dal nostro inviato a Napoli Enzo AnderloniViene in mente Frankestein
Junior
dal nostro inviato a Napoli Enzo Anderloni
Viene in mente Frankestein
Junior. “Potrebbe andare
peggio. Potrebbe piovere”. E booom, prima il tuono e poi lo scroscio.
Ecco: Italia-Spagna non poteva andare peggio. Dopo il 2-0 della prima giornata,
con la pioggia che cade dentro il PalaVesuvio di Napoli e fa persino sospendere
gli incontri per quasi un’ora, la giornata di sole promessa da Francesca
Schiavone non è arrivata.
Ha
beccato due set a zero da Anabel Medina Garrigues che ha
giocato
meglio e con più autorità della nostra (lei 30 del mondo contro
la 23).
6-4 6-2 e a casa, Italia. A rischiarsi, a fine aprile, i play out (sorteggio
martedì a Londra) per non retrocedere mentre la Spagna sfiderà in
semifinale
le cinesi che hanno estromesso la Francia (da stabilire la sede visto che
non ci sono precedenti tra le due formazioni). Ha giocato benissimo,
la n.1 di Spagna, di sicuro, ma la Leonessa non ha espresso più del 20%
del suo potenziale: lo ha ammesso lei stessa nella conferenza stampa post
match. E dunque perché abbiamo perso così? Che cosa è
successo alla splendida
squadra campione del mondo del 2006, vicecampione del mondo nel 2007? Le
risposte sono vaghe o non ci sono. Di certo qualcosa non ha funzionato
nella scelta della superficie, sintetica ma lentissima. “Il campo andava
benissimo – ha dichiarato la Schiavone- le palle non c’entravano
niente”.
Troppo lente, troppo veloci? Di certo erano uguali per tutti. E le spagnole
ne hanno tratto magie.
“Certe sconfitte possono anche essere
utili – aveva sussurrato sabato sera sullo 0-2 il capitano
Barazzutti.
Possiamo rimontare e vincere perché tutti i match sono alla nostra
portata.
Ma dovesse andar male, potrebbe imparare qualcosa. Alle volte un bagno
d’umiltà può servire.”.
Purtroppo in scena oggi è andata la versione
due della prospettiva Barazzutti. E oggettivamente non poteva andare peggio.
Persino le vincitrici sono rimaste a bocca aperta , felici , orgogliose
ma anche incredule. Sentite proprio la Medina Garrigues: “Pensavamo
l’Italia
fosse favorita al 60%. Noi abbiamo giocato molto bene, sapevamo che avremmo
dovuto lottare, ma Flavia e Francesca si sono espresse al di sotto del
loro livello. Specie Flavia”. Non c’era stata storia tra la Medina e
la Pennetta ieri (6-2-6-3), oggi un pochino più di battaglia si è
vista,
ma solo a sprazzi.
La
Schiavone si è fatta brekkare nel primo game. Ace in avvio e poi quattro
errori. Poi è entrata in partita, conservando con autorità i
propri turni
di battuta fino a un contro break sul 3-4 che era un capolavoro. Due risposte
di rovescio tirate profondissime addosso alla Medina, al centro del campo
che buttano indietro la spagnola e la fanno sbagliare. Uno scambione da
fondo a suon di bordate vinto sul 40 pari e poi un bell’attacco concluso
con la volée di rovescio: 4-4. E’ l’inizio di
grand’Italia? Niente affatto.
C’è prima il contro break e poi un game bruttissimo, con la
schiavone
che attacca senza senso e convinzione sul 15-0 e poi risponde
debole e rinunciataria: 6-4.
Potrebbe andare peggio nel secondo set
e in effetti è così. La Medina Garrigues comanda gli scambi e si
porta
5-1, con un parziale a un certo. Il match dura altri due giochi per chiudersi
dopo soli 62 minuti, con un diritto di Francesca Schiavone fuori due metri.
Poteva andare peggio? No.
Unico raggio di sole, l’esordio a risultato
acquisito di Sara Errani, 20 anni, già n° 64 del mondo, promettente
frutto
del vivaio del Ct Albinea, due passi da Reggio Emilia. Ha battuto Lourdes
Dominguez Lino, n°89 del mondo, 5-7 6-4 6-0.
I RISULTATI DI DOMENICA
Medina Garrigues b. Schiavone 6-4 6-2
Errani b. Dominguez Lino 5-7 6-4 6-0
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