Con un accorato messaggio via Twitter, Victoria Azarenka annuncia il forfait dallo Us Open perché “sta lavorando” per risolvere alcune faccende legali con l'ex compagno. Billy McKguire non gradirebbe l'idea che il bimbo debba viaggiare per il mondo con la madre tennista, e per ora l'avrebbe avuta vinta. Vika non ci sta, ma intanto ferma la sua carriera.

La storia del tennis si è spesso intrecciata con matrimoni, gravidanze e figli piccoli. Ma non era mai successo che una faccenda personale, privata, arrivasse a toccare la sfera pubblica. Non deve essere stato facile, per Victoria Azarenka, scrivere il messaggio diffuso su Twitter in queste ore, in cui ha svelato, senza omissioni, le ragioni che le impediranno di giocare lo Us Open, laddove vanta due finali (2012 e 2013), individuato come teatro del possibile riscatto dopo la maternità dello scorso dicembre e una ripresa agonistica soft. Dopo Wimbledon, tuttavia, un terremoto personale ha scosso la vita della bielorussa, ricordandole quali sono le sue priorità e rimandando a data da destinarsi il rientro nel tour. La faccenda era trapelata nei giorni scorsi, ma Vika ha voluto chiarirla. Ecco il suo messaggio.

Cari tifosi e amici,
mi avete sostenuto per tutta la mia carriera e meritate di sapere perché non potrò partecipare allo Us Open. Il giorno in cui è nato mi figlio Leo, lo scorso dicembre, è stato di gran lunga il giorno più felice della mia vita. Adesso ho un nuovo apprezzamento per come le nuove madri – e padri – abbelliscono di diverse responsabilità le loro famiglie. Tuttavia, come molte madri che lavorano, nonostante l'amore incondizionato per mio figlio, mi trovo ad affrontare una situazione difficile che non mi permetterà di tornare subito a giocare. Lo scorso marzo, in Bielorussia, ho iniziato a lavorare con l'obiettivo di tornare nel tour e competere ad alto livello a partire dal 31 luglio. Sono stata in grado di tornare addirittura prima, giocando a Maiorca a metà giugno, poi partecipando a Wimbledon. Poco dopo Wimbledon, io e il padre di Leo ci siamo separati e, mentre stiamo lavorando per risolvere alcune faccende legali, per come stanno le cose adesso, l'unico modo che mi permetterebbe di giocare lo Us Open sarebbe lasciare Leo in California, cosa che non sono disposta a fare. Bilanciare la crescita di un figlio e la carriera non è semplice per nessun genitore, ma è una sfida che sono disposta ad affrontare. Voglio sostenere tutti gli uomini e tutte le donne consapevoli di come sia giusto avere una madre – o un padre – che lavora. Nessuno dovrebbe mai dover scegliere tra un bambino e la sua carriera, siamo abbastanza forti per fare entrambe le cose. Sono incredibilmente grata per tutto il sostegno ricevuto da uomini e donne di ogni parte del mondo, capaci di riconoscere l'importanza di supportare le madri lavoratrici e il loro diritto di stare con i figlio. Guardo avanti e spero che presto ci siano sviluppi positivi, in modo che questa difficile situazione si risolva e io possa tornare a competere. Nessun genitore deve decidere tra il proprio bambino e la sua carriera. Rimango ottimista sul fatto che nei prossimi giorni io e il padre di Leo potremo mettere da parte le differenze e intraprendere passi nella giusta direzione, lavorare come fossimo una squadra e raggiungere un accordo che permetta a tutti e tre di viaggiare, e a me di gareggiare. La cosa più importante, ovviamente, è assicurare a Leo la presenza di entrambi i genitori
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FAMIGLIA O TENNIS?
Numero 203 WTA (ma con la possibilità di usufruire del ranking protetto grazie alla maternità), la Azarenka ha sostanzialmente confermato, sia pure senza un linguaggio esplicito, quanto era emerso nei giorni scorsi: dopo la separazione con Billy McKeague (ex giocatore di hockey), il piccolo Leo sarebbe diventato un oggetto di ripicche personali: una prima sentenza avrebbe concesso l'affidamento al padre, peraltro impedendo alla Azarenka di portare il bambino addirittura fuori dalla California. A quanto pare, McKeague non vede di buon occhio la vita da nomade di una tennista professionista. Siamo nel campo delle pure illazioni, ma a giudicare da quanto scrive la Azarenka, verrebbe da pensare che la sua carriera nel tennis sia stato il motivo della separazione. “O il bambino o il tennis” potrebbe aver detto McKeague. Alla risposta negativa della bielorussa, sono scattate separazione e battaglia legale. Vika non è rimasta con le mani in mano e si è affidata a un noto studio legale israeliano, peraltro presentando una maxi richiesta di risarcimento (si parla di 10 milioni di dollari). La prossima udienza sarebbe fissata a settembre. Per adesso, ovviamente, il tennis passa in secondo piano. Una faccenda davvero triste. Chissà se Serena Williams e Alexis Ohanian, in attesa del loro primogenito, avranno già discusso del da farsi dopo il parto…