Nel derby di primo turno tra Andreas e Fabio, l’altoatesino vince 6-0 6-3 ma il ligure gioca a mezza velocità per il problema al polso…

dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

 

Il derby c’è stato a metà. Perché solo a mezza velocità ha potuto giocare Fabio Fognini. Seppi invece è andato via veloce, come un direttissimo. In realtà il match ha detto poco e ha lasciato poco da dire. Un paio di considerazioni, oltre la fredda cronaca, oltre ai 9 punti fatti in tutto il primo set, restano. La prima. Seppi sembra in palla, sembra tirare forte, andare bene sulla palla e accelerare deciso appena può. Il tutto retto da un “sembra” figlio della considerazione numero 2. Il Fognini a mezza velocità non era una metafora. La velocità di palla di “Fogna”, quella solita, cui lui è abituato e ci ha abituato, non è neanche paragonabile a quella vista in campo oggi. Un paio, non di più le accelerazioni che portavano il suo marchio di fabbrica. Il polso certamente non è guarito e al momento dell’impatto deve far un gran male. Lo si capisce – come detto – dalle accelerazioni mancate, ma anche dal fatto di non reggere l’innalzarsi del ritmo nello scambio. Bum, bum… out. Bum, bum… rete. “Non voglio prendere scuse o alibi. E’ vero che se ho perso questa partita è colpa del polso ma anche colpa mia che ho deciso di giocarla”. La solita presa di posizione (ma anche di coscienza) molto lucida e molto onesta. Fabio quel che pensa l’ha sempre detto, anche in modi poco diplomatici. Una qualità che però oggidì non crea simpatia negli abitanti del nostro pianeta. Avete presente Mourinho?

 

Detto di Seppi che “sembra” poter aver fatto un bel salto di qualità anche sul rosso, superficie che per caratteristiche (fisiche e tecniche) non gli si confa, non resta che pensare al prossimo turno. Che vede Andy opposto all’altro Andy, lo scozzese Murray: gli specialisti della superficie stanno da un’altra parte, chiaro, ma qui il pronostico non è chiuso quanto il ranking vorrebbe far presagire. La quarta seggiola in classifica conta nulla, perché il rosso, col kilt scozzese, proprio non si abbina.

 

Resta un filo di rammarico perché il match tra azzurri era la vera attrazione di giornata, chiamato a battezzare il Campo Centrale. Battezzare già, perché l’onore di inaugurarlo è toccato a Michael Berrer e Victor Hanescu. Due bei “vecchi” rovesci a uno mano, mancino e curato da coach Caludio Pistolesi quello del tedesco, destrorso quello del rumeno già quarto finalista al Roland Garros. L’ha spuntata quest’ultimo in tre set, costringendo solo a una fugace apparizione dell’allenatore romano sulle tribune di casa. Il programma del centrale coincideva anche con il programma tout-court. Tre match del primo turno del main draw: primo e terzo ok, il secondo vedeva impegnati Janko Tipsarevic, serbo, e Jeremy Chardy. Venti game in tutto, 12 del francese: con meno matematica e più tennis 6-4 6-4.

 

E così, dopo tante parole, scandali, detti e non detti, svisti e mai visti, questo benedetto centrale si è potuto vedere in tutto il suo maestoso, freddo splendore. Impatto visivo ottimo, gradoni ripidi, spalti raccolti sul campo (dice Nadal: “è bello per uno stadio del tennis, senti la gente addosso), scelte cromatiche eleganti e impattanti. Ma… E’ come se mancasse qualcosa. Svolge egregiamente il suo compito di rappresentanza, nel senso che a vederlo fa la sua figura e ti proietta nel clan dei tornei che vantano catini d’eccellenza però manca qualche dettaglio la glassa sulla torta. Un americano qualsiasi (gli sport stellestrisce fanno a gara a chi ha lo stadio più bello) resterebbe sbigottito di fronte all’assenza totale di suite, quelli che lui, l’americano qualsiasi, chiamerebbe luxury box. Non che sia grave, però perché no?

 

DALLE QUALI, IN TRE PER GLI AZZURRI

Un qualificato e un lucky loser per due degli azzurri ancora in gara a Roma 2010. E’ questo il verdetto delle qualificazioni, concluse oggi sui campi laterali del Foro Italico. Per Potito Starace ci sarà il ceco Jan Hajek (terzo match dall’una sul Centrale), mentre a Filippo Volandri toccherà l’austriaco Peter Luczak (sempre sul centrale, sempre domani, ma in sessione serale, 20.30). Infine Simone Bolelli: il ragazzo di Budrio non sarà impegnato di lunedì e incrocerà, anche lui con l’incognita polso, il mancino tedesco Simon Greul. Gli altri qualificati sono Juan Ignacio Chela, Leonardo Mayer, Michael Llodra, Marcel Granollers e Santiago Giraldo.

 


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