unico precedente, lo scorso anno negli ottavi di finale dello Us Open. Ma se c’è un giocatore che ha le armi tecniche per non accusare il suo serve&volley, quello è Fognini. A patto che ci metta la testa dal primo minuto. Perché contro Lopez, sull’erba, ogni break subito equivale (o quasi) a un set perso.
WIMBLEDON 2016 – Primo turno uomini
Fabio Fognini (ITA) b. Federico Delbonis (ARG) 6-4 1-6 6-7 6-2 6-3
Fognini ci mette la testa (in tempo)
Fabio si complica tremendamente la vita contro l’argentino Delbonis: va sotto 2 set a 1, poi 3-0 al quinto, quindi finalmente torna in carreggiata. Gli basta un po’ di attenzione per vincere 6 giochi di fila e regalarsi il primo successo da sposato. Secondo turno intrigante con Feliciano Lopez.