La campionessa degli Us Open 2015, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato del caso Djokovic.

Flavia Pennetta ad alcuni giorni dalla chiusura del “caso Djokovic” ha parlato di quanto accaduto in Australia e lo ha fatto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. L’ex numero 6 del ranking mondiale conosce molto bene il venti volte campione Slam e infatti ha esordito in questo modo: “Novak per me è un amico, abbiamo un buon rapporto e ci conosciamo da molto tempo. Inoltre reputo i suoi agenti persone eccellenti ed anche con loro mi trovo bene“.

A proposito della questione, invece, la brindisina ha affermato: “Ho difficoltà a capire come possa essere accaduto tutto ciò. Nole è sempre stato diverso, a partire da ciò che mangia e nellle amicizie. Ha sempre preso decisioni molto personali ma credo sarebbe dovuto rimanere a casa e non porre una sfida all’Australia, che è un Paese totalmente ostile alla sua posizione. Detto questo – ha aggiunto ancora la campionessa degli Us Open 2015 – mi dispiace molto per Djokovic perché è un bravissimo ragazzo e non è un pericolo pubblico. Lo stanno trattando come un criminale e credo sia esagerato“.

Nel corso dell’intervista Flavia poi ha espresso anche il suo comportamento se si fosse trovata nella posizione del campione serbo: “Sarei uscita dall’aeroporto con il visto in tasca, avrei fatto una foto col mio staff e avrei convocato una conferenza stampa nella sala più grande. In quest’ultima avrei detto che ero approdata in Australia per giocare a tennis, che non era mia intenzione far del male a nessuno e che mi dispiaceva essere stata fraintesa. Al termine di ciò avrei affermato arrivederci al prossimo anno“.