ROLAND GARROS. La Schiavone lotta per tre ore ma si arrende a Varvara Lepchenko. Scenderà intorno al numero 28 e verrà superata da Pennetta, Errani e Vinci.
Il nervosismo della Schiavone  

Di Riccardo Bisti – 2 giugno 2012


Prima o poi doveva succedere. E’ accaduto, beffardamente, in un giorno di Festa Nazionale. La storia d’amore tra Francesca Schiavone e il Roland Garros si è interrotta alle due del pomeriggio del 2 giugno 2012, al termine di una furibonda battaglia contro Varvara Lepchenko. Francesca le ha provate tutte per sottrarsi al destino, ma non c’è stato niente da fare. L’americana nata a Tashkent si è imposta con il punteggio di 3-6 6-3 8-6. La notizia più dolorosa, ancor più dei 1.240 punti che spariranno dal ranking, è che la Lepchenko ha meritato di vincere. Il precedente di Madrid le è servito tantissimo. “Battere Francesca a Madrid è stato uno dei match più duri che io abbia mai giocato – aveva detto alla vigilia – mi ci sono voluti 3 giorni per recuperare. Ora credo molto di più in me stessa”. Si è visto nei momenti chiave del terzo set, quando c’è stato un violento alternarsi di situazioni, tecniche ed emotive. La Lepchenko ha fatto quello che le riesce meglio: tirare tutto a occhi chiusi, senza paura e senza cadere nella ragnatela delle variazioni della Schiavone. Dall’1-3 al 5-3 c’è riuscita alla grande, poi quando è andata a servire per il match sono comparsi i fantasmi, la paura, la pressione. Stiamo parlando di una giocatrice che in 14 partecipazioni ai tornei del Grande Slam non era mai andata oltre il secondo turno. La Schiavone è risalita fino al 6-5 e a quel punto si pensava che ce l’avrebbe fatta. Invece le è mancato il “killer-istinct” e ha perso nuovamente il servizio. Nell’ultimo game è salita 0-40 ma si è fatta riprendere. Uno schiaffo al volo di rovescio ha messo fine alla sua avventura.
 
E’ una sconfitta durissima, simbolica. La Schiavone perderà la leadership italiana e non è detto che riuscirà a riconquistarla. Perde 1.400 punti, ne conquista 160. Facendo due calcoli, dovrebbe scendere al numero 28. Diventerà la numero quattro azzurra alle spalle di Pennetta, Vinci ed Errani. La leadership nazionale dovrebbe tornare nelle mani della brindisina, che con il terzo turno parigino salirà a 2.470 punti. Per superarla, la Errani dovrà arrivare addirittura in semifinale: gli ottavi non le bastano, e nemmeno una vittoria contro la Kuznetsova sarebbe sufficiente perché salirebbe a quota 2.450. Ma è questione di tempo, perché la romagnola è destinata a prendere in mano il nostro tennis rosa, se non altro per ragioni anagrafiche. La Schiavone, invece, è a un bivio. Il tempo è scaduto. Tra 20 giorni compirà 32 anni e spreme il fisico da tre lustri. I livelli toccati nel 2010, probabilmente, non torneranno più. Adesso starà a lei decidere cosa fare. Continuare a lottare per togliersi ancora qualche soddisfazione (con il vantaggio di non avere più pressione addosso) oppure lasciarsi andare a un lento declino? Difficile ipotizzare cosa succederà, perché entrare nella mente di “Franci” è pressochè impossibile.
 
Contro Petra Kvitova, negli ottavi di finale, giocherà Varvara Lepchenko. Cresciuta in Uzbekistan, dopo il primo viaggio negli Stati Uniti per giocare la Sunshine Cup si è resa contro che l’America era un altro mondo. Nel suo paese gli stipendi mensili oscillavano tra i 20 e i 30 dollari e non c’era modo per finanziare l’attività. Così sono arrivate la residenza e la cittadinanza americana. “Ed è anche più facile viaggiare, ora devo preoccuparmi soltanto del mio tennis”. La Lepchenko si allena a New York con l’entourage della USTA: Patrick McEnroe, Jorge Todero e Jay Gooding. C’è anche il preparatore atletico Brad Waltz. Tuttavia non l’accompagnano per i tornei, dove spesso se la cava da sola oppure viaggia con papà Peter, un ingegnere che l’ha iniziata al tennis quando aveva sette anni. La Lepchenko è una giocatrice camaleontica. Non ha uno stile di gioco ben definito: attacca se deve attaccare, difende se deve difendere. “Anche se ho molta potenza, quindi cerco di sfruttare questa qualità”. Se n’è accorta la Schiavone, incapace di rimandare di là diverse bordate. Fino a qualche settimana fa, il suo più bel ricordo era una vittoria su Patty Schnyder, ma aveva rilasciato una dichiarazione profetica: “Penso che le soddisfazioni più importanti arriveranno in una prova del Grande Slam”. Numero 63 WTA, lunedì prossimo migliorerà il best ranking (attualmente fissato al n. 59) e ha già fissato il prossimo obiettivo: anche se gioca per gli Stati Uniti, vorrebbe migliorare la 16esima posizione conquistata 10 anni fa da Iroda Tulyaganova, la più forte giocatrice mai prodotta dall’Uzbekistan. Intanto cercherà di sgambettare la Kvitova, parsa tutt’altro che irresistibile nella sua vittoria contro Nina Bratchikova, battuta 6-2 4-6 6-1


La gioia di Varvara Lepchenko