di Giorgio Valleris – foto Getty Images
Roger Federer saluta i Fab Four ma già medita l'immediato rientro nell'Olimpo del tennis. Come noto già da qualche giorno, dopo la sconfitta a sorpresa nel secondo turno di Wimbledon contro l'ucraino Stakhovsky, il campione svizzero è scivolato alla quinta posizione del ranking Atp. Per ritrovare Roger fuori dai primi quattro giocatori del mondo, bisogna fare un passo indietro lungo dieci anni: infatti, Federer era stato quinto per l'ultima volta nel giugno 2003. Ma di lì a pochi giorni, il fenomeno di Basilea conquistò il suo primo Slam proprio a Wimbledon, iniziando una cavalcata irresistibile che gli permise di raggiungere il primo posto (2004) e conservarlo ininterrottamente fino all'agosto 2008.
Ancora l'erba dell'All England Club sulla strada di Roger che, lo scorso anno, grazie al settimo sigillo nello Slam londinese, è riuscito a riacciuffare la vetta del ranking Atp che gli mancava dal maggio 2010. Quel numero uno ritrovato (per 17 settimane) ha permesso a Federer di toccar quota 302 settimane da campione del mondo.
Numeri da record a parte, se nel 2012 lo Slam inglese è arrivato a coronamento di un periodo di forma straordinario (6 titoli), quest'anno il cammino a Wimbledon non fa che confermare il brutto momento di Federer che nel 2013 ha trionfato solo in quel di Halle. Bottino “misero” per chi (e solo per chi) ha collezionato 77 vittorie in carriera tra cui 17 Slam…
Tutt'altro che appagato dai titoli in bacheca, Federer è già pronto a dar la caccia alle primissime posizioni e per farlo andrà a cercar fortuna sulla terra rossa di Gstaad (dove vinse nel 2004) e Amburgo (2002, 2004, 2005 e 2007) con l'obiettivo di rientrare nei Fab Four subito e presentarsi così agli US Open tra i primi quattro del mondo.
Dopo la sconfitta a Parigi, Federer aveva già dichiarato che avrebbe tirato le somme sulla sua stagione 2013 non prima degli US Open ma, probabilmente, non immaginava di uscire già al secondo turno a Londra. Ora, gli impegni di Amburgo e Gstaad, oltre ovviamente allo Slam newyorkese, sembrano l'ultimo treno utile per raddrizzare una stagione fin qui avara di soddisfazioni per il campione svizzero.