“Non sono ancora in grado di dire se sono al 100%” ha detto lo svizzero dopo il discreto successo su Guido Pella, n.52 ATP che ha provato a giocare una partita “alla Nadal”, riuscendoci soltanto a metà. Al secondo turno se la vedrà con il britannico Marcus Willis, indiscutibilmente “la” storia del torneo.

“Associano il mio nome alla parola ‘ritiro’ sin dal 2009, quindi la cosa non mi preoccupa”. Parola di Roger Federer alla vigilia di Wimbledon. Ha ragione, King Roger. Tuttavia, ogni volta che scende in campo sul Centre Court l’aria di sacralità è sempre più densa. La gente percepisce che il momento dell’addio si avvicina, anche se il ritiro potrebbe anche non essere così imminente. Con questo clima, e con qualche dubbio sulle sue condizioni, è sceso in campo contro Guido Pella, prossimo avversario dell’Italia in Coppa Davis. Federer si è imposto in tre set (7-6 7-6 6-3 lo score), ma non ha convinto. In parte è merito dell’argentino, autore di una discreta partita e molto incisivo con il dritto mancino. Nel suo piccolo, ha provato a imitare gli schemi di Rafael Nadal, spesso efficaci contro Federer. Per un paio di set, Pella ha giocato alla pari e ha schivato otto palle break. Tuttavia, in entrambi i tie-break, Federer ha mostrato la sua superiorità.

Lo svizzero si è poi scrollato l’avversario di dosso con un maestoso break all’ottavo game del terzo set, con un paio di dritti da urlo. “Mi sono sentito bene e felice – ha detto Federer – uscendo dal campo mi sono detto quanto è bello esserci di nuovo. Ho lavorato duramente per questo sin da febbraio. Ho sempre avuto la speranza di non perdere Wimbledon e arrivarci al 100%. Vedremo se lo sarò. Non lo sa nessuno, nemmeno io sono in grado di dirlo”. In un paio d’ore ha tirato 51 colpi vincenti ed è stato molto incisivo a rete, raccogliendo 34 punti su 42. “Partita divertente, equilibrata – ha detto Federer, che al secondo turno sfiderà l’incredibile Marcus Willis, numero 772 ATP e reduce da una storia incredibile, ben raccontata da Marco Caldaraper lui è un gran momento, la sua storia è pazzesca, mostra la profondità del tennis maschile. Le classifiche raccontano solo una piccola parte della storia”. Sembra l’avversario ideale per testare una condizione che sembra ancora un tantino incerta. Roger ha ragione: è ancora presto per capire se sarà “da corsa”.