AUSTRALIAN OPEN – Lo svizzero soffre contro l’arrazzato Tsonga, ma lo doma in cinque set. Ha giocato quasi tutto il torneo in sessione serale. “Ma non credo sia un vantaggio”.
Roger Federer nell’intervista post-match con Jim Courier
Di Riccardo Bisti – 23 gennaio 2013
La vittoria di Roger Federer contro Jo Wilfried Tsonga è figlia dei turni precedenti. Battere in tre set Davydenko, Tomic e Raonic gli è tornato utile quando il match con il francese è diventato bagarre. Ha dovuto spremersi a fondo per evitare una sconfitta come quella a Wimbledon 2011. Sarebbe stata meno clamorosa, ma gli avrebbe impedito di azzannare la decima semifinale consecutiva all’Australian Open, torneo già vinto in quattro occasioni (2004, 2006, 2007 e 2010). Invece ha saputo gestire la situazione in un match sofferto, chiuso con il punteggio di 7-6 4-6 7-6 3-6 6-3. “E’ stata una buona partita, piena di alti e bassi, ma con più momenti positivi rispetto a quelli negativi – ha detto lo svizzero – avrei potuto vincere in tre o in quattro set, ma avrei anche potuto perdere. Per questo va benissimo un successo in cinque”. Federer ha faticato a scrollarsi di dosso un francese molto in palla con servizio (alla fine tirerà 20 ace e ben 66 colpi vincenti). Lo strappo decisivo è arrivato nel quarto game del quinto set e lo proietta verso la semifinale contro Murray. Nell’ultimo match della sessione diurna, lo scozzese non aveva avuto problemi contro Jeremy Chardy, in gran forma ma inadeguato a giocare a certi livelli. Una volta disinnescato il servizio, il suo tennis è troppo legato alle lune del dritto. Murray è ben più solido e non gli ha dato mezza chance. L’appuntamento con Federer è per venerdì sera. Finalmente Murray giocherà in notturna, dopo aver alimentato una polemicuccia con gli organizzatori per il fatto di essere collocato sempre di giorno. In un torneo come l’Australian Open, in effetti, potrebbe essere un fattore. Ed è un dato di fatto che lo svizzero abbia giocato di giorno solo al primo turno contro Benoit Paire. Con la “schedule” degli ultimi giorni già definita, se dovesse arrivare in finale avrebbe giocato sei match su sette in notturna. “Non credo che sia un vantaggio – ha tagliato corto – magari se ci fossero ogni giorno 35 gradi sarebbe diverso, ma non è così. Credo che molto sia dipeso dal mio tabellone”.
In verità, Federer ha mostrato qualche crepa. Ha inventato magie epocali, soprattutto nel tie-break del terzo set, ma gli è mancata la continuità. Difficilmente potrà permettersi certe pause contro Murray. Si presenterà fisicamente al top. Lo ha confermato nel post-partita, e ha detto di aver prestato particolare attenzione alla fase difensiva. “Magari non ho fatto niente di specifico, ma con le superfici sempre più lente è importante essere forti in difesa”. Mentre Tsonga torna a casa carico come una molla (“Devo ringraziare Rasheed, è una persona molto positiva. Mi sa motivare, sembra che tenga alle vittorie più di me!”), Federer si concentra su una semifinale molto delicata anche in chiave-finale. L’Australian Open è l’unico torneo in cui le semifinali si giocano in due giorni diversi. Djokovic-Ferrer si affronteranno giovedì. Il vincitore avrà dunque 72 ore per recuperare. Dovesse essere Djokovic, insomma, avrebbe una posizione di vantaggio. Gli scontri diretti con Murray vedono Federer in svantaggio, ma non ci ha mai perso in uno Slam. “Grazie per avermi fatto notare un dettaglio positivo!” ha scherzato durante la conferenza stampa. “Giocare con Murray è sempre interessante, anche se ora ha un po’ cambiato il suo stile, è più aggressivo. Ma so cosa aspettarmi, ci siamo affrontati spesso, anche di recente”. Giocare di sera ha modificato la routine di Federer: va sempre a letto verso le 3 del mattino e si sveglia a mezzogiorno. “Sono due settimane che salto la colazione. Non so se è una bella vita. Amo le sessioni serali, ma a volte sarebbe stato meglio giocare di giorno perché i bioritmi sono più regolari. Dormire dalle 3 alle 12 non è quello che ti aspetteresti di fare. Ma sono felice di farlo”.
Da parte sua, Murray ha provato a smontare la polemica dopo il successo contro Chardy. “Per me la programmazione fa parte delle difficoltà del torneo. Se io fossi stato il direttore del torneo, avrei messo Federer-Tsonga di sera perché era il match del giorno. Non ho problemi con l’ordine di gioco, nemmeno per i giorni scorsi. Semplicemente ho risposto a una domanda e ho detto che a volte la programmazione favorisce alcuni giocatori piuttosto che altri. E che io dovrò organizzarmi”. L’allusione è a due sedute di allenamento serali sulla Hisense Arena (una mercoledì e una giovedì), il cui scopo è adattarsi alle luci artificiali e alle condizioni climatiche. “Ho giocato un paio di match serali Brisbane, ma qui è molto diverso. Allora ho deciso di fare così”. Sarà un match molto delicato: Murray batterebbe il Federer visto contro Tsonga, ma siamo pronti a scommettere che venerdì sera sarà un altro Roger. Sicuro.
Le fasi salienti di Federer-Tsonga
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...