FED CUP – Se la nazionale di Tathiana Garbin non vorrà finire nella Serie C del tennis mondiale a oltre vent’anni dall’ultima volta, dovrà vincere lo spareggio di aprile. Domani a Londra il sorteggio: da prima testa di serie l’Italia ha evitato Romania e Australia, ma ci sono altre squadre che spaventano. Come il 50% di probabilità di giocare in trasferta.
Dalla finale del 2013 al Tennis Club Cagliari, che ha consegnato all’Italia la quarta Fed Cup nell’arco di otto stagioni, sembra passata un’eternità. Sono bastati poco più di tre anni per rovesciare la situazione del nostro tennis al femminile, e sbattere la nazionale a un play-off per restare nella Serie B di Fed Cup che in Italia non si vedeva dal 1995, quando al Tc Le Querce di Salerno Silvia Farina e Adriana Serra Zanetti persero lo spareggio con l’Indonesia, obbligando il tricolore a due anni di Gruppo 1. Per certi versi quello dell’Italia è un crollo annunciato, anche se l’assenza a Forlì di Dominika Cibulkova sembrava aver scongiurato la paura di una seconda retrocessione in due anni. Invece l'infortunio di Sara Errani e una Rebecca Sramkova in grande spolvero hanno messo a nudo i problemi del nostro tennis in rosa, obbligato a un match da dentro o fuori, il 22 e 23 aprile. Per fortuna i risultati degli anni scorsi hanno permesso alla nazionale di Tathiana Garbin di conservare la sesta posizione – e quindi la prima testa di serie nei play-off – nel nuovo ranking ITF pubblicato oggi (che si basa sul quadriennio), permettendo di evitare le altre due sconfitte illustri del World Group II (Romania e Australia) e anche il Canada, promosso ai play-off dal Gruppo 1 zona americana ma fra le teste di serie perché più avanti in classifica rispetto a Taiwan. Però c'è comunque poco da sorridere: il sorteggio di domani a Londra ci dirà chi dovremo affrontare fra Taiwan, Serbia, Kazakhstan e Gran Bretagna, e anche dove, visto che in tutte le quattro opzioni sarà la sorte a decidere chi avrà la fortuna di giocare in casa. Al di là del fattore campo, che potrebbe diventare molto importante, l’Italia ha un grosso problema: la Schiavone si è ufficialmente tirata fuori, la Vinci difficilmente tornerà, mentre Karin Knapp ha annunciato da poco una serie di forfait per il solito fastidio al ginocchio, e quanto dichiarato in Australia dopo l’ennesimo problema (“la voglia di tennis è tanta, ma continuare in queste condizioni non ha senso”), ha aperto addirittura l’ipotesi ritiro. Significa che delle nostre “big” al play-off ci sarà quasi sicuramente la sola Sara Errani, quindi dovrà debuttare per forza una delle giovani. La Garbin ha fatto capire di non aver paura a schierarle, ma è stata anche lei la prima ad ammettere che non sono ancora pronte per giocare a certi livelli.
Abbiamo analizzato tutte le possibili sfide di aprile.

TAIWAN

Partiamo dall’opzione che pare più abbordabile. Le taiwanesi sono le uniche reduci dal World Group II, sconfitte per 4-1 in Russia, ma non fanno così paura. Eccetto Su-Wei Hsieh (che ha giocato spesso ma non nello scorso week-end) la nazione asiatica non vanta nemmeno una top-100,  e la capitana Shi-Ting Wang ha portato a Mosca Kai-Chen Chang (120 WTA), Ya-Hsuan  Lee (254), Ching-Wen  Hsu (388) e Chin-Wei Chan, specializzata nel doppio ma mai entrata fra le prime 70 del ranking di specialità: un po’ poco. Trovarle sarebbe un bel colpo di fortuna (immeritato?), ancor di più se ci fosse la possibilità di ospitarle in casa, su quella terra battuta spesso indigesta alla giocatrici asiatiche. Una trasferta a Taiwan, all’inizio della stagione sul rosso, aumenterebbe invece il coefficiente di difficoltà della sfida, ma si può azzardare comunque un’Italia favorita. Le percentuali sono uguali per ogni sfida, quindi c’è un 12,5% di probabilità (una su otto) di pescarle e farle venire in Italia. Non si potrebbe chiedere di meglio.
 
GRAN BRETAGNA
Dall’opzione migliore all’opzione peggiore, in casa come fuori: la Gran Bretagna di Johanna Konta. Le britanniche hanno appena guadagnato uno dei due posti in palio per i play-off nel Gruppo 1 dello scorso week-end, disputato a Tallinn (Estonia), battendo per 2-1 in finale la Croazia. La Konta ha perso contro Ana Konjuh, ma si è rifatta nel doppio decisivo e la sua presenza sarà determinante in chiave promozione. Lo scorso anno saltò la Fed Cup all’ultimo, mentre stavolta non è mancata grazie all’intercessione del nuovo capitano Anne Keothavong, sua grande amica che – si vocifera – la LTA ha messo sulla panchina anche con l’obiettivo di far giocare il più possibile la numero uno del paese. Con lei in campo, anche in Italia e sulla terra, quella delle azzurre sarebbe una mission impossible. Anche perché oltre alla Konta ci sono Heather Watson e Naomy Broady (appena fuori dalle prime 100), senza dimenticare Laura Robson, tornata in nazionale proprio nello scorso week-end. La Keothavong l’ha schierata appena in doppio nelle fase eliminatoria, ma se tornasse a buoni livelli è da tenere in considerazione.

SERBIA
Insieme alla Gran Bretagna, i quattro giorni di gare a Tallinn hanno offerto una chance di promozione anche alla Serbia, promossa al doppio nel duello decisivo con la Polonia. La loro situazione è simile a quella dell’Italia: appena cinque anni fa arrivavano in finale con Ivanovic e Jankovic, poi le due ex n.1 del mondo hanno giocato a intermittenza e la nazionale è sprofondata fino in Serie C. In Estonia la capitana Tatjana Jecmenica si è affidata alle giovanissime Nina Stojanovic e Ivana Jorovic, entrambe under 20 e sempre più vicine alle prime 100 del mondo. E dando per scontato che la Jankovic non ci sarà (dopo 4 anni di assenza ha giocato una serie nel 2016, ma solo per guadagnare l’eleggibilità olimpica), dovrà fare lo stesso anche ad aprile. Entrambe sarebbero ampiamente favorite contro la numero due azzurra, in casa come fuori, mentre Sara Errani ha le carte in regola per batterle entrambe. Anche se in un’eventuale sfida in Serbia, sul veloce, un successo non sarebbe scontato. E per l’eventuale 2-2 l’Italia è anche senza doppio, e senza la possibilità di trovarlo (e provarlo a dovere) nei mesi prossimi, dato che la Errani e le giovani giocano due categorie diverse di tornei.
 
KAZAKHSTAN
Completa il quadro delle possibili avversarie un Kazakhstan che all’Italia non evoca ricordi piacevoli, dopo la sconfitta del 2015 ad Astana. In Davis Golubev e compagni hanno fatto miracoli, mentre le ragazze non sembrano ancora capaci di raggiungere certi risultati. Però hanno appena conquistato per la seconda volta nella storia i play-off per il World Group II, e per l’Italia attuale rappresentano comunque un ostacolo da non sottovalutare. La numero uno è Yulia Putintseva, una che nel Tour si è fatta più nemiche che amiche per un atteggiamento in campo non proprio signorile, ma a piccoli passi (e con la recente finale a San Pietroburgo) è arrivata fino alla top-30. Dietro di lei Yaroslava Shvedova, specialista del doppio ma ancora top-50 anche in singolare, più Galina Voskoboeva (già prime 50) e soprattutto Zarina Diyas, l’unica kazaka di nascita, numero 31 del mondo nel 2015 e poi scivolata indietro a causa di un infortunio al polso (con operazione) che la tiene ai box dallo scorso Wimbledon. A ottobre ha dichiarato che sarebbe rientrata nella prima parte del 2016, e per l’Italia non sarebbe affatto una buona notizia. Il Kazakhstan è già pericolosissimo anche senza di lei. E si qualsiasi superficie.