Sono bastati 54 minuti a Roger Federer per avere ragione del connazionale Stan Wawrinka per 6-4 6-2. Il n.2 del mondo è in finale agli Internazionali d’Italia per la quarta volta. Per la prima volta trova Djokovic in finale … da Roma, ROBERTA LAMAGNI

dalla nostra inviata a Roma, Roberta Lamagni – foto Getty Images

 

Quanto conta la testa nel tennis? Chiedetelo a Wawrinka… quando si riprenderà dallo choc subito in questa fresca notte romana.

 

La seconda semifinale apparecchiata per la serata di gala del torneo, era quanto di meglio ci si potesse aspettare. Il giustiziere di Rafa Nadal, Stan The Man, opposto a sua Maestà Roger Federer. Una cena succulenta, che il pubblico avrebbe voluto gustarsi in quieta estasi.

 

Tutto invece si è ribaltato. Sotto gli occhi di Luca Cordero di Montezemolo, il match è decollato, si è infranto contro il muro del suono e ha fatto “boom”… o meglio flop.

 

Sembrava non essere mai uscito dal campo, Stan, che aveva iniziato martellando da fondo e bombardando al servizio, proprio come negli ultimi, goduriosi game della notte prima. Pronti via: 3-0 in 7 minuti con un break regalato da Roger all’esordio. Poi il crack, il vuoto, un inspiegabile corto circuito: una spaventosa serie di errori non forzati, palle colpite a casaccio, servizi fuori portata…

 

La caduta in un vortice che l’ha trascinato alla sconfitta del primo parziale per 6-4 – bruciante ma ancora decorosa, tutto sommato -, e all’umiliazione del 6-2 finale dopo soli 54 minuti. Una striscia di 20 punti a 2 inanellati da Federer senza tentare nulla. Lasciando andare il braccio come solo lui sa fare, ma con una dose di fiducia “extra” ricaricata dall’avversario con un “pay for you” davanti a un centrale incredulo, smontato negli entusiasmi.

“Ieri avevo giocato molto bene e oggi no – ha tagliato corto Stan – scusatemi!”.

 

Nella finale di domani contro il numero uno del mondo Novak Djokovic, alla sua quindicesima partecipazione, Federer potrà così tentare l’assalto a uno dei rari trofei di cui la sua bacheca è sprovvista (l'altro è Monte-Carlo).

 

Tre fino ad ora le finali disputate qui a Roma per lo svizzero (2003, 2006, 2013) contro gli altrettanti titoli del serbo, campione in carica. 18 a 20 i precedenti tra loro a favore del Divino Roger; uno a testa quest’anno, anche se entrambi disputati sul cemento (Dubai e Indian Wells). La migliore delle finali possibili, insomma, black out permettendo…