Il principale problema di Andy Murray è essere nato nell’unica Era a contare su tre giocatori capaci di prendersi il Career Grand Slam. Ma lui non ci pensa: “ne ho vinti due, magari vincerò anche gli altri”. Sul match di oggi: “potevo servire meglio, e quella palla-break all’inizio del secondo…”

2 vittorie su 10 finali Slam non è proprio un bilancio da gridare ai quattro venti, ma Andy Murray può essere felice comunque. Delle sue finali perse, questa è forse quella che fa meno male. Perché è arrivata nello Slam storicamente più ostico, dopo una prima settimana da brividi e contro un Novak Djokovic che la Coppa dei Moschettieri se l’era già lasciata sfuggire dodici mesi fa. Impossibile fallire di nuovo. Lo scozzese può essere amareggiato per come ha giocato, piuttosto maluccio dal primo set in poi, ma la vittoria di Djokovic è nell’ordine delle cose. La meritava di più lui, per il torneo giocato, per i (quasi) due anni che ha messo in piedi e tanti, tanti altri motivi. “Sono molto dispiaciuto – ha detto Murray in conferenza stampa – ha devo ammettere che dopo i primi due match avrei firmato per essere oggi in questa posizione. Poi, chiaramente, quando si arriva in finale si vuole vincere. Non l’ho fatto e sono amareggiato, ma il mio torneo sarebbe potuto andare in maniera molto diversa”. Secondo lui, la differenza l’han fatta il servizio e il cambio di gioco di Novak nel secondo set. “Ha iniziato a giocare meglio, a colpire la palla più vicino alla riga, spingendomi più lontano, e mi ha regalato veramente pochissimi punti. Non sono stato in grado di comandare come avrei voluto, come ho fatto all’inizio. Peccato per quella palla-break nel primo game del secondo set, avrebbe potuto cambiare un po’ le cose. E poi avrei potuto servire meglio. Su questi campi è difficile avere punti gratuiti con la seconda palla: servirla a 130 all’ora sull’erba è una cosa, su un campo in terra lento e pesante è un’altra. La palla torna indietro molto più spesso”.

“IL LIVELLO È ALTISSIMO, E HO VINTO 2 SLAM”
I giornalisti l’hanno stuzzicato sul fatto di essere arrivato nel periodo di Federer, Nadal e Djokovic, i primi tre della stessa era a completare tutti il Career Grand Slam. In effetti, una bella sfortuna. “Una cosa molto rara, che certifica quanto il livello oggi sia alto. Qualcuno potrà pensarla diversamente, ma credo che non vedremo più questo livello per tanto, tanto tempo. Le performance di Novak negli ultimi 18 mesi sono state qualcosa di eccezionale, si merita il numero uno del mondo. La presenza di lui, Federer e Nadal mi ha reso la vita molto più complicata, ma ho comunque vinto due Slam e sono stato vicino a vincere anche gli altri due. E in tutti i tornei importanti che ho vinto ho sempre battuto almeno uno di loro. Mi auguro di avere ancora qualche anno di tempo per provare a vincere anche Melbourne e Parigi, mi aiuterebbe, a fine carriera, a essere ancora più fiero dei risultati raggiunti”. Infine, una battuta sul pubblico, che nel corso del torneo è quasi sempre stato schierato dalla parte dell’avversario. Prima le bella favola (a metà) di Stepanek, poi i francesi Bourgue e Gasquet, quindi il campione uscente, quindi il numero uno: mica facile. “Ovviamente non mi ha aiutato, ma perso di aver gestito la situazione molto bene. Non è stato un fattore, nemmeno oggi. Quello che Novak ha raggiunto è qualcosa di veramente speciale, e un sacco di persone volevano vederlo vincere per essere parte di questo traguardo. Si è meritato tutto il supporto ricevuto”. Voto 10 all’onestà, come all’abbraccio sincero a fine match. Fra loro due a rete e le loro madri negli spogliatoi.