di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Due zero doveva essere e due zero è stato, ma mai come questa volta, nelle ultime due finali disputate, abbiamo rischiato di complicarci seriamente la vita. La Flavia Pennetta odierna, infatti, è sembrata risentire non poco delle 137 partite disputate in questo 2010. Contro la 25enne Bethanie Mattek-Sands, eccentrica e adrenalinica numero 1 yankee, la fresca vincitrice del Masters di doppio se l’è vista davvero brutta quando è stata chiamata a fronteggiare un setpoint nel dodicesimo gioco di un primo parziale che l’aveva vista condurre anche per 5-1.
L’avvio della Pennetta è folgorante. Ottenuto il break in apertura al termine di un lunghissimo primo gioco, la brindisina allunga fino al 3-0 ma è costretta a cedere uno dei due break di vantaggio (1-3) al termine di un altro game interminabile, pieno di errori da ambo le parti. La Mattek, però, cede il terzo break di fila alla nostra rappresentante che indovina 3 risposte consecutive, una più efficace dell’altra. Flavia consolida il vantaggio portandosi sul 5-1, per un risultato che, però, non rispecchia i reali valori in campo. La partita è molto più equilibrata di quanto non dica lo score e, difatti, appena cala l’intensità della brindisina, la Signora Sands ne approfitta per riportarsi sotto. Con un doppio fallo, la Pennetta cede il primo dei due break (3-5). Con un comodo dritto a metà campo sparacchiato in corridoio, la brindisina concede la palla per il 5-5 alla numero 58 del mondo che, con un dritto lungolinea pizzica la riga, riportandosi in parità.
Si giunge così al suddetto setpoint in favore della Mattek, avanti 6-5, sul quale la Pennetta improvvisa un rischiosissimo attacco incrociato di dritto, che rimane in campo per pochi centimetri, cui la Mattek risponde con un passante innocuo, facile preda della “nostra”.
E’ il punto che decide il match e, probabilmente, l’intera sfida. Il tiebreak successivo è una vera e propria sagra degli errori. I sette punti (a 4) della Pennetta sono frutto di altrettanti svarioni dell’americana (36 errori gratuiti alla fine del primo set), che fallisce in maniera clamorosa un paio di voleè elementari.
Passato lo spavento, Flavia riacquista la tranquillità smarrita nella parte centrale del primo set. Ad agevolare il suo compito giunge un problema al polpaccio della sua avversaria, che regge il confronto sino al 3-2 in favore dell’azzurra. Gli ultimi 3 game sono un vero e proprio supplizio per Bethanie che, nei suoi turni di battuta, si limita a rimettere la palla in campo. L’americana esce dal campo con le ossa rotte (difficilmente sarà lei l’avversaria della Schiavone domani) ma con la consapevolezza di aver tenuto testa per un’ora e tre quarti a un’avversaria che la sovrasta in classifica.
“E’ stato un match duro, me lo aspettavo – dice la Pennetta al termine del match – Nel primo set non sono stata brava a capitalizzare il vantaggio iniziale, sul 5-2 ho perso un po’ di campo ed aspettavo troppo il suo errore. Per fortuna ho tenuto bene nei punti decisivi, sono soddisfatta e stanca… Recuperare le energie per questa finale non è stato facile, in Fed Cup però ritrovi energie che neppure pensavi di poter tirare fuori. Questo anche grazie al sostegno della squadra, del team e di tutti i tifosi”
A questo punto il sogno della Schiavone di portare all’Italia il terzo punto, appare sempre più vicino. All’indomani del successo di Parigi, che segnò il ritorno in vetta al ranking nazionale, Francesca aveva espresso proprio questo desiderio. Così come lo era stato per Flavia nel 2009 (l’anno della prima Top10 nostrana) è giusto che spetti a Francesca l’onore di concludere il suo “annus mirabilis”, con la soddisfazione di portare a casa il singolare decisivo.
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