US OPEN – Dopo 13 sconfitte, il senese centra il primo successo in uno Slam. E poco importa se Nishioka si è ritirato in avvio di terzo. Ok anche Fognini (“Sto finalmente domando il cemento”) e Pennetta.
Di Riccardo Bisti – 27 agosto 2014
Cos'hanno in comune Marcos Baghdatis, Andreas Beck, Albert Montanes, Novak Djokovic, Nicolas Almagro, Nicolas Mahut, ancora Djokovic, Kevin Anderson, Tobias Kamke, Kenny De Schepper, Tomas Berdych, Roberto Bautista Agut e Roger Federer? Sono i giocatori che avevano negato a Paolo Lorenzi la prima vittoria in un torneo del Grande Slam.Da quando è entrato tra i top-100, l’azzurro ha avuto un’incredibile sfortuna nei sorteggi. Pescare per due volte Djokovic sul cemento è il massimo, senza considerare il recente accoppiamento londinese con Federer. Aveva persino fatto una scommessa con Marinko Matosevic: a dodici sconfitte di fila, il primo che avrebbe vinto una partita avrebbe offerto la cena all’altro. Il conto è stato pagato da Matosevic, mentre Lorenzi era rimasto al palo. Il record negativo di Josè Altur (18 sconfitte e neanche una vittoria) sembrava incredibilmente – e tristemente – alla portata di Lorenzi. Per una volta, tuttavia, la buona sorte gli ha dato una mano. Oddio, i giocatori provenienti dalle qualificazioni sono sempre pericolosi (vedi cosa ha combinato il 16enne Borna Coric), ma Yoshihito Nishioka era certamente un buon accoppiamento. E Paolo non ha nemmeno avuto bisogno di lottare, giacchè il giovane giapponese si è ritirato in avvio di terzo set, quando Lorenzi era già abbondantemente in vantaggio. Sul 6-1 6-2 2-1, il giapponese ha alzato bandiera bianca. Nishioka, classe 1995, ha affrontato diverse volte Gianlugi Quinzi sia nei tornei junior che nelle prime uscite da professionisti. Chissà se Paolo, che si allena spesso con Quinzi, gli aveva chiesto qualche consiglio. Poco importa, ormai.
FOGNINI E IL CEMENTO DOMATO
Per la prima volta, il senese intasca 45 punti in uno Slam e migliorerà la classifica attuale (n.78) dopo chè lo scorso anno aveva fatto una fugace (e miracolosa) apparizione tra i top-50. L’avversario di secondo turno non è dei migliori: Richard Gasquet è semifinalista in carica e ha vinto i tre precedenti, giocati tra il 2011 e il 2012. Sono state partite a senso unico, ma Paolo potrà giocare tranquillo, a braccio sciolto. E farà certamente bella figura. Il fatto è che Lorenzi fa sempre bella figura. Non butta mai via un punto, gioca con attenzione e umiltà e si è migliorato anno dopo anno. E’ lui, a differenza di tanti altri, un esempio da seguire e guardare con ammirazione. Perchè il dritto di Federer non lo impari, mentre i miglioramenti di Lorenzi sono lì, a portata di mano. Magari costano più fatica, ma lo puoi imitare. Cerca di migliorarsi anche Fabio Fognini, bravo nel rendere “di routine” il match contro Andrey Golubev. C’era un pizzico di preoccupazione, perchè il kazako di Bra ha dei picchi di rendimento piuttosto alti. E poi i due si conoscono piuttosto bene. Fognini ha giocato con attenzione e ha tenuto lontana qualsiasi preoccupazione, nonostante qualche battibecco con il giudice di sedia Pascal Maria. Non era una vittoria così scontata: in questo torneo, qualche anno fa, Golubev giocò una partita strabiliante contro Rafael Nadal, mettendolo in seria difficoltà. La notizia più importante arriva dalla conferenza stampa post-match: Fabio è convinto di aver effettuato il giusto salto di qualità sul cemento “Che era tra gli obiettivi stagionali. Anzi, forse in questo momento gioco meglio sul duro che sulla terra”. E’ un’ottima notizia anche in chiave Davis. E chissà che i risultati di Seppi e Bolelli non gli abbiano dato il giusto stimolo anche per questo torneo, dove vanta un terzo turno nel 2012. Fabio fu l’ultimo giocatore battuto da Andy Roddick. Adesso sogna di tornare sull’Arthur Ashe per un affascinante ottavo contro Federer. Ma c’è ancora strada da fare, a partire dal secondo turno contro Adrian Mannarino, che ogni tanto negli Slam centra un buon risultato.
PENNETTA IN MIGLIORAMENTO
L’Italia dei maschietti, dunque, porta a casa un ottimo en-plein al primo turno, affatto scontato alla vigilia. Le donne cercano di rispondere con Flavia Pennetta, che a New York deve difendere una semifinale. Flavia è in lotta con Sara Errani per chiudere la stagione al numero 1 azzurro, traguardo simbolico…ma non troppo. L’azzurra è stata brava a tirarsi fuori dal match contro Julia Goerges quando la sfida stava entrando nella sabbie mobili. Perso il secondo set, ha dovuto battagliare in avvio di terzo prima di venirne fuori e chiudere col punteggio di 6-3 4-6 6-1. La strada è ancora lunga e sembra sbarrata dal possibile incrocio con Ana Ivanovic negli ottavi. Ma al secondo turno c’è un match non banale contro Shelby Rogers, possente giocatrice americana di cui si era parlato a luglio, quando battè sia Giorgi che Errani a Bad Gastein. La Pennetta è certamente favorita, ma non dovrà sottovalutare l’avversaria. L’impressione è che la Pennetta dell’ultimo mese, e dell’ultima partita, non sia sufficiente per vincere con agio. E potrebbe rischiare qualcosa. In caso contrario, lo Us Open potrebbe ancora essere foriero di soddisfazioni.
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