La leggenda del nuoto azzurro non ha cambiato opinione sul caso Sinner ed è entrata nel dettaglio

Foto di Ray Giubilo

Il modo in cui è stato gestito l’intero caso doping riguardante Jannik Sinner è stato oggetto di infinite discussioni negli ultimi mesi, con argomentazioni più o meno sensate. L’attuale numero 1 del mondo era stato trovato positivo al Clostebol per due volte durante l’edizione 2024 del Masters 1000 di Indian Wells, ma la sospensione provvisoria gli era stata revocata dopo pochissimo tempo perché la versione dei fatti presentata dall’azzurro aveva convinto l’ITIA.

Il 23enne di Sesto Pusteria aveva dovuto affrontare un lungo processo nei mesi successivi, senza che la vicenda fosse stata resa pubblica. Il mondo è venuto a conoscenza di questa storia soltanto durante l’estate – quando è stata emessa la sentenza di primo grado – che ha scagionato Jannik da tutte le accuse.

Quasi tutti pensavano che tale caso non avrebbe avuto ulteriori sviluppi, fino a quando la WADA ha annunciato la sua intenzione di fare ricorso contro la sentenza di assoluzione chiedendo una sospensione da uno a due anni per ‘responsabilità oggettiva’ (legata alla condotta del suo team).

Come tutti sanno, il 3 volte campione del Grande Slam è pervenuto ad un accordo con la WADA ad inizio febbraio e ha evitato il dibattimento dinnanzi al TAS di Losanna (che si sarebbe dovuto svolgere proprio in questo periodo).

Il ban di Sinner è iniziato ufficialmente il 9 febbraio e si concluderà tra meno di un mese, il 4 maggio. Il campione azzurro tornerà in azione agli Internazionali BNL d’Italia e giocherà anche l’ATP di Amburgo prima del Roland Garros, in programma a Parigi a fine maggio.

Tra le figure di spicco dello sport italiano che non hanno gradito la gestione del ‘caso Sinner’, c’è sicuramente la leggenda del nuoto Federica Pellegrini. In una lunga intervista concessa a ‘La Repubblica‘, Federica è tornata a parlare di questo argomento: “Non capisco perché il caso di Jannik debba essere trattato in modo diverso da tutti gli altri. Capisco che sia un atleta molto amato ed è normale che venga difeso, ma penso che abbia ricevuto un trattamento diverso rispetto al 99% dei casi analoghi.”

La Pellegrini ha rincarato la dose: “Si è parlato tanto del concetto di responsabilità oggettiva, ma è opportuno spiegare bene il suo significato. Se un membro del mio team beve una birra e fa un incidente per strada non è colpa mia, ma diventa una mia responsabilità se usa una crema e poi io risulto positivo ad una sostanza proibita. Questa regola vale per tutti gli atleti, non c’è nessuna stranezza nel caso Sinner.”