ATP e RSI sono andati a trovare Roger Federer a casa sua, sulle Alpi svizzere. Il campione di Basilea ha parlato della lotta al numero uno ed è tornato sull’argomento infortunio: “è stata una scelta difficile, ma non mi ha fatto troppo male. Non c’erano alternative”.

Il Washington Post l’ha definito “un assenza molto presente”, e non c’è dubbio che la mancanza di Roger Federer dal circuito ATP si faccia sentire. Resta il più amato dai tifosi, forse ancora di più ora che vince meno rispetto a quando dominava, perché la gente ha iniziato ad apprezzarne ancora di più lo stile di gioco diverso, quasi unico, e ha capito che il fenomeno Federer non durerà in eterno. Per la prima volta dal lontano 2000 il campione di Basilea non si è presentato allo Us Open, chiudendo la sua stagione dopo la semifinale a Wimbledon. Così, non potendo trasmettere i suoi incontri, la RSI (la tv di stato svizzera) ha pensato bene di andare a trovarlo a casa sua, sulle Alpi svizzere, in collaborazione con l’ATP. Gli americani hanno registrato la mini serie “Roger Reflects”, un’intervista che verrà proposta sul sito in varie puntate (la prima nella giornata di ieri sulla battaglia per il numero 1 del ranking), mentre gli svizzeri si sono focalizzati soprattutto sull’infortunio al ginocchio e la conseguente scelta di dire addio alla stagione 2016.

“ERA L’UNICA COSA DA FARE”
È stato difficile scegliere di rinunciare al resto della stagione – ha detto –, ma prima ne ho parlato col mio team, volevo che tutti fossero d’accordo. Durante la stagione sull’erba ho sempre avuto problemi, ed ero consapevole che dopo Wimbledon qualcosa sarebbe dovuto succedere. Ma non immaginavo di perdere 5-6 tornei. Speravo di poter tornare per lo Us Open, oppure di disputare i Giochi Olimpici e poi prendermi una pausa, ma purtroppo lo stop si è reso necessario immediatamente. Dopo aver saltato Rio 2016, New York, Shanghai e Basilea non c’erano ragioni per tornare quest’anno, magari con una condizione non ottimale. Ho preferito dare precedenza alla salute e alla carriera, che voglio portare avanti ancora qualche anno. E poi dopo l’addio al tennis vorrei ancora poter camminare normalmente. Non ho mai avuto operazione prima di quest’anno, e sono contento di aver preso questa decisione con tutta la squadra. Alla fine la scelta non mi ha fatto troppo male, perché non avevo alternative. Mi è dispiaciuto dover saltare gli appuntamenti di fine stagione, perché mi piacciono e di solito gioco bene. Ma le cose sono andate così. Ora mi concentro per preparare al meglio la Hopman Cup e l’Open d’Australia”.