Lo svizzero rischia grosso contro l'arrazzato John Millman, ma se la cava appena in tempo. Brutta sconfitta per il serbo, incapace di leggere i missili di Ivo Karlovic (aiutato dal vento).

Di Riccardo Bisti – 8 gennaio 2015

 

Giornata strana, nel mondo del tennis. Si pensava che il clamoroso KO di Rafael Nadal bastasse come sorpresa di inizio anno. Invece, a distanza di poche ore, arrivano la sconfitta di Novak Djokovic e la quasi-sconfitta di Roger Federer. Non è allarme rosso in vista dell'Australian Open, ma qualche certezza è volata via. Nadal è convalescente, Nole è andato in crisi contro i missili di Ivo Karlovic (che non gli ha concesso lo straccio di una palla break), e Federer ha sofferto contro il ragazzo di Brisbane, John Millman, giunto a un passo dal miracolo. Ma andiamo con ordine. Fino al 6-4 3-1, nella notte del Queensland, lo svizzero ha visto i sorci verdi. Roger non capiva nulla contro il numero 156 ATP, che pochi mesi fa era fuori dai top-1000. Si è ripreso appena in tempo e nei quarti (ore 10, diretta SuperTennis) sfiderà l'altro australiano James Duckworth. “Sono deluso e arrabbiato per questo risultato, ma non mi scoraggio – ha detto Millman dopo il 4-6 6-4 6-3 che lo ha condannato – ho affrontato uno dei più forti di sempre ed è stato un privilegio affrontarlo, ma io gioco sempre per vincere. Credo in me stesso e nel mio gioco. Ho avuto le mie opportunità, ma non le ho sfruttate. Adoro giocare questo torneo, davanti alle persone che mi hanno aiutato nei momenti difficili. Almeno ho dimostrato che non hanno perso tempo”. Per un set e mezzo, sembrava che la sua Tecnifibre avesse una calamita verso le righe. Ha persino avuto una palla del 4-1, ma un dritto dello svizzero lo ha bloccato sul più bello. “Nel secondo set sono stato fortunato, lui stava giocando un gran tennis – ha detto Federer – nella prima partita dell'anno non sai mai cosa ti aspetta”. Oltre ai doverosi complimenti per l'avversario, lo svizzero ha ammesso di essersi sentito piuttosto stanco. Ha sudato molto, nonostante fosse tarda sera. Il caldo ha colpito.


IL VENTO SPAZZA VIA NOLE

"Quando ho realizzato che stava giocando davvero bene mi sono un po' innervosito, era solido e dominava gli scambi. Nel secondo set ho dovuto alzare il mio livello perchè lui non ha mollato di un centimetro”. Mentre Millman valuterà se giocare o meno le qualificazioni a Sydney, Federer sfiderà Duckworth, pure lui wild card e uno dei tre australiani nei quarti. Vedremo se Roger si riprenderà immediatamente, oppure sta iniziando a patire le fatiche del 2014. Lui stesso ha detto di vedere la trasferta australiana come una prosecuzione della scorsa stagione, visto che praticamente non si è mai fermato. “Mi riposerò dopo l'Australian Open” aveva detto alla vigilia. Ma se Federer tira un sospiro di sollievo, a Doha è arrivata l'inattesa sconfitta di Novak Djokovic. Il serbo ha ceduto al bombardiere Ivo Karlovic, forse galvanizzato dal raggiungimento dei 9.000 ace in carriera. Senza concedere una sola palla break, il croato gli ha scippato il servizio in una sola occasione e tanto è bastato per sigillare il 6-7 7-6 6-4 finale. Karlovic ha tirato 21 ace e per la seconda volta ha battuto il numero 1 del mondo. Gli era già successo sette anni fa, a Cincinnati, quando battè Roger Federer. “E' davvero incredibile – ha detto Ivo – quando sono arrivato in Qatar non mi aspettavo un risultato del genere. Lui non ha mostrato tutto il suo potenziale a causa del vento. Io mi sono concetrato sul mio gioco e alla fine sono stato un po' fortunato”. Il break decisivo è arrivato nel settimo game del terzo set, con una passante di dritto sulla linea. Djokovic non ha mollato, ma non ha avuto reali chance per tornare in partita. In semifinale, siamo convinti, Karlovic avrà parecchie difficoltà contro David Ferrer, che sembra tornato ai fasti di un paio d'anni fa. Aiutato dal vento, ha rifilato un doppio 6-2 a Dustin Brown e si candida come favorito del torneo, anche se Tomas Berdych sta facendo sfracelli. L'Australia ci dirà se questi strani risultati sono un episodio, oppure se le picconate del 2014, che hanno messo a rischio l'oligarchia del tennis, continueranno ancora più vigorose nel 2015.