Il fisioterapista e preparatore del TC Milano parla dei maggiori problemi fisici al rientro in campo dopo il lockdown. E sulla possibile riduzione dei team dei pro: “Potrebbe pesare anche a livello psicologico”

Spalla e gomito le articolazioni più a rischio

Il 18 maggio 2020 ha rappresentato una data importante per gli amanti della racchetta, dall’amatore sino al professionista. Da chi ha provato un brivido nel cambiare il proprio grip a chi non vedeva l’ora di sporcare i calzini di terra rossa, la passione per il tennis da Nord a Sud ha riportato in campo tantissimi italiani. Molti, però, hanno dovuto fare i conti con gli inevitabili problemi fisici dettati da tre mesi pieni di lockdown. “Sicuramente c’è stato un incremento di infortuni. Spalla e gomito sono le parti che ne hanno risentito di più – ci racconta Gianluca Tiscione, fisioterapista e preparatore del TC MilanoL’arto superiore è quello che nel tennis ha le articolazioni più sovraeccitate, poi abbiamo riscontrato qualche problema alla schiena per chi ha preso un po’ di peso durante la pausa, parlando di contratture e affaticamento. Il tennis, rispetto ad altri sport, è costituito da ciclicità e frequenze di movimento: pensiamo al servizio, da extrarotazione a intra-rotazione notevole, in allenamento se ne provano centinaia al giorno dopo essere stati fermi per mesi”.

Stabilità e stretching fondamentali per la ripresa

Riprendere a pieno regime l’attività non è un’operazione così semplice e guai a bruciare le tappe. “Chi ha lavorato di più a casa a livello preventivo ne è uscito meglio – prosegue Tiscione – Per me è un aspetto fondamentale: il consiglio per tutti per giocare più a lungo è fare esercizi di stretching, di rinforzo muscolare per le articolazioni di spalla e gomito soprattutto, senza dimenticare le gambe: va bene anche una mezz’oretta. Noi abbiamo dato un protocollo a professionisti e under di un certo livello per mantenere le articolazioni elastiche: hanno lavorato su mobilità di rotazione ma anche stabilità, con gli esercizi classici di addominali e plank frontale e laterale”.

La voglia di rivedere tennis a livello agonistico è tanta. “Non credo si risparmieranno agli Assoluti, sono atleti abituati a giocare un torneo alla settimana e scalpitano. Potrebbe essere anche un buon test per loro capire a che punto siano – spiega Gianluca – Qui da noi, tra Assoluti e campionati a squadre, non vedono l’ora”.

Fa discutere la proposta dell’Atp di voler ‘tagliare’ il numero dei componenti del team per ogni tennista, riducendo a una sola persona per atleta. A farne le spese, verosimilmente saranno i fisioterapisti. “Non è un aspetto da sottovalutare. Quando parliamo degli Us Open, ci riferiamo a livelli altissimi: ognuno di questi ragazzi è abituato a una routine, se viene a mancare potrebbe pesare non solo a livello fisico ma anche psicologico”.