di Daniele Rossi – foto Getty Images
Roger Federer e Rafael Nadal di nuovo contro in una partita ufficiale e non in qualche esibizione sui tappeti volanti, questo avevamo chiesto al 2010. Forse il primo torneo della stagione avvererà il desiderio di tutti gli appassionati di tennis del mondo, anche se i due fenomeni in semifinale dovranno ancora superare gli ostacoli incombenti dall’est Europa: il russo Nikolay Davydenko per lo svizzero e il serbo Viktor Troicki per lo spagnolo.
Molto agevoli per il numero uno del mondo i primi due turni, contro il piccolo belga Christophe Rochus (cui ha lasciato solo 3 game) e contro il russo Evgeny Korolev. Pieno di insidie invece il quarto di finale contro l’eterno talento incompiuto Ernests Gulbis, che contro Federer ha dimostrato ancora tutte le sue qualità e tutti i suoi limiti. Il punteggio finale di 6-2 4-6 6-4 esplica perfettamente le difficoltà avute da Federer contro il lettone. Primo set dominato dallo svizzero, mostruoso al servizio e spesso a rete, con un Gulbis capace solo di tirare sassate da fondo campo. Come spesso gli accade ultimamente, Federer cala nel secondo set e il lettone ne approfitta aggiudicandosi la frazione con un break al nono e decisivo game. Nel terzo set lo svizzero serra le fila, anche se gli errori si sprecano da entrambe le parti: break di Federer, immediato controbreak di Gulbis e accelerata decisiva di Roger che strappa il servizio all’avversario sul 4-4 e chiude il match in un’ora e 47 minuti.
Poco prima Rafa Nadal si era sbarazzato in circa mezz’ora del belga Steve Darcis, che si è ritirato sotto di 6-1 2-0, per dolori alla schiena, anche se è facile pensare a un ritiro per manifesta inferiorità. Troppo evidente il “mismatch” tra i due, con il peso-piuma Darcis impotente di fronte alle randellate di un ritrovato Nadal, finalmente capace di giocare potente e profondo come ai bei tempi.
Nel quarto di finale meno nobile si sono sfidati Victor Troicki e Lukas Kubot, entrambi beneficiari di un agevole tabellone. Il serbo aveva battuto Gimeno-Traver e Olivier Rochus, il polacco invece si era sbarazzato della wild-card egiziana Maamoun e dell’ucraino Stakhovsky. In questa battaglia tra poveri la spunta Troicki 7-6 al terzo, ma Kubot ha ben impressionato e sembra ormai maturo per conquistare un posto stabile tra i primi 100.
L’ultimo quarto di finale tra Nikolay Davydenko e Ivo Karlovic si poneva come un interessante scontro di stili, tra il veloce e solido gioco da fondo di Kolya e il serve and volley del gigante croato. La partita si rivela in realtà povera di emozioni, con i due giocatori che di volta in volta non lasciano nemmeno le briciole a chi risponde. Davydenko cede un solo punto in cinque turni di battuta, Karlovic appena quattro. Il tie-break è la conclusione inevitabile: Ivo si porta avanti sul 4-2, ma spreca malamente il vantaggio e Nikolay chiude in fretta il conto per 7 punti a 4. Il secondo set è stretto parente del primo: Karlovic deve annullare due palle break, il russo nei suoi turni di battuta è sempre più implacabile e così si arriva al secondo tie-break. Subito mini-break in apertura di Davydenko che si porta sul 4-1 e poi sul 6-3. Ivo riesce ad annullare i primi tre match-point, approfittando di due errori clamorosi del russo, che però si riprende subito con due risposte che fulminano il croato e conquistando la finale al quinto match-point.
Sembra già chiuso il pronostico tra Troicki e Nadal, che ha vinto nettamente entrambi i precedenti (due vittorie in tre set agli Australian Open e Us Open 2008), mentre la recente inversione di tendenza negli head to head tra Federer e Davydenko, lascia qualche speranza al russo, che sembra non aver perso nulla del brillantissimo smalto messo in mostra al Masters londinese.
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Roger Federer e Rafael Nadal si sono incontrati su un campo molto speciale, un tappeto volante rialzato da terra da grandi tiranti quasi invisibili