LA STORIA – Avrebbe compiuto 94 anni Felicisimo Ampon, miglior tennista filippino di sempre. Era alto appena 150 centimetri ma colse i quarti a Parigi e battè tutti i grandi della sua epoca.

Di Riccardo Bisti – 28 ottobre 2014



Basterebbe l’incredibile incrocio di destini con Dwight Davis per rendere affascinante la vita e le avventure di Felicisimo Ampon. Tuttavia, il più grande tennista filippino di sempre merita di uscire dal dimenticatoio per meriti propri. Perchè è stato il più basso di tutti i tempi, forse. Di sicuro il più basso a giocare a Wimbledon. Un ometto di appena 150 centimetri, eppure forte e capace di giocare con i migliori dell’epoca. Una storia affascinante, vissuta a cavallo della seconda guerra mondiale, che può servire da insegnamento per chi non arriva al metro e ottantotto centimetri, l’attuale altezza media dei top-100. Nato a Manila il 27 ottobre 1920, oggi avrebbe compiuto 94 anni. In quegli anni, le Filippine erano colonie americane. E tra il 1929 e il 1932, il Governatore Generale del paese fu proprio quel Dwight Davis che una trentina d’anni prima aveva donato le 217 once d’argento che compongono la famosa Insalatiera. In quegli anni tutto sommato felici, il piccolo (mai aggettivo fu più azzeccato…) Felicisimo imparava a giocare sotto la guida del padre. Lo aveva chiamato così “perchè in quel momento eravamo una famiglia felice…felicissima”. Capì presto che il figlio sarebbe rimasto un piccoletto, allora gli allenò la risposta e i colpi di sbarramento. Felicisimo ci mise del suo con una grinta fuori dal comune. Quella rabbia che può capire solo chi è costretto a guardare sempre dal basso. Una rabbia che lo ha reso un ottimo giocatore, capace di raggiungere i quarti al Roland Garros, gli ottavi ai Campionati degli Stati Uniti e tre terzi turni a Wimbledon.
 
SEDGMAN TREMA, DROBNY PERDE
I risultati più significativi li ha ottenuti proprio a Londra. Nel 1948 si è aggiudicato il Wimbledon Plate, il defunto torneo “di consolazione” riservato a tutti quelli che perdevano al primo o al secondo turno. In finale superò l’argentino Heraldo Weiss, lo stesso che avrebbe sposato Mary Teràn, la campionessa cui è intitolato l’immenso stadio del tennis di Buenos Aires. Ma Felicismo stupì il mondo in occasione di uno sconfitta. Lottò alla pari con Frank Sedgman, numero 1 del mondo, sul Centre Court. Il match iniziò con le tribune vuote perchè avrebbe dovuto essere un match di routine. Ma Ampon si arrampicava su tutte le palle e costrinse l'australano al quinto set, facendo accorrere spettatori da tutte le parti. Un piccolo filippino di 150 centimetri, per poco, non estrometteva il giocatore del momento. Erano anni d’oro per Felicisimo, che nel 1950 ottenne il suo più importante successo ai Giochi Panamericani, battendo Bill Talbert e Tom Brown, vincitori e finalisti Slam. Il successo ebbe tale risonanza che nelle Filippine lo nominarono "sportivo dell’anno". Lui continuò a giocare ad alti livelli, battendo tutti i più forti dell’epoca. Persino Jaroslav Drobny cadde sotto i suoi colpi (1951, finale a Colonia), così come Tony Trabert e Vic Seixas. La sua epopea è transitata anche sui campi del Foro Italico, dove nl 1951 vinse il doppio misto in coppia con l’americana Shirley Fry. In finale batterono nientemeno che Doris Hart e Lennart Bergelin, futuro mentore di Bjorn Borg. Nel 1958, quando la sua eterna carriera era in fase discendente, affrontò persino Rod Laver e lo spinse al quinto set. “Anche se non era ancora la leggenda che sarebbe diventato” avrebbe raccontato anni dopo. La sua carriera è stata fortemente scandita dalla Coppa Davis, dove insieme al compagno Raymundo Deyro aveva reso le Filippine una delle nazioni più forti del continente asiatico, raggiungendo per due volte le semifinali Interzone. Ha giocato 75 partite e ancora oggi è il più vincente del suo paese. Ha giocato l’ultimo match nel 1968, a 48 anni, quando ormai il professionismo stava uccidendo il romanticismo. Battè il giapponese Toshiro Sakai nell’ultimo, estremo dispetto al Sol Levante.
 
SPIA DI GUERRA
Pochi sanno, infatti, che Ampon ha avuto un piccolo ruolo durante la Seconda Guerra Mondiale. Senza tornei internazionali, gli capitava spesso di giocare in Giappone. Ci si trovava anche ai tempi della “Campagna delle Filippine”, il violento attacco giapponese del 1941-1942. Ampon era spesso invitato a giocare con gli alti componenti dell’esercito giapponese. Anni dopo si scoprì che accettava per ascoltare i loro progetti e poi fare la spia con i suoi connazionali, in particolare al Movimento di Resistenza Filippino. Non servì a molto, perchè dopo 6-7 mesi di sanguinose battaglie, le Filippine caddero in mano ai giapponesi (salvo poi essere liberate alla fine della guerra). Cresciuto negli stenti, aveva imparato a giocare scalzo. E spesso, proprio come il famoso maratoneta Abebe Bikila, preferiva giocare senza scarpe. Si dice che nei grandi tornei non sia mai andato oltre i quarti di finale perchè non si trovava granchè con le scarpe. Leggenda o realtà, resta il giocatore più basso ad aver raggiunto certi traguardi, da far sembrare lungagnoni i vari Chang, Rochus, Yzaga, Sela e Schwartzman, giusto per citare i più famosi. Persino Sara Errani, Dominika Cibulkova e la “tascabile” Amanda Coetzer lo avrebbero guardato dall’alto. Ma nel tennis non si vince con l’altezza e Felicisimo lo sapeva bene. Dopo il ritiro, avvenuto intorno ai 50 anni, ha iniziato a lavorare a Chicago per conto per il Banco delle Filippine. Il figlio Mehl è stato un modesto giocatore negli anni 70 e oggi dirige un’accademia ad Highland Park, nell’Illinois. Proprio lì, nel cuore degli Stati Uniti, Ampon è morto nel 1997 portando con sè un mucchio di ricordi. Come quella volta, al Roland Garros 1953, quando battè Budge Patty, alto 1.93, oltre 40 centimetri più di lui. Avesse affrontato i giganti di oggi, come Ivo Karlovic e John Isner, non gli sarebbe bastata la sedia con cui Dudi Sela ha abbracciato Karlovic. Ci sarebbe voluta una scala. Probabilmente se la sarebbe procurata, con il sorriso sulle labbra. Perchè anche se lo hanno soprannominato “Mighty Mite”, lui è sempre rimasto…Felicisimo.