Intervistati da Ubitennis, i due ex numeri uno del ranking hanno detto la loro sul futuro da allenatore di Federer. È ovvio che nel breve periodo nei piani dello svizzero non rientri questa possibilità, ma i due non sembrano escludere alcuna opzione.

Andy Murray e Novak Djokovic sono stati due tra i pochi fortunati ad aver accompagnato Roger Federer nell’ultimo atto della sua carriera da professionista. Proprio in occasione della Laver Cup, ai due ex numero uno del mondo è stato chiesto, ai microfoni di Ubitennis, quali possano essere le possibilità di vedere ancora lo svizzero sui campi di tennis, questa volta in veste di allenatore. Secondo DjokovicFederer ha tantissimo da offrire. Se prenderà mai in considerazione la possibilità di diventare allenatore, penso che potrebbe portare moltissime cose positive e consentirebbe una crescita enorme al tennista con cui si allenerà. Molta gente non crede sia possibile, per via del suo stile di gioco, che non richiede sforzo fisico, perché è frutto del talento, che è qualcosa di naturale. Ma lui ha sempre enfatizzato, in tutta la sua carriera, il fatto di aver sempre dovuto lavorare per perfezionare il suo tennis e farlo sembrare semplice”. Andy Murray non ha avuto dubbi sulla sua risposta: “Credo che sarebbe una sfida per lui allenare qualunque tennista, perché cercherebbe di mettersi nella sua pelle e di sapere che per tutti gli altri esseri mortali è molto difficile giocare a tennis, molto di più rispetto a quanto si poteva pensare vedendo giocare lui. Penso che, se un giorno allenerà, sceglierà giocatori con molto potenziale e una grande motivazione per apprendere. La verità è che è fantastico vedere quanto si diverte a giocare a tennis, la maniera in cui interpreta e ama questo sport.” Lo stesso Federer, nel corso delle numerose interviste che hanno preceduto il suo ultimo match, non ha escluso la possibilità di intraprendere questa carriera in futuro. Certamente nel breve periodo non lo vedremo in un angolo a dare consigli a qualche tennista, ma chissà che in futuro non possa incamminarsi lungo questa strada, come tanti suoi colleghi prima di lui.