Sopresa nelle convocazioni azzurre: manca Roberta Vinci, ufficialmente per un problema al gomito. Mary Joe Fernandez punta tutto sulle sorellone, poiché Riske e McHale sono nettamente inferiori, come evidenziato a Charleston. Le possibili strategie. 

Sorpresa: Roberta Vinci non è stata convocata per Italia-Stati Uniti di Fed Cup. Motivazione ufficiale: un'infiammazione alla zona epitrocleare del gomito destro, problema fisico che si sarebbe palesato a Miami. Per questa ragione, Corrado Barazzutti ha scelto Sara Errani, Flavia Pennetta, Camila Giorgi e Karin Knapp. Sul piano tecnico non cambia granchè, almeno per i singolari. In questo momento, le azzurre che offrono più garanzie sono Sara Errani e Flavia Pennetta. Salvo sorprese, saranno loro due a giocare i singolari. Ma se arrivassimo sul 2-2? Prese singolarmente, Errani-Pennetta sono ottime doppiste, ma non hanno mai giocato insieme. E contro le sorelle Williams partirebbero certamente sfavorite. Difficile pensare a un inserimento di Karin Knapp e Camila Giorgi. Le due hanno giocato insieme qualche volta, ma non sono specialiste. E la Giorgi ha pubblicamente dichiarato che il doppio non rientra nei suoi programmi, almeno nel circuito WTA. Ovviamente è fin troppo facile speculare sulla rottura del doppio Errani-Vinci: ritrovarle in squadra insieme, con la ferita ancora fresca, sarebbe stato imbarazzante soprattutto per loro. I giornalisti le avrebbero bombardate di domande sulla separazione, e già dalla conferenza pre-draw la domanda “tornerete a giocare insieme?” sarebbe diventata n tormentone. Tutto questo avrebbe potuto essere un elemento di disturbo per una sfida molto complicata. In questo modo le azzurre potranno concentrarsi solo sulla partita, peraltro in una condizione piuttosto scomoda: contro Serena Williams ci vorrebbe un vero e proprio miracolo, tanto che un eventuale 2-2 dopo i singolari non sarebbe da disprezzare. Ma a quel punto, qualunque sia la combinazione, saremmo costretti a mettere in campo un doppio improvvisato, o provato solo negli allenamenti al Circolo Tennis Brindisi. La presenza della Vinci sarebbe stata fondamentale: escludendo la coppia con la Errani, almeno con la Pennetta avrebbe offerto sufficienti garanzie, vuoi per i successi da junior, vuoi perchè tre anni fa furono proprio loro a toglierci le castagne dal fuoco contro l'Ucraina (quando Sarita si fece male contro la Tsurenko).


VENUS E SERENA, POI IL VUOTO

Molto interessanti le convocazioni di Mary Joe Fernandez: il successo degli Stati Uniti passerà necessariamente dalle sorelle Williams, poiché le altre due convocate sono nettamente inferiori e/o stanno vivendo un momento difficile. Sulla carta, Mary Joe avrebbe potuto portare un dream team con Madison Keys e Sloane Stephens, o magari con la specialista Varvara Lepchenko. Invece ha ripiegato su Alison Riske e Christina McHale. Viste entrambe al torneo di Charleston (su terra verde), hanno destato una pessima impressione, perdendo al primo turno. La Riske ha perso contro la rediviva Kateryna Bondarenko, che sembrava ormai scomparsa. Ha un tennis adatto alla terra battuta, ma non ha un colpo-killer e fa una gran fatica a chiudere il punto. E' una Errani meno forte e meno solida, oltre ad avere meno talento e tocco di palla. La McHale ha un potenziale maggiore (lo sa bene Camila Giorgi, battuta dall'americana al Foro Italico) ma sta vivendo un momento difficile. A Charleston è parsa appesantita e in difficoltà tecnica, tanto da subire una scoppola contro la montenegrina Danka Kovinic, che però si è ripetuta al turno successivo contro la Bencic. Insomma, siamo al paradosso: la gli Stati Uniti potrebbero vantare una panchina lunga, invece si presenteranno a Brindisi con una panchina molto corta. E se Serena Williams pare inavvicinabile, le speranze di un successo azzurro passano necessariamente da Venus.


E SE EVITASSIMO SERENA-ERRANI?

Diamo un'occhiata ai precedenti: la Pennetta ha perso sei volte su sei contro Serena Williams, portandole via soltanto un set, a Miami nel 2008. C'è un solo scontro diretto sulla terra battuta, al Foro Italico nel 2012. Flavia si ritirò dopo quattro game a causa del polso sfilacciato che qualche mese dopo l'avrebbe obbligata a operarsi. Stessa storia per la Errani: ci ha perso sette volte su sette, con un solo parziale all'attivo, a Dubai 2009. Spaventano gli ultimi due precedenti sul rosso, in cui ha raccolto la miseria di quattro game tra Parigi e Roma. Sembra più abbordabile Venus: Sarita ci ha vinto nell'ultimo scontro diretto, allo Us Open, in uno schizofrenico 6-0 0-6 7-6, peraltro giocando un meraviglioso tie-break. In precedenza ci aveva perso tre volte, sempre molto nettamente, ma mai sulla terra battuta. E la tenuta atletica di Venus può essere un'incognita, tenendo conto che a Brindisi potrebbe fare molto caldo. Incoraggiano i precedenti tra Pennetta e Venus: 4-4, che diventa 1-1 sulla terra battuta. Insomma, ipotizzare il 2-2 è duro ma non proibitivo. E a quel punto, contro le collaudate sorelle Williams (ci rifiutiamo di pensare che la Fernandez prenda in considerazione una tra Riske e McHale), Barazzutti dovrebbe inventarsi una coppia. I regolamenti della Fed Cup non ci aiutano: nella prima giornata le numero 1 sfideranno le numero 2, ovvero Serena-Pennetta e Venus-Errani. Forse sarebbe stato meglio avere Pennetta-Venus il primo giorno. Il match, invece, potrebbe anche non giocarsi perchè la seconda giornata inizierà con Serena-Errani. A meno che Barazzutti non faccia una scelta strategica, “sacrificando” una tra Knapp e Giorgi nella prima giornata contro Serena, dando alla Pennetta lo status di numero 1. In quel modo, la Errani potrebbe giocare alla domenica come numero 2 contro una Venus magari affaticata. Un'opzione da non sottovalutare.