Gilbert Ysern, direttore del Roland Garros, ammette che l’ammodernamento dell’impianto costringerà la federazione francese a indebitarsi come non mai.Di Riccardo Bisti – 11 aprile 2014

 
Martedì prossimo ci sarà il primo atto ufficiale del Roland Garros 2014: la pubblicazione dell’entry list. Ma ci sarà tempo e modo per parlare della vicenda tecnica. A Bois de Boulogne stanno già scaldando i motori per la nuova edizione, anche se i grossi cambiamenti avverranno nei prossimi anni, quando ci sarà il discusso ampliamento del “site”. Sull’ultimo numero di Tennis Magazine, nota rivista francese, il direttore del torneo Gilbert Ysern ha fatto il punto della situazione. L’argomento più caldo, ovviamente, riguarda l’espansione dell’impianto. I progetti ero stati inizialmente bloccati dopo il ricorso presentato da alcuni ambientalisti. Un tribunale amministrativo di Parigi, tuttavia, ha dato il via libera al progetto: “Non è una sentenza definitiva, però è un sollievo sapere che il progetto potrà andare avanti. Siamo sempre stati convinti della solidità delle nostre idee, ma la sentenza sfavorevole dell’anno scorso aveva sollevato qualche dubbio”. In questa battaglia, la FFT ha avuto il sostegno del comune di Parigi (anche perché lo stesso temeva di perdere il Roland Garros: alcune località dall’hinterland si erano candidate per costruire un impianto ex-novo), mentre lo stato francese è rimasto in disparte. “Non abbiamo avuto nessun problema con il Consiglio Comunale, anche prima delle elezioni – ha detto Ysern – al contrario, è un peccato che lo Stato non sia stato dalla nostra parte, soprattutto dopo aver visto l’enorme contributo per la restrutturazione degli stadi di calcio per gli Europei 2016”.
 
INDEBITAMENTO IN ARRIVO
Si tratta di una scommessa importante, anche sul piano economico. Il piano prevede una restrutturazione del Campo Lenglen, la costruzione di un tetto retrattile sul Philippe Chatrier, la realizzazione di un nuovo centro di allenamento e di uno stadio da 5.000 posti. “Paura non è il termine giusto, ma la federazione francese si indebiterà come non le era mai successo. Non è una bella cosa, ma non abbiamo scelta. E’ più che necessario, vista la concorrenza che abbiamo. E’ come se un industriale non investisse nell’acquisto di macchinari nuovi. Il tennis è un settore molto competitivo: se non hai idee per il futuro, finisci nei guai”. Non c’è dubbio che il Roland Garros, con i suoi otto ettari, sia il più piccolo tra i tornei del Grande Slam. E forse il più vulnerabile agli attacchi esterni, tra cui quelli di Ion Tiriac (e della sua Madrid), o addirittura del Medio Oriente. Crescere significa tutelare Parigi come sede di uno Slam: “Il punto non è questo. Il nostro status di Grande Slam non è in pericolo. Ma il pubblico, i giocatori e i giornalisti devono essere invogliati a venire. E’ in gioco il successo e l’appeal del torneo. Ci sono torneo come Indian Wells che hanno già le strutture di uno Slam. C’è una grande concorrenza e ci vogliono sorpassare”.

UN MARE DI SOLDI
Secondo Ysern, il più grande rischio per il futuro del tennis è il denaro. “L’arrivo di soldi a cascata, magari da paesi dove tutto è possibile, può essere pericolosa. Non c’è niente di nuovo: il denaro è sempre stato l’argomento principale di coloro che vogliono sfidare la tradizione. Il pericolo arriva quando questi attacchi sono accompagnati dal malcontento dei giocatori. Non ho niente contro i giocatori che guadagnano molto (anzi, serve a tenere alto l’appeal del tennis), ma il denaro non deve disturbare i nostri valori, l’ordine precostituito. Ho l’impressione è che oggi siamo in pericolo da questo punto di vista. Per questo, i leader ATP e WTA avranno un ruolo importante”. A proposito di soldi, il montepremi del Roland Garros 2014 salirà di un 13-14% anche grazie agli introiti per i diritti televisivi. Il Roland Garros ha siglato un accordo con Eurosport, da cui intascherà 87,5 milioni di euro nei prossimi cinque anni, con un incremento del 6% rispetto al contratto precedente. Un accordo vantaggioso, ma che per la prima volta nella storia toglierà ai canali di stato la possibilità di trasmissione integrale. “Abbiamo ricevuto molte critiche: è stato molto deludente”. A quanto pare, non avevano scelta.