E’ l’ultimo americano in gara nel singolare maschile. In doppio, ha centrato una sorprendente semifinale insieme a Jack Sock. Il tennis olimpico yankee, scottato dalle batoste incassate da Serena e Venus Williams, ha il volto tranquillo e il braccio violento di Steve Johnson. Rio 2016 si presentava difficile per il tennis maschile all’americana, tenendo conto dei forfait di John Isner, Sam Querrey e dei gemelli Bryan. Ridotti ai minimi termini, hanno regalato l’esperienza olimpica allo sfortunato Brian Baker. Ma hanno trovato Johnson, l’uomo che adora gli sport di squadra e di conseguenza tutto ciò che è olimpico. “L’atmosfera mi piace da impazzire – ha detto dopo i successi dei giorni scorsi – giochiamo ogni settimana per noi stessi, mentre alle Olimpiadi giochi per qualcosa di più grande. Avere tanti buoni amici accanto è bello e divertente per me”. Per Steve è un buon momento, poiché negli ultimi due mesi ha abbattuto un paio di tabù. Si è aggiudicato il primo titolo ATP a Nottingham, poi ha raggiunto la seconda settimana a Wimbledon, esordendo sul Centre Court. Adesso si è quantomeno garantito la possibilità di giocare la finale per il bronzo. L’esperienza a Wimbledon contro Federer potrebbe dargli una mano a non sentire troppa pressione. “Avevo preparato il match al solito modo, ma quando sono entrato in campo è cambiato tutto. Ho avuto bisogno di 10-15 minuti per adattarmi”. Da bambino, Steve è cresciuto guardando le Olimpiadi in TV. Ha assaporato virtualmente il sogno di una medaglia. Adesso il sogno è a portata di mano, così come la speranza di diventare il numero uno americano. Purtroppo per lui, il torneo olimpico non offre più punti ATP. Ad ogni modo, Isner lo precede di appena tre posizioni.
Johnson conosce bene il clima delle gare a squadre, poiché è stato uno dei più forti giocatori di college. Grazie a suoi successi, l’Università della California del Sud ha vinto quattro titoli NCAA consecutivi tra il 2009 e il 2012. Successi importanti, che però hanno tardato il suo ingresso tra i professionisti. Da quando è entrato nel tour, la sua mentalità è un po’ diversa rispetto a quella degli altri. Non gli interessa avere il picco di forma nei tornei del Grande Slam, ma prova a macinare punti settimana dopo settimana. Ogni torneo è importante, per lui. Il 2016 non è stata una buona stagione, almeno fino a maggio, poi con la stagione sull’erba è cambiato tutto. “Non ho avuto un buon inizio, ma la stagione è lunga. Bisogna pensare a giocare senza pensare ai fattori esterni. Per me è stato importante concentrarmi sul campo e divertirmi nel giocare a tennis”. E per lui non c’è niente di più divertente delle Olimpiadi. Ha partecipato alla cerimonia inaugurale e ha incontrato il Segretario di Stato John Kerry. In doppio ha ottime chance di andare a medaglia, e in singolare parte favorito contro Yegeny Donskoy in vista di un possibile quarto contro Andy Murray. Per lui, che ha imparato a vincere anche nei giorni negativi, è una bella prospettiva. Probabilmente gli americani speravano in qualcosa di meglio tra i maschietti, e seguiranno con più passione le vicende di Madison Keys. Ma a 26 anni, dopo una carriera più o meno nelle retrovie, Steve sta vivendo il suo sogno. In attesa dei baby in rampa di lancio, tutto sommato, hanno buone ragioni per essere contenti.