Lo svizzero perde la 13esima partita del 2013 e si ritrova coinvolto nella lotta per qualificarsi al Masters. Basilea e Bercy saranno decisivi. Fognini cede in due set a Djokovic. 
Non ci sarà l'atteso quarto di finale tra Novak Djokovic e Roger Federer

Di Riccardo Bisti – 10 ottobre 2013

 
“Spero non dover fare affidamento sul ritiro di Andy Murray per giocare il Masters. Se succederà, succederà. Ma non è quello che mi auguro”. Sono le parole di Roger Federer dopo l’ennesima sconfitta, la tredicesima stagionale. Lo svizzero ha ceduto 6-4 6-7 6-3 all’esuberanza fisica di Gael Monfils. Il problema di Federer è che si tratta di un punteggio bugiardo. Già, perché Monfils avrebbe potuto chiudere in due set. Sin dall’inizio, il francese “orange” ha deciso che il destino di questa partita avrebbe dovuto passare dalla sua racchetta. Ha spinto a volontà, aggiungendo uno strepitoso rendimento al servizio (15 su 18 con la prima): il 6-4 finale era logica conseguenza. Non cambiava nulla nel secondo, in cui “Lamonf” volava sul 5-3. Se il suo avversario avesse avuto un altro cognome, il match sarebbe finito lì. Ma dall’altra parte c’era pur sempre Federer, con il suo carico di leggenda e 17 Slam in bacheca. Monfils ha commesso un paio di errori che hanno riaperto il match. Nel tie-break, avanti 5-3, il francese ha concesso quattro punti consecutivi a Federer. Monfils non è noto per la sua solidità mentale, si poteva anche pensare a un crollo. “In effetti nel secondo set sono stato un po’ fortunato – ha detto Federer – ho avuto qualche chance in avvio di terzo, poi lui ha iniziato a servire bene e per me è stato tutto più difficile. E’ stata una prestazione piena di alti e bassi”.
 
Il fatto è che i “bassi” sono diventati troppo frequenti. Perdere contro Monfils ci può stare, ed è certamente meno grave rispetto alle batoste contro Stakhovsky, Brands e Delbonis. Il problema è che Federer non sembra più competitivo. Da una parte c’è l’orgoglio del campione che non molla. Lo stesso orgoglio che alimenta il suo ottimismo per il 2014. Un ottimismo che si scontra con la frustrazione generata da un mucchio di errori. Se Roger non fosse così lucido, quasi combattivo, nelle dichiarazioni post-match, verrebbe da dire che sembra un tantino arrendevole, come se si stesse rassegnando al declino. Non è così, anche perché dopo la sconfitta in singolare ha onorato l’impegno in doppio, perdendo 10-8 al tie-break contro Dodig-Melo insieme al cinese Ze Zhang. Il problema di Federer, in questo momento, si chiama ATP World Tour Finals. Da qui a fine stagione, giocherà i tornei di Basilea (dopo tante polemiche) e Parigi Bercy. E’ messo abbastanza bene, anche perché sarà sufficiente la nona posizione. Tuttavia, ha meno di 400 punti di vantaggio su Raonic e Tsonga. A Shanghai, il canadese ha perso contro Wawrinka (che con questo risultato supera proprio Federer nella race), mentre Tsonga è ancora in gara e potrebbe avvicinarsi. Si è creata una situazione paradossale, del tutto inattesa a inizio anno. Il management di Roger ha creato più di un problema per l’ingaggio al torneo di Basilea: in questo momento, diventa fondamentale per restare tra i primi otto. 
 
Nei quarti, Monfils se la vedrà con Novak Djokovic, vincitore con un doppio 6-3 su Fabio Fognini. E’ stata l’ennesima partita-psycho con protagonista il ligure. La novità è che alle stranezze ha partecipato anche Djokovic. Dopo un primo set “regolare”, il serbo ha commesso qualche errore di troppo in avvio di secondo e ha scagliato via la racchetta in un paio di occasioni. A quel punto, Fognini si è lamentato con l’arbitro per i mancati warning a Djokovic. Proteste legittime, soprattutto quando a te non ne fanno passare una. Ma la tempistica è stata sbagliata. Anziché cercare di aumentare la frustrazione di Djokovic, Fabio si è distratto a sua volta e ha ceduto in due set. La giornata negativa è terminata più tardi, quando in coppia con Andreas Seppi ha perso in doppio contro Marrero-Verdasco, vincitori col punteggio di 6-4 5-7 10-7. Il Masters 1000 di Shanghai, dunque, si allinea ai quarti con un’altra sorpresa: David Ferrer conferma il momento negativo e cede in due set a Florian Mayer, prossimo avversario di Tsonga. Nella parte bassa, un grintoso Nicolas Almagro ha eliminato Berdych mentre Juan Martin Del Potro non è nemmeno sceso in campo grazie al forfait di Tommy Haas. In chiusura di programma, Carlos Berlocq ha opposto un’accanita resistenza a Rafael Nadal, vincitore per 6-1 7-6 dopo essersela vista brutta nel tie-break, in cui è stato in svantaggio 4-1 con due minibreak. Due doppi falli dell’argentino gli hanno evitato un supplemento di fatica. Adesso se la vedrà con Stanislas Wawrinka.
 
MASTERS 1000 SHANGHAI
Ottavi di Finale
Novak Djokovic (SRB) b. Fabio Fognini (ITA) 6-3 6-3
Gael Monfils (FRA) b. Roger Federer (SUI) 6-4 6-7 6-3
Florian Mayer (GER) b. David Ferrer (SPA) 6-4 6-3
Jo Wilfried Tsonga (FRA) b. Kei Nishikori (JPN) 7-6 6-0
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Tommy Haas (GER) ritiro
Nicolas Almagro (SPA) b. Tomas Berdych (CZE) 6-7 6-3 7-6
Stanislas Wawrinka (SUI) b. Milos Raonic (CAN) 7-6 6-4
Rafael Nadal (SPA) b. Carlos Berlocq (ARG) 6-1 7-6
 
Quarti di finale
Novak Djokovic (SRB) vs. Gael Monfils (FRA)
Jo Wilfried Tsonga (FRA) vs. Florian Mayer (GER)
Juan Martin Del Potro (ARG) vs. Nicolas Almagro (SPA)
Rafael Nadal (SPA) vs. Stanislas Wawrinka (SUI)