Uno scoop del Daily Telegraph conferma una realtà che era già sotto gli occhi di tutti: Carlos Bernardes non arbitra più Rafa Nadal. Difficilmente si ritroveranno a Parigi. E' giusto che gli arbitri ATP siano stipendiati dai giocatori? 

“Chiederò di non farmi più arbitrare da te. Sei quello che mi mette più pressione di tutti. Non ho niente contro di te, ma non ne posso più”.

 

22 febbraio 2015, Rio de Janeiro. Rafael Nadal è in campo contro Fabio Fognini, ha vinto il primo set ma è sotto 5-2 nel secondo. Al cambio di campo si scaglia contro Carlos Bernardes, uno dei più importanti giudici di sedia del circuito ATP. Rafa era arrabbiato perchè Bernardes lo aveva più volte ripreso per le sue perdite di tempo. Il regolamento ATP, infatti, impone che il gioco debba essere ripreso entro 25 secondi. Alla seconda violazione, il giocatore perde l'opportunità di giocare la prima di servizio. Nadal finì col perdere la partita. A distanza di 3 mesi, un'esclusiva del Daily Telegraph rivela che Bernardes è stato "messo in pausa" dai match di Nadal. Ed è improbabile che riprenda al Roland Garros. Dal fatidico 22 febbraio, lo spagnolo ha giocato 24 partite.: in 20 di queste, Bernardes avrebbe potuto essere designato, eppure non si è mai seduto sul seggiolone. L'ATP è molto restia a rilasciare informazioni sull'argomento. Tutti gli ufficiali di gara non hanno il permesso di parlare con la stampa. Tutto quel che il Daily Telegraph ha ottenuto è una dichiarazione dell'ATP. “Nel processo di selezione degli arbitri sono presi in considerazione una serie di fattori, tra cui la qualifica degli arbitri, la nazionalità ed anche precedenti o situazioni spiacevoli”. Intendiamoci: non è un segreto che gli arbitri vengano allontanati dai giocatori con cui hanno avuto un problema, ma spesso si tratta di errori circoscritti a un punto, magari un errore grossolano come una palla chiamata fuori o un doppio rimbalzo non rilevato. Interpellato dal Telegraph, l'ex arbitro Richard Ings ha detto che negli anni 90 fu tenuto lontano da Lendl per un anno perchè gli aveva chiamato un overrule su un matchpoint.

 


Ma la situazione di Nadal è diversa. L'oggetto del contendere con Bernardes, catturato dai microfoni brasiliani, è un aspetto regolamentare con cui lo spagnolo ha a che fare da anni: la lentezza nel riprendere il gioco. Da un paio d'anni, l'ATP ha dato mandato agli arbitri di essere più rigidi nel far rispettare il regolamento, che prevede pause di 25 secondi nei tornei ATP e di 20 in quelli sotto l'egida ITF (Slam e Coppa Davis). L'idea era evitare le enormi perdite di tempo che aveva causato la finale dell'Australian Open 2012 (durata 5 ore e 53 minuti tra continue violazioni di Nadal e Djokovic: senza, sarebbe durata oltre un'ora in meno), ma oggi viene fatto un clamoroso passo indietro: uno dei pochi arbitri che applica correttamente la regola viene allontanato da un giocatore che è tra i più lenti nel riprendere il gioco. Ma è anche uno dei più forti, famosi e influenti. Di certo, Nadal è il più sanzionato negli ultimi due anni. Simon Briggs, autore dell'articolo sul Telegraph, ricorda il caso di Jeremy Shales, arbitro britannico che nel 1986 ebbe un problema con Jimmy Connors: l'anno dopo non gli fu rinnovato il contratto.


LA CURIOSA POSIZIONE DEGLI ARBITRI

Il caso Nadal-Bernardes evidenzia una delle anomalie del tennis: i giocatori comandano (insieme ai tornei) e sono sostanzialmente i datori di lavoro di coloro che dovrebbero giudicarli. In teoria sono in una posizione di debolezza. Durante il torneo di Indian Wells, Rafa è stato interrogato sull'argomento: “Nelle ultime due occasioni in cui mi ha arbitrato, Bernardes non è stato sufficientemente corretto. Mi mette più pressione degli altri arbitri. Per me non è corretto quando un giocatore dice parolacce, rompe la racchetta, fa scene sul campo…e questo è meno importante di una ripresa del gioco con 5-6 secondi di ritardo? Mi spiace ma non lo accetto, secondo me non è giusto”. Focalizzandosi sul Rio de Janeiro, Nadal ha spiegato che faceva molto caldo. “So di essere un po' lento a riprendere il gioco, ma appena finivo un match era come se fossi stato due ore in una vasca idromassaggio”. Quello dei regolamenti è un problema: le regole ITF sono diverse da quelle ATP e non sempre c'è uniformità di giudizio. A volte c'è la sensazione che ci sia un po' di “manica larga” verso i migliori giocatori. Capita spesso, ad esempio, che Nadal venga richiamato per perdita di tempo, ma raramente arriva la seconda ammonizione. Per altri non è sempre così. Tempo fa, Dmitry Tursunov ha detto: “C'è una regola per Nadal e una per tutti gli altri”.


CHI GIUDICA GLI ARBITRI?

Negli ultimi due anni, Nadal ha leggermente velocizzato il suo ritmo, ma resta uno dei più lenti del tour. A Roma ha impiegato 22 secondi per prendere posizione prima di servire, poi iniziava la routine. Siamo ancora al limite. Bernardes aveva gli occhi puntati sul cronometro, mentre altri arbitri lasciano perdere. E Nadal, a quanto pare, avrebbe dato seguito alla promessa rilasciata in mondovisione: “Chiederò d non essere più arbitrato da te”. Fosse vero, e fosse vero che la sua richiesta è stata accontentata, sarebbero opportune alcune riflessioni. Pensate cosa succederebbe se nel calcio una società chiedesse di non avere un certo arbitro. E' giusto valutare l'operato degli arbitri e magari sanzionarli, ma l'operazione dovrebbe essere di pertinenza di un organo indipendente e non così legato all'ATP. Ciò che lascia perplessi è che Bernardes non ha commesso errori, ma ha soltanto fatto rispettare un regolamento. Il cronometro non può mentire.