Angelo Binaghi ha svelato le cinque città (probabili) candidate per la finale di Fed Cup. L’impressione è che Cagliari sia in pole position. Il Consiglio FIT deciderà sabato, poi la palla passerà all’ITF. 
Il Consiglio FIT sceglierà sabato la città da proporre all'ITF per la finale di Fed Cup
(Foto Monique Filippella / La foto in home page è di Costantini – FIT)


Da Roma, Riccardo Bisti – 16 maggio 2013

 
La prima decisione è arrivata. Scartate le ipotesi di giocare sulla terra indoor, la finale di Fed Cup tra Italia e Russia (in programma i prossimi 2-3 novembre) si giocherà sulla terra all’aperto. Lo ha indirettamente confermato il presidente FIT Angelo Binaghi a margine della conferenza stampa sui tornei ITF del Forte Village Resort. Il Consiglio Federale si riunirà sabato e stabilirà la città da sottoporre all’ITF. Andiamo con ordine: sin dai tempi della semifinale contro la Repubblica Ceca, il dubbio riguardava se giocare all’aperto oppure scegliere la terra indoor, dove le condizioni di gioco sono leggermente più veloci (e quindi migliori per le russe) ma più confortevoli per giocatrici e spettatori, oppure scegliere un campo all’aperto dove si può creare un campo lentissimo ma c’è qualche incognita legata al clima. Binaghi non lo ha detto esplicitamente, ma è chiaro che è stato scelto così. “Sabato si riunirà il Consiglio e valuteremo le sedi. Sono in ballo tutte le grandi città a sud di Roma: Palermo, Cagliari, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Noi faremo una scelta, poi manderemo la nostra proposta all’ITF. A quel punto si riunirà il Comitato di Fed Cup e stabilirà se la nostra proposta è conforme o meno alle richieste dell’ITF, ancora più ambiziose per una finale. Per ottenere la risposta, penso che ci vorrà circa una settimana”.
 
Definitivamente tramontata l’ipotesi-Milano, cui Binaghi aveva strizzato l'occhio in un’intervista al Giornale di qualche giorno fa, è il momento di capire quali sono le città favorite. Binaghi ha lasciato intendere che il Consiglio ha le sue preferenze, pur senza citarle. E allora ci proviamo noi. Sembra difficile che la finale possa giocarsi a Palermo, Napoli o Reggio Calabria. A Palermo si è appena giocata la semifinale e la risposta del pubblico non è stata straordinaria. “L’organizzatore (Ernesto De Filippis, peraltro interessato a seguire anche la finale, ndr) ha incassato la metà di quanto era accaduto a Rimini. Probabilmente c’è stata una politica sbagliata sui costi dei biglietti”. Napoli viene da un’organizzazione freschissima: lo spareggio dello scorso settembre contro il Cile. La bellezza dell’arena costruita su Via Caracciolo è stata bilanciata dal passivo economico. C’è poi un discorso scaramantico: fu proprio Napoli, nel 2008, a ospitare l’unica batosta del team azzurro negli ultimi anni. In un palazzetto con infiltrazioni d’acqua, Pennetta e Schiavone cedettero alle spagnole. Reggio Calabria? Ha ospitato la finale del 2009 e le cose andarono tra alti e bassi (ci fu un buon pubblico, ma il weekend fu disturbato dalla pioggia e il CT Rocco Polimeni non fu puntualissimo nel pagare la cifra con cui si era aggiudicato l’asta, generando qualche malumore).
 
Restano Bari e Cagliari. La Puglia ha ospitato tre match a Castellaneta Marina, ma il capoluogo sarebbe un’altra cosa. E poi Flavia Pennetta e Roberta Vinci sono di quelle parti. Dopo aver giocato a Rimini (a due passi da casa Errani) e a Palermo (dove vive la Vinci), la scelta avrebbe una logica. C’è poi la soluzione più gradita al presidente: Cagliari, il Tennis Club Cagliari di Monte Urpinu, il circolo per cui è tesserato. Al Foro Italico ci sono un paio di cronisti sardi che lo hanno incalzato sull’argomento. “Le istituzioni stanno rispondendo bene – ha detto – Il Presidente della Regione e quello della Provincia hanno risposto alla grande, senza tirarsi indietro nemmeno in tempi di crisi. Inoltre è stato fatto un colloquio con il sindaco di Cagliari, anche se non personalmente da me”. L’impressione è che Cagliari sia in cima alla lista, anche perché voci di corridoio parlano di contributi pubblici piuttosto sostanziosi, fondamentali per contenere i costi organizzativi, soprattutto se non dovesse esserci alcun appalto. “Il solo allestimento delle tribune potrebbe costare 120.000 euro – ha detto Binaghi – l’intero progetto può arrivare a 400.000 euro. Dovessimo davvero giocare a Cagliari, ci vorrebbe grande attenzione per i prezzi dei biglietti: a Rimini erano andati via i più costosi, mentre a Palermo è successo esattamente il contrario. Ed è probabile che Cagliari sia più simile a Palermo. Forse è meglio pensare a un guadaagno minore per avere l’impianto pieno”. Insomma, Cagliari sembra in pole position. Lo sapremo sabato. La prossima settimana, la palla passerà all’ITF che valuterà soprattutto i requisiti di Major City. Dovrebbero esserci buone chance: Cagliari è la 26esima città italiana per numero di abitanti (non il top), ma si rifà con un buon aeroporto internazionale: al Mario Mameli di Elmas ci sono oltre 40 destinazioni internazionali. Vedremo.

ERRANI: "Molto meglio all'aperto!"

Sara Errani ha confermato la preferenza delle giocatrici per giocare all'aperto, anche se a novembre. "E' stata una scelta nostra – ha detto – ci siamo sedute a un tavolo e abbiamo preferito così. Il motivo è la nostra migliore adattabilità rispetto alle russe. Anzi, speriamo che ci siano le peggiori condizioni possibili! Freddo, vento, neve…peggio sono, meglio è"