Il numero uno croato conquista il primo punto della finale di Coppa Davis, ma deve rimanere in campo tre ore e mezza per spuntarla su un sorprendente Delbonis, capace di recuperare due set di svantaggio. La Croazia si prende il punto più scontato, ma nel modo meno scontato. E che potrebbe chiedere il conto a un Cilic fondamentale per i croati.

Sia Marin Cilic sia Federico Delbonis avevano un compito ben preciso: il croato doveva conquistare il primo punto della finale di Coppa Davis, mentre l’argentino doveva provare a stancare il più possibile il rivale, uomo di punta dei padroni di casa. L’hanno portato a termine entrambi, e malgrado la sconfitta per 6-3 7-5 3-6 1-6 6-2 il voto più alto se l’è preso “Delbo”, già eroe nel successo di luglio contro l’Italia al Circolo Tennis Baratoff di Pesaro, e stavolta capace di rendere incerto quello che sulla carta doveva essere l’unico punto certo dell’intera tre giorni di Zagabria. Il 26enne di Azul ce l’ha fatta con qualche aiutino di Cilic, ma sarebbe ingeneroso non riconoscere il modo in cui ha tenuto in vita per tre ore e mezza un confronto proibitivo, specie per uno che in carriera, sul veloce al coperto, ne ha azzeccate pochissime. È vero che prima di chiudere col circuito ATP per preparare a dovere l’ultimo impegno stagionale ha sfiorato la semifinale all’ATP 500 di Basilea, ma è vero anche che i suoi successi nei tornei indoor si contano (realmente!) sulle dita di una mano. Insomma: il suo match è andato al di là di ogni più rosea aspettativa, rispondendo a pieno alla richiesta di capitan Daniel Orsanic, che l’ha buttato nella mischia come vittima sacrificale, e invece si è ritrovato a sperare insieme ai tantissimi tifosi argentini sbarcati all’Arena Zagreb, fra i quali pure un carichissimo Diego Armando Maradona. La regia l’ha inquadrato spesso, in bella compagnia, a cantare e sostenere i suoi connazionali. L’ottima partenza di Cilic non li ha demoralizzati, e si sono infiammati quando il potenziale 3-0 per il top ten di Medjugorje ha iniziato a cambiare faccia, richiedendo prima il quarto e poi anche il quinto set, quando Delbonis gli ha strappato il servizio per 4 volte in 5 turni di battuta.

3 ORE MEZZA CHE POSSONO PESARE
E pensare che il match dell’argentino sembrava compromesso già alla fine del secondo set, quando nel suo momento migliore il servizio molto macchinoso è andato in tilt, costandogli break e 7-5. Oppure di nuovo nella seconda metà del terzo, dopo che Cilic ne aveva subito spento il tentativo di fuga rimontando da 0-2 a 2-2, e sul 3-3 si è costruito due palle-break, sotto gli occhi di mamma e papà. Sembrava la fine, invece è stato l’inizio di un nuovo capitolo. Lui si è divorato la prima con un rovescio un po’ frettoloso, il sudamericano gli ha cancellato la seconda e poi è salito in cattedra. Con una bomba di diritto si è preso il break, con un'altra ha chiuso il set e poi è riuscito a dimenticare tutto: la situazione, il punteggio, la tensione, le responsabilità e ha iniziato a colpire a tutto braccio, trovando a suon di vincenti quella continuità che gli era mancata in precedenza. L’ordine tattico di Cilic è sparito, lasciando spazio alla foga di riprendere in mano il match, che ovviamente ha solo peggiorato le cose. Nel quarto set il croato non ci ha capito nulla, fra errori di precisione e pure di valutazione, come sul passante (“battezzato” lungo, invece terminato sulla riga) che ha consegnato il 3-0 pesante al rivale. A Delbonis riusciva tutto, a lui più niente e si è trovato nella situazione peggiore, obbligato a ripartire da zero e con un avversario rivitalizzato. Ma, fortunatamente per la sua Croazia, l’ha saputo fare alla grande. Dopo un toilet break è tornato Cilic: è rientrato in campo con gli occhi assatanati, è tornato a far valere la sua (netta) superiorità, ha ripreso a comandare gli scambi ed è subito scappato via, finendo per dominare in lungo e in largo, anche più di quanto racconti il 6-2 finale. Il primo punto è suo e della sua Croazia, ma le tre ore e mezza passate in campo, prima o poi, potrebbero chiedergli il conto. E l’Argentina è viva. Vivissima. Forse ancor più che alla vigilia.

FINALE COPPA DAVIS 2016 – Zagabria
CROAZIA vs ARGENTINA 1-0
Marin Cilic (CRO) b. Federico Delbonis (ARG) 6-3 7-5 3-6 1-6 6-2
Ivo Karlovic (CRO) vs Juan Martin Del Potro (ARG)