Ancora una volta, il tennis non ha contribuito al medagliere azzurro. I tennisti non hanno effettuato alcuna preparazione specifica, ma allora perché si era parlato così tanto di “medaglie”?
Errani-Vinci hanno avuto la sfortuna di pescare le sorelle Williams nei quarti
Di Riccardo Bisti – 7 agosto 2012
Le cose devono essere chiamate con il loro nome. E’ possibile definire un “fallimento” la spedizione del tennis italiano a Londra 2012? Secondo noi si. Si parla di fallimento quando non si raggiungono gli obiettivi, e a Wimbledon non ci siamo andati neanche vicini. Lo scorso 14 dicembre, durante un incontro con la stampa, il presidente federale Angelo Binaghi disse: “L'obiettivo è vincere almeno una medaglia ai Giochi di Londra della prossima estate. Per la prima volta nella storia abbiamo concrete possibilità di conquistare un oro olimpico”. L’allusione era alle nostre giocatrici, in particolare al doppio (Schiavone-Pennetta avevano fatto sapere che avrebbero giocato insieme in chiave Londra, mentre Errani-Vinci non erano ancora esplose). C’era ottimismo anche per il doppio maschile, con Bolelli-Fognini reduci dalla semifinale allo Us Open. Per “colpa” di Bolelli, ancora intorno alla centesima posizione, il duo non si è nemmeno qualificato per le Olimpiadi. Qualche mese dopo, durante la tradizionale conferenza di fine Internazionali d’Italia, Binaghi disse che avrebbe visto molto bene una semifinale nel doppio femminile tra Errani-Vinci e Pennetta-Schiavone. L’affermazione (anche se 2 mesi prima era stato pubblicato il Rulebook olimpico in cui si diceva che i team della stessa nazione sarebbero stati collocati in parti diverse del tabellone) fu pronunciata in un momento di euforia per il successo romano di Errani-Vinci, con la pugliese che prese il microfono e disse, ridendo: “Non preoccupatevi, vi daremo l’oro. Non penso che avremo particolari problemi di adattamento all’erba, certo dovremmo stare attente soprattutto alle singolariste molto forti, penso alle sorelle Williams o alle ceche, che per l’occasione giocheranno insieme. Ma ormai ci sentiamo pronte e ogni giorno che passa giocando insieme ci miglioriamo maggiormente”. I risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Non siamo andati nemmeno vicini a una medaglia. Analizziamo, nel dettaglio, le prestazioni dei tennisti italiani a Londra 2012.
SINGOLARE MASCHILE
La colpa non è certo di Andreas Seppi e Fabio Fognini, battuti da Juan Martin Del Potro e Novak Djokovic. Purtroppo, in campo maschile, manca un giocatore in grado di competere ad altissimi livelli. Anzi, Seppi ha fatto una buona figura sul centrale contro Del Potro. Forse avrebbe potuto allungare il match al terzo, ma nel complesso ha vinto il giocatore più forte. Fognini è stato bravissimo a strappare il primo set a Djokovic, ma alzi la mano chi sperava in un exploit. I ragazzi sono assolti. Il problema è la situazione, che peraltro va avanti da anni.
SINGOLARE FEMMINILE
L’alibi dei sorteggi difficili regge fino a un certo punto. Vinci ed Errani, secondo noi, erano focalizzate sul doppio. La romagnola non poteva fare di più contro Venus Williams, la tarantina ha perso troppo nettamente contro Kim Clijsters, poi battuta facilmente dalla Sharapova. Assolta per la bravura dell’avversaria, ma forse poteva allungare il match al terzo. E alla distanza, chissà…Bocciatura per Francesca Schiavone: ok, sarebbe stata “chiusa” da Serena Williams, ma vincere a fatica contro la Zakopalova e perdere in due set dalla Zvonareva non è da “Leonessa”. L’unica a raggiungere gli ottavi, uomini compresi, è stata Flavia Pennetta. La bella vittoria sulla Pironkova (specialista dell’erba) aveva fatto sognare, ma poi è arrivata la scoppola contro la Kvitova. La ceca è stata inavvicinabile, ma poi il giorno dopo ha perso dalla Kirilenko. E allora il 6-3 6-0 con cui Flavia è uscita dal singolare va riconsiderato. Davvero non si poteva fare di più?
DOPPIO MASCHILE
Seppi-Bracciali non è il nostro miglior doppio. Bolelli-Fognini sono più competitivi, così come gli Starace-Bracciali. La classifica, tuttavia, ci ha “imposto” questa soluzione. In tutto il 2012, “Seppio” e “Braccio” avevano giocato solo due tornei insieme (Roma ed Eastbourne, vincendo due partite e perdendone altrettante). Con queste premesse era impossibile pensare a una medaglia. Contro i forti Berdych-Stepanek (che a Ostrava avevano massacrato Bracciali-Starace), la coppia azzurra è stata a un passo dalla vittoria. E’ finita 4-6 7-6 6-4 ed è un peccato, perché al secondo turno avrebbero trovato Melo-Soares, non irresistibili. Il rimpianto sta nel non aver provato quasi mai la coppia, soprattutto quando era ormai evidente che Starace e Bolelli non si sarebbero qualificati.
DOPPIO FEMMINILE
La nota dolente. Vinci-Errani si sono presentate cariche di aspettative. L’oro sembrava alla portata dopo una stagione straordinaria che le ha portate al numero 2 WTA. Al di là delle previsioni ottimistiche, una medaglia ci poteva stare. Le azzurre hanno l’alibi di ferro di aver pescato le sorelle Williams nei quarti. In effetti è stata una sfortuna galattica, però…perché hanno sofferto così tanto contro le slovene al secondo turno? Ok per la Srebotnik, ma la Klepac…invece l’hanno spuntata 7-5 4-6 6-4, denotando una condizione per nulla ottimale. Il 6-1 6-1 preso da Venus e Serena ha messo a nudo (forse troppo) i problemi di una coppia ben assortita ma con limiti precisi, anche se i precedenti del 2012 erano incoraggianti: Williams a parte, erano 1-0 contro Huber-Raymond, 4-1 con Petrova-Kirilenko e 1-2 contro Hradecka-Hlavackova. In altre parole, sarebbero partite sfavorite solo contro le Williams e le ceche. Va però detto che le russe e le stesse ceche hanno offerto una resistenza decisamente più accanita alle Williams. Perché le azzurre ne sono state spazzate via? Ancora peggio Pennetta-Schiavone: dopo un buon successo contro le spagnole, si sono arenate contro le modeste giocatrici di Taipei Chuang-Hsieh. Probabilmente avrebbero perso contro Hradecka-Hlavackova, ma la delusione resta. Soprattutto dopo che avevano giocato insieme quasi tutto l’anno.
DOPPIO MISTO
Il misto non ha alcun senso “olimpico”. Tabellone a 16 coppie, super tie-break al posto del terzo set…hanno voluto infilarlo a tutti i costi nel programma, ma andrebbe abolito. I politici bielorussi potranno gonfiare il petto grazie a Mirnyi-Azarenka, ma chi conosce il tennis sa che la medaglia ha un valore soltanto numerico e – appunto – politico. Vinci-Bracciali avevano raggiunto la semifinale in Australia, ma Lisicki-Kas hanno fermato il sogno nei quarti. Sarebbe stata bella una finale per il terzo posto nella sera di domenica, come ultimo match dell’intero programma olimpico. Ma l’emozione l’hanno vissuta altri, e comunque i tedeschi hanno perso, mostrandosi la più debole delle quattro coppie semifinaliste.
L'Italia poteva fare di più? Se si, di chi è la colpa? Sia chiaro: non certo della federazione. Sebbene abbia tenuto Sergio Palmieri “ad interim” come responsabile della “Preparazione Olimpica” (figura oggi misteriosamente scomparsa), ha deciso di lasciare liberi i giocatori, senza effettuare alcuna preparazione olimpica. E in campo ci vanno i tennisti, unici depositari di meriti e colpe. Anche se i contributi del CONI (oltre 5 milioni di euro) sono formalmente destinati ai Giochi, è giusto e sacrosanto che nel tennis vengano utilizzati per finanziare l’attività di vertice. Quindi la scelta di non impostare una preparazione incentrata su Londra 2012 è rispettabile. A quel punto, tuttavia, non si poteva pretendere che i giocatori finalizzassero la preparazione per Londra, infatti nessuno dei nostri era al 100%. Dopo Wimbledon, Seppi ha ricaricato le batterie in vista della seconda parte di stagione. Ma gli altri? Fognini ha giocato Umago e Amburgo, sulla terra. Bracciali ha giocato il doppio con Fognini a Umago, sempre sulla terra. La Errani ha vinto Palermo (sulla terra) ed era iscritta a Bastad, dove invece è andata Roberta Vinci. La Pennetta è stata paparazzata sulla spiaggia, mentre la Schiavone avrebbe dovuto giocare Palermo ma poi è scomparsa fino all’inizio dei Giochi. Nessun raduno, nessun progetto. Scelta rispettabile che però cozza con le dichiarazioni di Binaghi, che aveva posto le Olimpiadi tra le priorità per il tennis italiano del 2012. Se la FIT teneva così tanto a una medaglia, perché non effettuare un mini-raduno sull’erba, magari direttamente in Gran Bretagna? Con una spesa contenuta si sarebbe creato gruppo, morale, condizione. E gli azzurri avrebbero reso al massimo, come purtroppo non sempre è successo. Quel che lascia perplessi è il contrasto tra le “voglie” olimpiche (rispettabilissime) e l’assenza di un programma (altrettanto legittima). Se si teneva così tanto a una medaglia, forse, si poteva fare qualcosa di più, magari ricalcando il programma di Atlanta 1996 (quando gli azzurri giocarono davvero bene). Altrimenti non era il caso di attribuire così grande importanza al torneo, tanto da scomodare una quindicina di dirigenti in loco.
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