57 giorni. Da quando Roger Federer ha scelto di fare il tennista, non era mai capitato che si dovesse aspettare così tanto per rivederlo in campo. Per questo c'era grande attesa, sia per un esordio di fuoco contro Juan Martin Del Potro (21esimo scontro diretto, all'ora di cena su Sky Sport 2), sia per la prima conferenza stampa dopo l'infortunio e l'operazione al ginocchio sinistro. Era ovvio che l'avrebbero riempito di domande sull'argomento, per capire come siano avvenuti incidente e riabilitazione. Roger non si è tirato indietro e ha spiegato che l'infortunio è avvenuto esattamente il giorno dopo la sconfitta contro Novak Djokovic nella semifinale dell'Australian Open. L'incidente sarebbe avvenuto mentre stava preparando il bagnetto per le sue figlie: mentre si spostava da destra verso sinistra, ha spostato il peso del corpo sul piede sinistro. In quel momento ha avvertito un “click” al ginocchio e inizialmente non vi ha dato troppo peso: doveva andare allo zoo con la famiglia e ha rispettato il programma, pur avendo la gamba gonfia. Al ritorno in Svizzera si è sottoposto a risonanza magnetica, da cui è emersa l'esigenza di un intervento in artroscopia, effettuato il 3 febbraio. “Ricordo di aver sentito qualcosa di strano al ginocchio – ha detto Federer – è stato un movimento semplice, lo avrò fatto un milione di volte. Quando mi hanno detto che avrei dovuto operarmi ho visto le immagini della risonanza, ho parlato con il dottore e ho capito che era l'unica cosa da fare”.
RIABILITAZIONE SENZA INTOPPI
Al momento di entrare in sala operatoria, lo svizzero si è fatto prendere da nervosismo e un pizzico di tristezza. “Quando mi sono svegliato e ho guardato il ginocchio, non mi sembrava neanche la mia gamba. In quel momento ho avuto paura. Però sono bastati 1-2 giorni e il dolore è passato. Ho realizzato che potevo nuovamente muovermi. Ho imparato a camminare con le stampelle: lo avevo fatto soltanto una volta, nel 2005, quando mi ero strappato i legamenti del piede. Il recupero è andato a piccoli passi, ma è abbastanza incredibile la rapidità con cui sono passato dalle stampelle alla corsa, il salto e gli sprint”. Federer si è tolto le stampelle dopo appena 12 giorni e ha ripreso gli allenamenti completi (tennis più atletica) soltanto una decina di giorni fa. Nonostante l'assenza a Rotterdam, Dubai e Indian Wells, ha detto di essersi goduto il periodo. “Sembra strano, ma ho apprezzato i miglioramenti su base quotidiana. Ho mantenuto una mentalità positiva. Lavoravo 2-3 volte al giorno e sono rimasto in Svizzera per cinque settimane di fila, cosa a cui non sono abituato. Mi è piaciuto tutto, dalla riabilitazione al tempo trascorso con la famiglia. Non ci sono state battute d'arresto”. Adesso Federer sfiderà Juan Martin Del Potro, reduce – lui sì! – da un rientro molto tribolato. Lo ha battuto 15 volte su 20, ma tutti ricordano la sconfitta nella finale dello Us Open 2009. “Mi piace Juan Martin, abbiamo vissuto alcuni buoni match: due quinti set a Parigi, ovviamente a New York…è bello vederlo di nuovo. Non l'ho ancora visto giocare da quando è tornato, quindi non so bene cosa aspettarmi, anche se il mio coach lo ha studiato a dovere. Alla fine mi concentrerò sul mio gioco, anche se non ho molto aspettative. Mi basterà capire a che punto sono”
"NON C'E' UN PROBLEMA DOPING, PERO'…"
Non poteva mancare un parere anche sul tema del momento: l'uguaglianza di montepremi tra uomini e donne, dibattito scatenato dalle dichiarazioni di Raymond Moore, ex direttore di Indian Wells. Lo svizzero ha optato per dichiarazioni morbide: “Sono contento che il tennis abbia prodotto alcune delle migliori atlete del mondo. Penso che l'uguaglianza dei premi sia una buona cosa”. In questo periodo c'è stato anche il caso Sharapova. “Sono totalmente sorpreso, ma non credo che il tennis abbia un problema di doping – ha detto – anche se mi piacerebbe una maggiore consistenza nei controlli. Abito a Dubai da 10 anni e mi hanno controllato solo una volta. Non è una buona cosa. Mi hanno controllato più spesso in Svizzera, ma solo perché l'addetto svizzero abita nel mio paese. E' venuto a controllarmi sia il giorno dopo l'intervento che una settimana dopo”.