ROLAND GARROS – Inspiegabile sconfitta della Pennetta, che crolla alla distanza contro Johanna Larsson. Il tabellone era molto invitante. “Niente scuse: non dovevo farmela scappare”.
Di Riccardo Bisti – 28 maggio 2014
Le cose vanno chiamate con il loro nome. La sconfitta di Flavia Pennetta al secondo turno del Roland Garros è un’occasione buttata dalla finestra. La brindisina aveva un buonissimo tabellone, che sarebbe diventato ancor più succoso con l’eliminazione di Serena Williams, unica giocatrice davvero fuori portata (almeno sulla carta). Ma il Roland Garros 2014 ci sta dicendo che nessuno è imbattibile, salvo (forse) Novak Djokovic, perfetto nei primi due match. La Pennetta ha buttato via il successo contro Johanna Larsson, discreta svedese che in tutto il 2014 non aveva vinto una sola partita WTA prima di battere Maria Kirilenko al primo turno. Non doveva esserci storia, ma qualcosa non è andato. Flavia si è trovata avanti 7-5 3-0 prima di perdere dodici degli ultimi quindici game. Una sconfitta durissima, che la brindisina ha avuto il coraggio e la personalità di affrontare di petto, senza cercare scuse. “Per come si era messa la partita, non dovevo lasciarmela scappare – ha detto – sul piano tattico non ho sbagliato, ma la mia palla non faceva male. Lei è stata molto più aggressiva di me, tutto qui. Sul piano fisico non ho avuto problemi, se sono andata in affanno è solo a causa della tensione”. Una tensione alimentata dal freddo: a Parigi non piove (salvo qualche scroscio che, come martedì, non ha interrotto le partite) ma le condizioni non sono ideali per giocare a tennis. Ma non c’entra nulla con la sconfitta. La Larsson ha avuto il merito di non mollare dopo un parziale di sei giochi a zero per la Pennetta: Avanti 5-4 e servizio nel primo set, la svedese si è fatta risucchiare da sprazzi di buona Flavia. Però ha continuato ad essere aggressiva e ha visto premiare i suoi sforzi.
"TOP-10? ORA NON MI INTERESSA"
Al terzo turno se la vedrà con Eugenie Bouchard, e sale il nervoso. Bouchard al terzo turno, Kerber negli ottavi e una tra Radwanska e Suarez Navarro nei quarti: ottime giocatrici, per carità, ma in uno Slam è come vincere alla lotteria. La verità è che Flavia si è bloccata dopo il trionfo a Indian Wells. In California ha conquistato 1000 punti, mentre da allora ne ha raccolti appena 320. Un po’ pochi per una giocatrice che ambisce a tornare tra le prime dieci. Potrebbe ancora farcela, anche se dipende dai risultati di Ana Ivanovic. Se la serba dovesse perdere entro la prima settimana, Flavia tornerebbe laddove si era infilata cinque anni fa, prima italiana di sempre. “Ma in questo momento non mi interessa nulla”. C’è da capirla: è entrata in una fase in cui i numeri non contano granchè. Pesano di più le vittorie, i trofei, i ricordi da mettere in bacheca. A Parigi avrebbe potuto scrivere una pagina importante della sua storia personale, ma ha fallito. Senza se e senza ma. In tutto questo, c’è qualcosa di positivo: ne è consapevole. E si presenterà sull’erba con le giuste motivazioni. L’evoluzione del suo tennis fa si che le superfici veloci le si addicano in misura maggiore rispetto alla terra battuta. L’impressione è che a questa Pennetta (che un anno fa era fuori dalle top-150, è opportuno ricordarlo) non bisogna chiedere continuità, ma godersi gli exploit quando arrivano. Parigi resterà un’occasione perduta, ma tra pochi giorni si riprende a pedalare.
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