Un concetto con una lunga tradizione e molta fortuna, che trova riscontro nei ricordi di mille match come nei passi della Bibbia. In attesa di rivedere sul campo, anche per un’ultima volta, la magia di Federer

Fluidità e semplicità

E poi, all’improvviso, in una quieta domenica pomeriggio di precoce primavera, ho capito. Mentre il tennis giocato procede imperterrito, per fortuna con il pubblico sulle tribune. Mentre Rafa, a furia di colpi pesanti, sembra aver fermato il tempo. Di Roger, del Genio, di sua Immensità, Fluidità e Semplicità mi manca, forse ci manca, soprattutto una cosa: la leggerezza.

Devo averne letto nei tanti libri su Federer divorati in questi anni, o in qualche pezzo alato del Direttore. Ma più di tutto lo avverto nel cuore, nella mente, nelle viscere. Come dimenticare le partite in cui Federer quasi non sudava; non gridava in campo come oggi è uso; era in apparenza assente (in un’altra dimensione?), a rischio di perdere punti chiave; disegnava volée rilassanti e dropshot onirici; colpiva rovesci lungolinea e la pallina si sovrapponeva a tal punto alla riga da riapparire solo quando toccava terra; metteva la pallina da una parte guardando dall’altra…? E i tweener? E la SABR? Date un occhio qui, per ricordare:

https://www.youtube.com/watch?v=ScKohNh-1E8

https://www.youtube.com/watch?v=mExHw1oTP8Y

Se la leggerezza è an che una… maledizione

Non solo conigli dal cilindro: ogni tanto pure qualcun altro li estrae. Non solo nostalgia per qualcosa che non tornerà più: è la vita. Non solo romanticherie. Percezione di uno stato d’insieme, di una benedizione complessiva su qualcuno quasi troppo talentuoso per essere vero. Appesantiti come siamo da troppo di tutto, forse abbiamo dimenticato e dato quasi per scontato che la leggerezza in quantità così massicce (ossimoro?) e qualità così nitida è stata possibile. E può esserlo pure per noi, in altri campi, nelle nostre giornate più ordinarie.

E allora ho cercato nella Bibbia. Credetemi, mai la leggerezza nel Grande Codice è vista come virtù. Ogni tanto si dice che Dio alleggerisce i pesi degli umani, e fin qui nulla di nuovo sotto il sole: se non facesse nemmeno quello… D’altronde, se per le Scritture la gloria etimologicamente è il “peso” (kavod), si capisce perché lì si privilegi la gravità. Tanto che la radice verbale della leggerezza significa maledizione, pensate un po’! Ma non voglio appesantirvi, proprio in tema di leggerezza. Vi lascio solo un passo evangelico in controtendenza. È il break decisivo: “Venite a me, voi tutti stanchi e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete riposo per le vostre vite. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. Parole e musica di Gesù di Nazaret, ça va sans dir. Non servono commenti. Lascio a chi legge la responsabilità dell’interpretazione, per sé…

Senza blasfemia e con le dovute distinzioni, proprio nell’ottica di queste frasi di Gesù mi manca moltissimo la leggerezza di sua Leggerezza, porto sicuro cui approdare in certe giornate pesanti. Poi, sì, subentra(va) il tifo, e questa è un’altra storia. Ma la leggerezza, la leggerezza… Una volta, di fronte all’ennesima domanda del tipo: “Ma come fai a compiere tali magie con la racchetta?”, rispose, sorridendo lieve: “Sono davvero baciato dal talento. Ho sempre saputo di avere questi colpi nelle mani, non sapevo se li avrei avuti anche nelle gambe e nella mente”. Certo, e grazie! Gloria di Roger, gloria della leggerezza…

La bella leggerezza è sottovalutata. Ma ci attende. Ricordiamolo guardando i video del Re e sperando che qualche piuma ne ricada ancora sul rettangolo di gioco. Nell’attesa, ci sorridano le parole luminose di Aldous Huxley, che pure non ha visto giocare Roger:

È buio perché ti stai sforzando troppo.

Con leggerezza (lightly), bimba, con leggerezza. Impara a fare ogni cosa con leggerezza.

Sì, usa la leggerezza nel sentire, anche quando il sentire è profondo …

Con leggerezza lascia che le cose accadano, e con leggerezza affrontale.

Con leggerezza, con leggerezza – è il miglior consiglio che mi sia mai stato dato.

Nulla di pesante o pomposo o enfatico.

Nessuna retorica… e ovviamente nessuna teologia, nessuna metafisica.

Dunque, getta via il tuo bagaglio e procedi.

Sei circondata ovunque da sabbie mobili, che ti risucchiano i piedi,

che cercano di risucchiarti nella paura, nell’autocommiserazione e nella disperazione.

Ecco perché devi camminare con tale leggerezza.

Con leggerezza, tesoro mio.

In punta di piedi e senza bagagli,

completamente libera.