Lo svizzero concede una lunga intervista al sito di Credit Suisse. “Non è stato un anno perso. Appena la schiena si è ripresa, sono migliorato. Nel 2014 vorrei vincere cinque tornei. E continuerò a provare la racchetta più grande”.
Federer ha ammesso di non avere più la rapidita di un tempo. "Ma posso ancora battere i più forti"
TennisBest – 4 dicembre 2013
C'è una luce in fondo al tunnel di Roger Federer. Lo svizzero ha due motivi per sperare in un grande 2014: la schiena, che lo ha martoriato da marzo a ottobre, è finalmente a posto. E poi ha cancellato ogni esibizione per dedicarsi soltanto agli allenamenti. Significa che l’anno nuovo dovrebbe accogliere un Federer tirato a lucido. Non sappiamo se vincerà cinque tornei o giocherà finali importanti, come ha ipotizzato nella chiacchierata con Marco Falbo per il sito di Credit Suisse, uno dei suoi sponsor, ma non c’è dubbio che nel 2014 dovremo fare ancora una volta i conti con lui.
Hai iniziato l’anno al numero 2, l’hai chiuso al numero 6. Come valuti la stagione appena conclusa?
E’ stato un anno difficile. Ho iniziato bene, con la semifinale in Australia, ed ho finito bene. Ma sarebbe meglio dimenticare i mesi da marzo a ottobre, nonostante i quarti al Roland Garros e la vittoria ad Halle. I problemi alla schiena sono iniziati a Indian Wells, in marzo, dopo la partita contro Ivan Dodig. Avrei dovuto fermarmi: le partite contro Wawrinka e Nadal sono state eccessive. A quel punto, sono rimasto indietro con la preparazione e non sono riuscito a recuperare perchè sono comparsi di nuovo i problemi alla schiena. Anche in estate, avrei fatto bene a saltare i tornei di Amburgo e Gstaad. Questi problemi mi hanno portato via un sacco di tempo e mi hanno buttato fuori rotta.
Il 2013 è stato un anno perso?
Nessun anno è perso. In tali circostanze, è stata una stagione interessante. Ovviamente, essere infortunati non è uno scherzo. Per andare oltre, ho dovuto mettere tutto in discussione. Oltre ai problemi alla schiena, ho avuto altri contrattempi che mi erano capitati raramente negli ultimi 10 anni. Ma è stata comunque un’esperienza interessante, sia nel vedere come hanno reagito tante persone, sia per come l’ho affrontata io stesso. A volte non riuscivo a muovermi correttamente, ma sono stato aspramente criticato da alcune persone.
Dopo aver raggiunto almeno i quarti per 36 Slam di fila, hai perso al secondo turno di Wimbledon contro Sergiy Stakhovsky. E’ stato il punto più basso della stagione?
Certo. E' stata una delle più grandi delusioni dell’anno. Sono andato a Wimbledon convinto che avrei potuto vincere per l’ottava volta. Ma non è stata una sorpresa, perchè non avevo giocato molto bene a Parigi. Poi Wimbledon è stato l’inizio di problemi ancora più grandi.
Queste sconfitte non abituali contro giocatori di bassa classifica ti hanno tolto la passione per il tennis?
Le sconfitte fanno parte del gioco. Ciò che conta è come si reagisce. Per me è importante essere onesto con me stesso. Sono il tipo di persona che mette tutto in discussione, l’ho fatto anche quando le cose andavano molto bene. Per questo non dedico grande attenzione alle critiche, che comunque non ritengo giustificate.
Dove ti vedi in termini di rendimento? Sei destinato a non superare certi limiti, o pensi di essere ancora capace di sfoderare grandi prestazioni?
Non vedo alcun motivo per cui non dovrei giocare ancora meglio nel 2014 e cogliere alcune grandi vittorie. Ho ancora grandi obiettivi, non ho certo dimenticato come si gioca a tennis. In fondo, ero ancora numero 1 ATP nell’autunno 2012. E a fine 2013, quando la schiena ha ripreso a stare meglio, i risultati sono migliorati. Ho raggiunto la finale a Basilea e le semifinali a Bercy e alle ATP World Tour Finals, battendo alcuni top-10 senza giocare il mio miglior tennis. Se il servizio e il dritto fossero stati un po’ più solidi, i risultati sarebbero stati ancora migliori.
Hai ottenuto alcune delle tue migliori vittorie nei tornei indoor. In autunno hai giocato 13 match di fila e hai battuto due volte un top-player come Del Potro, poi Gasquet e Dimitrov. Questi risultati ti hanno sorpreso?
I risultati finali sono stati buoni, anche se mi sarebbe piaciuto vincere un torneo. Ma forse sarebbe stato chiedere troppo, dopo un anno del genere. Sono riuscito a concentrarmi per tre settimane sul tennis e sulla tattica. Il corpo non mi ha dato alcun problema. Nei mesi precedenti era stato tutto diverso. E’ stato un grande passo, mi fa venire ancora più voglia. E’ tornata la fiducia, tutte le persone intorno a me erano di nuovo positive, l’atmosfera era molto migliore che in estate. Il morale è alto in vista dell’anno prossimo, ed è un grande sollievo. Il divertimento è tornato.
Quali sono gli obiettivi specifici per il 2014?
Vorrei vincere circa cinque tornei e giocare grandi finali, quelle dove mi diverto di più. La classifica è meno importante, a meno che si tratti di lottare per il numero 1. Ma sarebbe bello restare tra la quarta e l’ottava posizione, in modo da avere sempre una buona testa di serie.
Ci saranno cambiamenti nella tua programmazione?
Si, sono già in fase di preparazione. Mi sto concentrando al 100% sull’allenamento. Per una volta non parteciperò ad alcuna esibizione, a differenza dell’anno scorso, quando sono andato in Sud America. La cosa importante è potermi allenare a Dubai nel mese di dicembre, senza battute d’arresto. Penso che ci vorrà fino ad aprile per recuperare completamente la mia condizione. Per la prima volta, aprirò la stagione al torneo ATP di Brisbane.
Continuerai a provare racchette con un piatto corde più grande, come hai fatto in due tornei estivi?
Si, certamente. I test di questa estate non ci hanno detto molto perchè non sono stato in grado di giocare correttamente ad Amburgo e Gstaad a causa dei problemi alla schiena.
Stanislas Wawrinka è diventato un top-10. Può essere una ragione per farti giocare in Coppa Davis? In particolare, giocherai il primo turno contro la Serbia?
La situazione è la stessa di due anni fa. So da tempo che Wawrinka può battere i migliori, non ha più niente da dimostrarmi. Nelle prossime settimane prenderò una decisione sulla Coppa Davis. Al momento non ho idea di quello che succederà. Sono felice che le cose stiano andando bene a Stan. Il finale di stagione è stato spettacolare, con due svizzeri in semifinale alle ATP World Tour Finals.
A Londra, Novak Djokovic ha detto che sei ancora molto forte, ma che sei diventato un po’ più lento e non ti muovi come in passato. Cosa rispondi?
E' vero. Ma sarebbe stato strano se mi fossi mosso alla grande dopo un anno in cui non ho potuto allenarmi abbastanza, e ho perso un po’ di fiducia in me stesso. Ovviamente non mi sento veloce come negli anni migliori, ma posso ancora competere con i più forti. Questo mi fa sentire positivo. Per mesi, ho giocato pensando ai guai alla schiena e ho preso cattive abitudini. In campo, mi orientavo sulla parte posteriore piuttosto che guardare avanti, e ho perso la mia solità aggressività. In qualche modo, sono diventato un giocatore diverso. Ho bisogno di tempo per eliminare queste negatività dal mio sistema.
Perchè ti sei separato da Paul Annacone dopo oltre tre anni? E cosa ti aspetti dal nuovo coach?
E’ stata una decisione reciproca. Abbiamo parlato a Dubai prima del torneo di Shanghai, e abbiamo entrambi avuto la sensazione che fosse il momento giusto. La separazione si è svolta nel miglioro modo possibile. Paul rimarrà un buon amico e siamo ancora in stretto contatto. Con Severin Luthi ho ancora un allenatore che mi è stato utile per molto tempo. Ma non so se l’anno prossimo vorrà seguirmi per 40 settimane. In questo momento, non so se avrò intenzione di nominare un nuovo coach. Mi trovo molto bene con il mio team.
Come valuti la situazione al vertice, con Rafael Nadal e Novak Djokovic come numeri 1 e 2?
Hanno entrambi ottenuto risultati eccezionali, nettamente migliori degli altri. Penso che Nadal sia un giusto numero 1, perchè ha vinto due Slam. Non vedo l’ora di capire come inizieranno la nuova stagione, in cui saranno chiaramente i giocatori da battere.
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