dal nostro inviato a Napoli Enzo Anderloni“Spero di darvi domani una giornata di
sole”
dal nostro inviato a Napoli Enzo Anderloni
“Spero di darvi domani una giornata di
sole”. Questa la promessa ieri sera di Francesca Schiavone, dopo
l’acquazzone
che si è abbattuto su Napoli e sulla squadra azzurra di Fed Cup. Pioveva
forte sul tetto del PalaVesuvio, che a un certo punto ha persino ceduto.
Piovevano pallate spagnole sul campo del PalaVesuvio e nessuno è riuscito
ad aprire l’ombrello, né Francesca Schiavone ammollata dal ritmo
di Nuria
Llagostera Vives, né Flavia Pennetta zuppa della
regolarità di Anabel
Medina Garrigues. Così ci si aggrappa alla speranza che oggi,
sullo
0-2, le nuvole, se non in cielo, si dissolvano all’interno del palazzetto
del quartiere napoletano di Ponticelli.
Una
partenza peggiore era difficile da immaginare: Francesca
Schiavone,
n° 23 del mondo battuta dalla numero due spagnola Nuria Llagostera Vives
n. 136, al termine di una partita brutta e persino sospesa per la pioggia.
Una doppia doccia fredda che al PalaVesuvio nessuno si aspettava. Sì,
perché
al danno (d’immagine) di aver dovuto sospendere per 40 minuti un incontro
indoor perché il tetto del palazzetto napoletano non ha retto
l’acquazzone
pomeridiano si è aggiunta la beffa di veder perdere una Schiavone che
dopo
la pausa era ancora più incerta e fallosa di quella che aveva combattuto
fino all’1-2 del terzo set, quando il gocciolio su una delle due linee
di fondocampo aveva costretto l’arbitro a sospendere l’incontro.
Mentre ad asciugare il campo con candide
spugne scendeva addirittura il direttore organizzativo della Fit e degli
Internazionali d’Italia, Sergio Palmieri, sugli spalti si accendeva la
speranza che l’interruzione servisse a Francesca Schiavone a radunare
le idee e a ricordarsi di essere… se stessa, cioè una giocatrice di
livello
superiore a Nuria Llagostera Vives. E a quello adeguare il suo tennis.
Speranza vana. La nostra giocatrice, molto nervosa, ha dato la sensazione
di aver male interpretato la partita. Inizialmente ha aggredito la spagnola
ingaggiando una vera e propria sfida a pallate dalla linea di fondo. Piccola,
muscolosa e velocissima con i piedi la Llagostera ha retto bene l’impatto,
appoggiandosi sui colpi della nostra. E troppo spesso Francesca, preso
il comando dello scambio, muoveva all’attacco troppo timidamente, dando
all’avversaria la possibilità di organizzare difese (cioè
passanti) quasi
sempre vincenti.
Solo
saltuariamente, l’azzurra impostava gli schemi più adatti , quelli
che
tra l’altro le consentono di giocare spesso alla pari con le primissime
del mondo: forte pressione da fondo con alternanza di angolazioni e di
effetti. Come a Melbourne nella bella sfida con Justine Henin. Ogni volta
che l’italiana impostava lo scambio su queste basi, il punto era suo.
Ma evidentemente la tensione di questa partita, che tutti si aspettavano
dovesse vincere e si rivelava molto meno facile del previsto, non le ha
permesso di trovare il ritmo giusto.
Così si è arrivati fino all’avvio del
terzo set in un alternanza di punti vincenti e scambi malamente persi.
La Schiavone aveva incamerato la seconda partita approfittando di un calo
dell’avversaria, ma senza aver trovato il bandolo del match: infatti
subiva
subito, sull’1-1, un break decisivo. Un attimo prima che il tetto del
PalaVesuvio, martellato dall’acquazzone, lasciasse filtrare una gocciolina
che, maligna, andava a cadere con insistenza proprio sulla linea di fondo.
Quanto bastava a costituire pericolo per la stabilità delle atlete e
motivo
per una sospensione che durava ben 40 minuti. Il tempo di riuscire a metterci
una pezza, proprio mentre dagli altoparlanti un deejay beffardo faceva
uscire le note di “Singing in the rain”. Ma c’era poco da
cantare sotto
la pioggia: la nostra povera “Schiavo” tornava in campo più
bloccata
di prima, e la Lagostera filava 6-2, senza scossoni.
“Oggi ero tesa, facevo fatica a muovermi
– ha cercato poi di spiegare la n.23 del mondo- ho sprecato diverse occasioni
nel primo set. Era come se nel mio tennis ci fosse disordine. Cercavo di
ritrovare un ritmo nel palleggio, di dare pesantezza alla palla, di ridare
ordine al mio gioco. Non ci sono riuscita. Sto già pensando a domani.
Farò
il massimo”.
Speriamo. Speriamo in lei prima di tutto,
perché deve dare, nel primo match, una chance a questa Italia che
è sotto
0-2. Flavia Pennetta infatti ha provato a mettere sotto
pressione
con il suo tennis potente ed elegantissimo il muro di gomma Medina Garrigues.
Ne sono usciti scampoli di tennis bellissimo ma pochi game. 6-2 6-3 per
la spagnola e la pioggia sull’Italia è fitta. Ci siamo bagnati
sino alle
ossa. Speriamo che la notte abbia asciugato le polveri e che si possa ancora
fare il botto. Perché questo è indispensabile oggi per
raddrizzare la situazione:
un tennis col botto, dalla prima all’ultima palla. Si ricomincia alle
13.30 da Schiavone e Medina Garrigues, le n°1 faccia a faccia.
Intanto a Pechino la Cina vince 2-0 con
una Francia che deve fare a meno di Mauresmo, Golovin e Bartoli e si candida
con autorevolezza sin dal primo giorno ad affrontare la vincente della
sfida di Napoli.
Risultati
Italia – Spagna 0-2
Llagostera Vives b. Schiavone 7-6 (4) 3-6
6-2
Medina Garrigues b. Pennetta 6-2 6-3
Domenica ore 13.30
Francesca Schiavone (ITA) vs Anabel Medina
Garrigues (ESP)
a seguire
Flavia Pennetta (ITA) vs Nuria Llagostera
Vives (ESP)
a seguire
Sara Errani/Tathiana Garbin (ITA) vs Lourdes
Dominguez Lino/Carla Suarez-Navarro(ESP)
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