Da Londra Federico Mariani – foto Getty Images
Si materializza l’impossibile, accade l’imponderabile. Da Roger Federer a Roger Federer. Lo svizzero sorprende un falloso Djokovic regolandolo in due set – 7-5 6-2 lo score – creando piccole ma importanti crepe in un meccanismo che pareva ormai perfetto ed indistruttibile. E’ il campione di Basilea a stoppare l’incredibile serie vincente del primo giocatore del mondo, così come era stato l’elvetico a batterlo nell’ultima circostanza. Un viaggio, quello del serbo, perdurato per 23 incontri e quattro titoli per quasi tre mesi d’intoccabilità. S’interrompe oggi anche il filotto di vittorie alle Finals per il quattro volte campione, una serie che vedeva il serbo senza sconfitte da 15 partite con l’ultimo k.o. targato 2011.
Cercando di avere una visione d’insieme più fredda e meramente calcolatrice, questa sconfitta inficia Nole fino ad un certo punto in quanto il serbo è ancora perfettamente in corsa per un posto in semifinale e, quindi, non vengono per nulla scalfite le ambizioni del quinto trionfo da Maestro. Certo, oggi si rilanciano notevolmente le quotazioni di Federer che, oltre a staccare anticipatamente il pass per le semifinali con la vittoria numero 60 nell’appuntamento che chiude la stagione, accende con un minimo d’incertezza un torneo che pareva ormai instradato sulla via di Belgrado.
La partita. Il match parte in sordina e nel game inaugurale è Nole ad issarsi subito a palla break. Federer allestisce uno degli schemi preferiti della casa e col servizio-dritto cancella la pericolosa chance al rivale, mentre col primo ace sale 1-0. Si procede spalla a spalla con Roger in un crescendo di fiducia al servizio e Djokovic solido sì, ma col mirino da calibrare. Nel dodicesimo game due erroracci di Nole ed un buon attacco elvetico donano a Federer la prima palla break della sua partita, che equivale ad un setpoint. Lo svizzero sciupa spedendo a metà rete un dritto in manovra difensiva, Djokovic manca la palla del tie break e, non chiudendo uno smash abbastanza agevole, regala una seconda opportunità a Federer. Stavolta lo svizzero gioca a modo suo, attacca col dritto e prende la rete, Nole tenta il passante in allungo e Roger risponde con la demivoleè stoppata di rovescio che bacia la riga e ricade una seconda volta troppo velocemente anche per le supergambe di Nole. L’Arena, un grande polmone che respira per Roger, viene giù per il 7-5 dell’ex numero uno del mondo dopo 44 minuti.
Tramortito dal set ceduto in volata, Djokovic con tre disastrosi errori concede il break in avvio della seconda frazione lanciando Federer sul 2-0. Quasi sorpreso dal punteggio troppo favorevole, Roger accusa il primo passaggio a vuoto del suo incontro e cede a 30 il vantaggio appena strappato. E’ una questione di tempo. Federer riprende immediatamente ritmo al servizio, mentre Djokovic continua ad inciampare in troppi errori da fondocampo. Nel sesto game arriva il nuovo allungo rossocrociato che, col passante di rovescio vincente solo parzialmente corretto dal nastro, affonda un nuovo break, stavolta decisivo. Roger non ha neanche bisogno di dover servire per il match perché, sotto 2-5, il belgradese non trova la forza di allungare la disputa e, dopo un’ora accompagnata da diciassette minuti, la straordinaria striscia vincente trova il suo epilogo.
Come detto in apertura, è senz’altro un Djokovic diverso dalle versioni ammirate nella collezione autunnale. Sbaglia molto il serbo, macchiando il suo match con la bellezza di 22 errori non forzati, per nulla ammorbiditi dai 12 colpi vincenti per un sanguinoso -10 nel bilancio. Roger serve in modo straordinario portando a casa tre punti su quattro con la prima cui accompagna un ottimo 12/18 di resa con la seconda palla per una prima che entra due volte su tre. Con queste percentuali, a livello indoor, lo svizzero può far tremare tutti, Djokovic incluso.
Il discorso qualificazione, a sorpresa, si riapre per tutti i contendenti donando una certa importanza all’ultima giornata di round robin. La situazione vede al momento il solo Federer qualificato con certezza in virtù di due incontri vinti entrambi per due set a zero, senza tuttavia sapere se come primo o secondo. gli altri tre sono ancora vivi, ma una probabile facile vittoria di Djokovic su Berdych spegnerebbe ogni dubbio.