FED CUP – Camila Giorgi gioca un pessimo primo set ma poi esce alla distanza e regala il primo punto all’Italia. Una grossa mano arriva da un onesto giudice di linea francese e da un paio di falli di piede chiamati alla Mladenovic. (Foto Antonio Costantini / FIT)– La diffusa pratica del copincolla sarebbe per una volta accettabile quando si tratta di commentare un match di Camila Giorgi, tanto si assomigliano, tutti quanti. In questo caso, il lieto fine (1-6 6-4 6-1 a Kristina Mladenovic) perdona i limiti ed esalta le qualità dell’italo-argentina.
Come ci aveva avvertito coach Mouratoglou, Camila è una giocatrice che semplicemente prova a tirar vincenti su qualsiasi palla, che sia il dritto della Niculescu o la prima di servizio di Serena Williams. Le sue intenzioni, va detto, sono sostenute da riflessi e capacità di reazione straordinarie ma che spesso si scontrano con la realtà, visto che il tennis (anche a certi livelli) resta soprattutto un gioco di percentuali, e i rischi andrebbero proporzionati alla difficoltà del colpo. Non a caso Gabi Urpi, ex coach della Pennetta ora in forza alla federazione francese, la sera prima ha allenato per una buona mezz'ora la Mladenovic a giocare colpi di controbalzo dal fondo, immaginando l'aggressività della Giorgi.
Dunque, ben preparata sulla questione dall'intero team capitanato da Amelie Mauresmo, Kiki Mladenovic (splendida nel suo vestitino, pendant con i colori del campo) per 29 minuti si è limitata a svolgere il suo compitino, sostenuta da un servizio poco femminile e impedendo quasi sempre alla Giorgi di colpire da ferma. Naturale conseguenza sono stati gli unforced errors di Camila, già in doppia cifra nonostante i soli sette game del primo set. Dal canto suo, la Mladenovic si è limitata ad una volèe bassa degna della miglior Navratilova e ad una smorzata millimetrica per farci capire che il potenziale tecnico è notevole, nonostante un ginocchio privo di cartilagine l’abbia trasformata in una maratoneta (“L’unica cosa che potevo fare era correre, correre, correre”) ma impedito di rinforzare le gambe muscolarmente, almeno fino ad un paio d'anni fa. Ora Xavier Moreau, preparatore fisico dell'équipe di Francia, assicura che potrà forzare sempre più, potenziando ulteriormente i suoi colpi. Predirle un futuro da top 10 non è roba da Cassandra ma un pronostico nemmeno troppo azzardato. Tutti pensieri che ci hanno sfiorato alla fine del primo set, soprattutto quei colleghi francesi poco abituati a seguire i match di Camila che, lo sappiamo bene, possono invertire la rotta nel giro di pochi istanti.
E’ difatti bastato un game senza prime palle di servizio perché la Mladenovic si trovasse a incassare un terribile parziale di 12 punti, prima che la Giorgi la omaggiasse di due doppi falli per restituirle il break (da 1-4 a 4-4).
A quel punto, una grossa mano ce l'ha offerta un onesto giudice di linea (francese, probabilmente un fan respinto e ancora incazzato) che ha chiamato un fallo di piede decisivo su una seconda palla della Mladenovic sul 4-5 0-15. I due doppi falli seguenti non avevano quota e la Giorgi, merci, si portava a casa un tribolato secondo set. Stesso scenario all'inizio del terzo set: fallo di piede sulla seconda di servizio della Mladenovic nel secondo set, due doppi falli a seguire e Italia 1, Francia 0.
Va comunque sottolineato che, pur non entusiasmando per varietà, su una superficie veloce indoor, la Giorgi la si può battere se in cattiva giornata o con un servizio molto efficace che permetta di approfittare dei suoi passaggi a vuoto. La Giorgi, dopo la prima mezz’ora, ha cominciato a giocare piuttosto bene, la Mladenovic a pareggiare gli 11 (undici) doppi falli della sua avversaria. Con questi numeri, è già qualcosa che nel terzo set abbia raccolto un game.
FED CUP WORLD GROUP – PRIMO TURNO
FRANCIA – ITALIA 0-1
Camila Giorgi (ITA) b. Kristina Mladenovic 1-6 6-4 6-1
Caroline Garcia (FRA) v Sara Errani (ITA)
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