COPPA DAVIS – Cilic/Dodig riportano in vantaggio la Croazia nella finale di Zagabria, spuntandola in tre set contro Del Potro/Mayer. Gli argentini pagano a caro prezzo la scarsa attitudine al doppio, ma continuano a sperare nel primo trionfo in Davis. Anche se i numeri parlano a favore dei padroni di casa: nelle ultime quattro finali, la formazione che ha vinto il doppio sull’1-1 ha conquistato l’Insalatiera.
GLI HIGHLIGHTS DI CILIC-DELBONIS
GLI HIGHLIGHTS DI DEL POTRO-KARLOVIC
GLI HIGHLIGHTS DEL DOPPIOSpesso, quando si parla di Coppa Davis, scatta la retorica. “Le classifiche non contano”, “tutto è possibile”, “la Davis fa miracoli”, e banalità simili che tornano sistematicamente in gioco appena qualche risultato va contro pronostico. La buona notizia, a quanto pare, è che nella finale di questa edizione non c’è spazio per le frasi fatte: doveva essere 2-1 Croazia dopo il doppio, con a segno entrambi i numeri uno nella prima giornata, e così è. Di spazio per le sorprese ce n’è stato solo nel match inaugurale, che ha visto Delbonis strappare due set a Cilic, poi tutto è andato secondo i piani. Se c’era un punto che gli argentini pensavano di non poter vincere è quello del doppio: sensazione confermata dal 7-6 7-6 6-3 con cui Marin Cilic e Ivan Dodig hanno tenuto a bada Juan Martin del Potro e Leonardo Mayer, andando a prendere un 2-1 che potrebbe risultare decisivo. O che almeno lo è stato nelle ultime quattro finali: la prima giornata è sempre terminata sull’1-1, e la squadra che ha portato a casa il doppio è sempre stata quella che ha portato a casa anche l’Insalatiera. Una statistica che gli argentini non devono guardare, visto che le loro speranze di conquistare finalmente la Davis sono ancora vivissime. Un successo in doppio li avrebbe promossi a favoriti, ma la realtà è che Cilic/Dodig, almeno sul match secco e sulla lunga distanza, sono uno dei team più forti del mondo. I risultati in Davis parlano per loro: a luglio hanno dato il la all’incredibile rimonta contro gli Stati Uniti battendo i gemelli Bryan, e a settembre si sono ripetuti contro Herbert/Mahut, due che nel corso dell’anno hanno guidato a lungo la classifica di coppia.
MAYER CONDANNA L’ARGENTINA
Match dopo match i due tennisti di origini bosniache (sono entrambi nativi di Medjugorje) hanno affinato i dettagli, trovando un’alchimia che la coppia argentina non è riuscita nemmeno a far vacillare. Sembra una banalità, ma nei tre set di Zagabria Del Potro e Mayer hanno pagato semplicemente la loro scarsa attitudine al doppio. È come se avessero giocato due singolari: troppo passivi e poco aggressivi, contro una coppia che invece fonda il suo valore (anche) nell’aggressività. “Delpo” non è riuscito a far pesare il cognome, e nemmeno a “tener su” – come si dice in gergo – un compagno che ha commesso troppi errori: su quasi tutti i punti importanti c’è la sua firma in negativo, in mezzo a un match equilibrato ma sempre o quasi nelle mani dei croati, guidati da un Ivan Dodig veramente in splendida forma. Era l’unico specialista in campo (pur essendo anche un ottimo singolarista: tre anni fa era nei primi 30) e la sua abitudine al doppio è emersa un più frangenti. In tutto l’incontro ha avuto solamente un piccolo passaggio a vuoto, commettendo due errori di fila che nel secondo set hanno ridato speranza agli argentini, permettendogli di rientrare da 2-4 a 4-4. Ma per il resto è stato perfetto: ha indirizzato lui il primo tie-break, prendendosi a rete il punto del 2-0 sufficiente per scappare via, e poi ha continuato a fare il suo alla grandissima, permettendo a Cilic di pensare solamente a sé stesso. Al resto ci ha pensato Mayer: sul 4-4 del secondo tie-break, in un momento favorevole, ha sbagliato una volèe che un doppista avrebbe messo in campo anche bendato, e il 2-0 Croazia gli ha tagliato le gambe, fino al crollo definitivo a metà terzo set. Un suo erroraccio di dritto ha consegnato ai padroni di casa il break del 4-2, e anticipato il finale arrivato poco più in là.
PROBABILE SINGOLARE DECISIVO?
Tuttavia, il finale dell’intera contesa potrebbe invece essere ancora lontano: domani Cilic ha il primo match-point, ma il favorito non sembra lui, ancor di più alla luce del match tutt’altro che brillante disputato nella prima giornata. La stanchezza, probabilmente, non sarà un fattore, perché sia lui sia Del Potro hanno giocato già due incontri. È facile parlare ora, ma col senno di poi l’argentino avrebbe fatto meglio a saltare il doppio: è vero che il miglior giocatore del team deve andare in campo il maggior numero di volte possibile, ma per battere Cilic/Dodig non basta nemmeno lui. Dovesse vincere e firmare il 2-2, a quel punto la sfida diventerebbe una vera incognita. Krajan sarebbe obbligato ad affidarsi a Ivo Karlovic, chiamato a 37 anni a giocare un dei match più importanti della sua carriera, mentre Orsanic avrebbe addirittura tre opzioni. Leonardo Mayer, decisivo in semifinale contro Daniel Evans, Guido Pella, il miglior ribattitore del trio (e contro Karlovic non è un dato da sottovalutare), o Federico Delbonis, splendido al venerdì. Una panchina lunga che è già risultata vincente sia contro l’Italia sia contro la Gran Bretagna.
FINALE COPPA DAVIS 2016 – Zagabria
CROAZIA vs ARGENTINA 2-1
Marin Cilic (CRO) b. Federico Delbonis (ARG) 6-3 7-5 3-6 1-6 6-2
Juan Martin del Potro (ARG) b. Ivo Karlovic (CRO) 6-4 6-7 6-3 7-5
Cilic/Dodig (CRO) b. Del Potro/Mayer (ARG) 7-6 7-6 6-3
Marin Cilic (CRO) vs Juan Martin del Potro (ARG)
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