Da Rovereto, Marco Caldara – Foto Antonio Costantini
Nelle tre finali precedenti, seppur di misura, aveva sempre perso, complici avversarie quali Schiavone, Vinci e Knapp. Ma questa volta Maria Elena Camerin aveva un’occasione troppo ghiotta, e malgrado un avvio difficile non se l’è lasciata sfuggire. Anzi, la sua rimonta ai danni di Alberta Brianti, battuta 3-6 7-6 6-4 dopo 2 ore e 34 minuti di battaglia, ha reso ancor più gustosa la giornata del Tennis Club Prato, finalmente vicino a uno scudetto già conquistato nel 1982 ma diventato una maledizione nelle ultime stagioni. Sempre presenti da quando nel 2010 le finali di Serie A1 hanno trovato il loro habitat ideale nel Play-It del PalaMarchetti di Rovereto, le toscane sono tornate a casa ogni anno con l’amaro in bocca, e soprattutto senza mai aver vinto nemmeno un singolo incontro. Questa volta, invece, contro il Tennis Club Genova 1893 ne hanno già messi due in cassaforte, e si presenteranno alla giornata decisiva con tanto entusiasmo e un vantaggio difficile da sprecare. Il merito, la Camerin lo deve dividere con la slovacca Zuzana Kucova, che in apertura di giornata ha battuto senza grosse difficoltà Alice Balducci, ma è nel secondo match che si è visto tutto il bello della Serie A1: due tifoserie da circa cinquanta persone pronte ad accompagnare con un boato ogni punto di un match che, in altre situazioni, difficilmente avrebbe lasciato traccia. Invece è diventato gustosissimo per le toscane e un calvario per i genovesi, i quali hanno assistito impotenti all’autentico suicidio della Brianti, che ha allontanato i sogni di gloria di un team partito con l’obiettivo salvezza e catapultato a un passo da un tricolore dal valore doppio. Oltre a coronare l’incredibile cavalcata di una realtà particolarmente legata ai campionati a squadre (l’anno prossimo avranno in A1 anche il team maschile), sarebbe la ciliegina sulla torta per i 120 anni di uno dei club più antichi dello Stivale. Un sogno forse troppo bello per poter diventare realtà.
Fino al 6-3 5-3 la Brianti ha dipinto il campo col suo rovescio a una mano fatato, trovando soluzioni sconosciute per la gran parte delle colleghe, prime delle classe comprese. Ma nel momento più importante ha staccato la spina, perdendo dieci punti consecutivi e finendo sotto per 6-5. Si è ripresa in tempo, conquistando il tie-break, ma non è comunque riuscita a evitare il terzo set, nonostante l’iniziale vantaggio di 3-1. Il dramma, tuttavia, si è consumato proprio nella frazione decisiva, che l’ha vista portarsi senza difficoltà sino al 4-2, ma poi non vincere più nemmeno un gioco. L’interminabile settimo game, infatti, ha rappresentato il momento chiave dell’incontro, con la Brianti che ha mancato il 5-2 e quindi ha ceduto la battuta all’ottava palla-break, rimettendo in carreggiata una Camerin che poi non ha più sbagliato. Così, con l’entusiasmo dei tifosi genovesi che è mano a mano scemato lasciando spazio a quello degli immancabili sostenitori del Tc Prato, la tennista veneta è corsa di slancio sino al successo, non senza un piccolo brivido finale. Al servizio sul 5-4, Maria Elena ha mancato due match-point e poi concesso all’avversaria altrettante palle del 5-5, ma in entrambe le occasioni è riuscita a salvarsi, chiudendo il match grazie a un errore della Brianti e correndo sotto la curva a raccogliere l’abbraccio dei suoi sostenitori.
In precedenza cori e applausi erano spettati a Zuzana Kucova, la new entry del team toscano, i cui responsabili l’hanno probabilmente adocchiata nel corso dell’ultimo Roland Garros. Ferma da fine 2011 per un infortunio, l’ex numero 101 del mondo ha deciso quest’anno di disputare lo Slam parigino per dire definitivamente addio al professionismo, e l’ha fatto lasciando il segno. Passate le qualificazioni, ha superato anche il primo turno a spese della tedesca Julia Goerges, cogliendo il miglior risultato in carriera in uno Slam. L’apporto della tennista dell’Est si è rivelato fondamentale, grazie alla vittoria che ha dato il la al 2-0. Contro una Balducci meno abituata a certi palcoscenici e incapace di esprimersi al meglio, la slovacca ha chiuso 6-0 6-4, senza mai dare la possibilità all’avversaria di crearle troppi problemi. A pesare sulla sconfitta della Balducci le ben dieci palle-break non sfruttate, e un primo set praticamente non giocato. Nel secondo, invece, la marchigiana trapiantata in Bergamasca è entrata nel match e ha avuto anche la possibilità di allungare, ma alla fine ha retto solo sino al 3-3, quando un doppio fallo sulla palla-break l’ha condannata alla resa.
Ora le speranze del Tc Genova passano tutte dalla racchetta dell’ungherese Reka-Luca Jani, che alle 11 di domani, nel primo match di giornata, sfiderà la toscana doc Corinna Dentoni, sempre presente, come la Camerin, nelle quattro finali disputate a Rovereto dalle Carla’s Angels, come le ha definite uno striscione dei tifosi pratesi, alludendo al rapporto fraterno che negli anni si è creato fra la capitana Carla Mel, giocatrice nel team scudetto di 31 anni fa, e le sue ragazze. Seguendo la logica del precedente confronto in campionato, una Jani forte del 6-0 7-6 della quinta giornata dovrebbe partire favorita sulla Dentoni, e permettere quindi al suo team di accorciare le distanze. A quel punto, ad assegnare lo scudetto sarebbe un doppio, specialità che quest’anno ha portato particolarmente fortuna a Prato. Oltre ad averne vinti due nella semifinale thriller contro le campionesse in carica del Club Nomentano, le toscane conquistarono anche quello che a fine ottobre sulla terra battuta del Tc Genova valse loro il 2-2, rendendole le uniche in grado di strappare un punto alla corazzata di capitan Marco Lubrano. Tutto, insomma, sembra sorridere a Camerin e compagne. Dopo tre finali perse, in fondo, se lo meritano pure.
Maria Elena Camerin (P) b. Alberta Brianti (G) 3-6 7-6 6-4