Se le statistiche targate IBM dicono la verità, e probabilmente si può stare tranquilli, dopo sette ore e dieci set in tre giorni, Andy Murray nel match contro Ivo Karlovic ha decisamente tirato il fiato. Alla voce “distanza percorsa” c’è un 1.139 metri che la dice lunga: meno di un terzo rispetto al primo turno, meno di un terzo rispetto al secondo turno. Insomma, poco più di una passeggiata. Verrebbe da dire che era prevedibile, ma lo erano pure altrettante vittorie in tre set contro Stepanek e Bourgue, invece è andata in maniera un tantino differente. Stavolta, però, il numero tre del mondo non ha fatto scherzi. Come nei sei precedenti il super-servizio del dottor Ivo, come lo chiama simpaticamente Brad Gilbert nei suoi copiosi tweet, è andato a sbattere contro una delle migliori risposte del circuito, e se ci aggiungiamo che le 4 ore e mezza dell’altro ieri contro Thompson hanno reso il croato ancora meno incisivo nei pochi scambi, ne è venuto fuori un 6-1 6-4 7-6 che si racconta da solo. Primo set dominato, con un lob millimetrico a prendersi il break del 2-0 e far capire subito che oggi di voglia di scherzare ne aveva ben poca, secondo aperto con un nuovo break, e terzo in lotta fino al tie-break. È la legge di Karlovic: almeno un tie-break va sempre giocato (vedere i suoi ultimi otto match per credere), ma lui ne vince meno della metà. È stato così anche oggi, con Murray che ha violato il suo servizio già nel primo punto, siglando il mini-break con uno splendido passante incrociato di rovescio dopo aver rincorso la palla spalle alla rete, e poi si è limitato a controllare, con quel cervello che ha indicato tante volte anche l’altro ieri, pur accendendolo solo dopo un bel po’.
SOLO 4 ERRORI GRATUITI IN TRE SET
Oggi invece Murray è stato perfetto sin dall’inizio, permettendo a Karlovic di trascinarlo ai vantaggi soltanto due volte, ma senza mai arrivare a palla-break. E in 1 ora e 56 si è preso un posto agli ottavi di finale, con il minimo sforzo. La statistica più impressionante è quella nel saldo vincenti-errori: + 30, frutto di soli quattro gratuiti. Un numero incredibile se si considera lo stile di gioco dell’avversario, che dà pochissimo ritmo e si presenta spesso a rete, obbligando a soluzioni complicate. Significa che Murray non ha regalato nulla, incamerando l’88% di punti con la prima di servizio, a conquistare finalmente una vittoria comoda. Ha corso poco e faticato ancora meno, risparmiando energie preziosissime in vista della seconda settimana. Onestamente, non poteva chiedere di meglio e può tirare un sospiro di sollievo anche guardando al prossimo match. Se ci sarà John Isner potrebbe venir fuori un incontro molto simile a quello odierno, anche se da fondocampo l’americano è di un’altra categoria rispetto a Karlovic, mentre se ci sarà Teymuraz Gabashvili servirà un po’ di corsa in più, ma le quote sarebbero ancor più sbilanciate dalla sua parte, con buona pace della sconfitta subita dal russo lo scorso anno a Washington. “Nelle fasi finali è stato un match combattuto – ha raccontato Murray al microfono di Fabrice Santoro –, perché Ivo ha lottato, mi ha reso la vita difficile, e nei tie-break non è mai facile”. Prima di lasciarlo andare negli spogliatoi, per intrattenere il pubblico l’ex “magicien” gli ha chiesto di elencare, in francese, cosa avrebbe ordinato al ristorante per la cena di stasera. Andy ha seguito il comando, mostrando anche una discreta pronuncia, citando filetto di manzo con patate e insalata verde. “E il dessert?”. “Niente dessert”. Peccato per lui. Oggi se lo sarebbe anche meritato.
ROLAND GARROS – Terzo turno
Andy Murray (GBR) b. Ivo Karlovic (CRO) 6-1 6-4 7-6
Finalmente il Murray che conosciamo
Lo scozzese può tirare il fiato: spazza via Karlovic in tre set, commettendo appena 4 errori gratuiti in tutto l’incontro, e si prende gli ottavi contro Isner o Gabashvili. Dopo il successo scherza con Fabrice Santoro sulla sua cena di stasera. “Manzo, patate e insalata. Ma niente dessert”.