Il campione svizzero ha ammesso le sue “colpe” negli anni dell’arrivo del 24 volte Campione Slam nel tour

Foto Ray Giubilo

Durante la première del suo docufilm “Federer: Twelve Final Days”, in uscita il 20 giugno su Amazon Prime, Roger Federer ha toccato diversi argomenti che hanno caratterizzato la sua carriera, tra l’avvento di Novak Djokovic.

In un tennis che a quei tempi era diviso tra Federer e Nadal, lo svizzero ammette: “Djokovic è stato visto sin da subito come il guastafeste dei miei fan e quelli di Nadal. C’era molto amore tra noi due quindi quando arrivò Novak molte persone dissero: ‘Guarda, siamo contenti di Roger e Rafa, non abbiamo bisogno di un terzo ragazzo’. Al tempo stesso anche io l’ho frainteso. Anche se c’era un po’ di clamore su di lui, io non ero del tutto convinto. Penso di non aver dato a Novak il rispetto che meritava”.

Sull’aspetto tecnico ha aggiunto: “L’ho affrontai a Monaco la prima volta (nel 2006) e sono uscito dal campo e ho pensato: ‘Sì, non è male’. Anche se c’era un po’ di clamore intorno a lui, non ero del tutto convinto. Penso di non aver dato a Novak il rispetto che meritava a causa dei suoi difetti tecnici. Ritenevo che Novak avesse un’impugnatura di diritto davvero estrema e il suo rovescio per me non era così fluido come lo è oggi. Ma poi ha risolto molto bene queste cose ed è diventato un incredibile giocatore, mostruoso”.