Archiviata l'assenza dell'anno scorso, lo svizzero torna nel torneo di casa e supera agevolmente il primo turno. La notizia è il prolungamento dell'accordo fino al 2020, segno che ha tutta l'intenzione per giocare altri tre anni. Darà una grossa mano a un torneo che però non vivrà ridimensionamenti dopo il suo ritiro.

24 ore prima partecipava, da spettatore, all'ultimo match del suo amico Marco Chiudinelli. Ma poi si è ripreso la scena, e lo ha fatto nel migliore dei modi: Roger Federer ha impiegato un'ora e spiccioli per passare il primo turno allo Swiss Indoors di Basilea, il torneo di casa, il torneo del cuore. Lo sanno tutti: a Basilea ha fatto da raccattapalle, ha giocato per la prima volta a 16 anni e si è imposto sette volte su un totale di dodici finali (le ultime dieci consecutive). Il problema al ginocchio gli aveva impedito di esserci l'anno scorso, ma è tornato più forte che mai. A New York aveva lottato per cinque set contro Frances Tiafoe, stavolta gli ha rifilato un severo 6-1 6-3 che lo spinge agli ottavi contro Benoit Paire, già affrontato nei quarti del 2012. Le notizie più interessanti, tuttavia, arrivano da fuori dal campo. Già sotto contratto fino al 2019, lo svizzero ha prolungato l'accordo con lo Swiss Indoors fino al 2020. In altre parole, dovrebbe deliziare i suoi ammiratori per altri tre anni. Quando la notizia è diventata di dominio pubblico e gli hanno chiesto se davvero giocherà altri tre anni, ha tagliato corto. “Ma va?”. Come a dire che sì, non ci sono dubbi. Questo accordo, ovviamente, non significa che andrà davvero così. La notizia è comunque importante: significa che l'intenzione non manca. Se poi si farà male o dovesse perdere all'improvviso la competitività, potrebbero aprirsi nuovi scenari. Se la ride Roger Brennwald, l'uomo che da 47 anni gestisce l'evento sportivo su scala annuale più importante di Svizzera.

FUTURO ASSICURATO ANCHE DOPO FEDERER
Con il suo budget di oltre 18 milioni di euro, Basilea è un punto di riferimento, ancora più forte dei tanti forfait (quest'anno hanno incassato quelli di Nadal e Kyrgios), alla concorrenza di Vienna e all'assenza di un title-sponsor. Dopo l'uscita di scena di Davidoff (marca di sigarette, dunque non troppo gradita), avevano incaricato Infront Ringier di trovare un sostituto. Niente da fare, così la società di Brennwald lo ha ripreso in mano e rilancerà dall'anno prossimo, con l'inaugurazione della nuova St. Jakobshalle. Si poteva pensare che il nuovo impianto, a 20 anni dalla sua prima apparizione nel main draw, sarebbe stato lo scenario perfetto per l'addio di Federer al tennis giocato. A quanto pare, non ne ha nessuna intenzione. Nato nel 1969 con il nome di “Barracuda Challenge”, il torneo di Basilea non cambierà città, nonostante Zurigo abbia maggior visibilità internazionale e sia rimasta senza il torneo WTA. Parlando con la stampa svizzera, Brennwald ha anticipato qualcosa sul calendario ATP del 2019, che dovrebbe essere svelato durante le ATP Finals di Londra: poiché il Masters si giocherà alla 02 Arena fino al 2020, per Basilea non cambierà molto. “Però è certo che Shanghai avrà 10 giorni di spazio, dunque inizieremo una settimana dopo”. C'è poi un po' di legittima preoccupazione per come sarà il tennis in Svizzera – e dunque Basilea – dopo il ritiro di Federer. Brennwald ha assicurato che resterà un evento di alto livello, con un grande budget: “Se e vero che i Masters 1000 hanno il doppio del montepremi, non devono pagare gli ingaggi. Noi non possiamo permetterci di non avere senza almeno una superstar”. Dunque, attingendo da un budget comunque notevole, il torneo non avrà declassamenti anche quando Roger non ci sarà più. Ma quel momento, per la gioia di molti, sembra essere ancora molto lontano.