Alla vigilia della sua seconda partita a Londra 2010 contro lo scozzese ecco le sensazioni, a tutto tondo, di Roger Federer…

traduzione a cura di Francesca Colombo – foto Getty Images

 

– Ci dici qualcosa del tuo esordio a Londra 2010?

“Penso sia stato un match difficile. Se uno guarda il punteggio non sembra, ma in realtà non è stato un match facile. Di solito con un punteggio così non si gioca più di un’ora e invece la partita è durata 1h e 25.Ci sono stati parecchi game combattuti, soprattutto nel secondo set. Sono molto contento di come è andata la partita, perché il primo match qui non è mai facile, giochi con i primi 10 del mondo e quindi è subito dura. Mi ritengo contento della mia performance”.

 

– Adesso affronterai Andy Murray. Stai pensando a qualche strategia in particolare rispetto a quelle che hai utilizzato in passato?

“Non saprei, alla fine quando giochi con i top player anche se hai vinto cinque volte di fila devi scendere in campo e vedere cosa succede. Devi riadattarti al giocatore che hai di fronte. Non credo che nessuno di noi abbia battuto l’altro cinque volte di fila. Capita che una volta vinca uno e un’altra volta vinca l’altro. Mi riferisco a Murray, Djokovic e Rafa. Bisogna vedere anche chi è più stanco e chi è più fresco, sono tanti i fattori. Ho parecchie affinità con Murray. Se ci penso abbiamo giocato entrambi bene in Australia, a Toronto e a Shanghai. E qui sembra lo stesso. Spero di essere un po’ più solido di lui. Lui ha avuto un grande stagione e quindi sarà un grande match”.

 

– Ci puoi spiegare la differenza tra il campo di Basilea, di Parigi Bercy e questo di Londra?

Beh, Basilea è mediamente veloce. Parigi è molto veloce, quindi questo sembra relativamente lento. Difficile trovare molti ace qui. A Basilea e Parigi ho servito in media una quindicina di ace a partita, qui forse 5”.

 

– Diego Maradona era tra il pubblico che ha visto il tuo match…

“Non lo sapevo”

 

– Sei un suo fan, lo conosci?

“No, non lo conosco, non sapevo neanche fosse qui. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo. E’ stato un grande giocatore e penso che la sua storia sia veramente interessante”.

 

– La nuova programmazione della stagione (dal 2012) è stata annunciata oggi. Cosa ne pensi. Non ci sarà uno stop tra Parigi e Londra?

“Intendi i due tornei indoor, non i due estivi? (ride, ndr). E’ un bene che il Master finirà più presto così avremo più settimane di stop prima di ricominciare e avremo modo di riposare e di curarci, anche semplicemente per recuperare da una banale infiammazione. Non sono un dottore ma almeno tre settimane per curarsi ci vogliono. Penso che sia un passo nella giusta direzione”.

 

– Tu hai giocato la finale del Master negli Stati Uniti, in Asia e in Europa. Quanto è importante che questo torneo venga giocato in diverse parti del mondo?

“Ricordo che in Asia era davvero un grande evento. Sicuramente avere la finale del Master qui a Londra è una gran cosa, in un paese come questo dove lo sport, soprattutto il tennis, è così amato. Penso che sia difficile trovare un posto migliore di Londra. Anche Houston secondo me è stato un successo. Un grande pubblico, fantastico e un torneo perfettamente organizzato. La cosa importante è non cambiare ogni anno. Un torneo diventa grande e importante se sopravvive almeno per qualche stagione. Questo è la direzione giusta per far funzionare le cose”.