Sarebbe facile appoggiarci alla solita frase fatta: “David Ferrer si conferma la bestia nera di Fabio Fognini”. In effetti è curioso che l’azzurro non l’abbia mai battuto, tenendo conto che ha superato quasi tutti i top-players. Contro “Ferru”, invece, non ce l’ha mai fatta. Il decimo KO è arrivato nella notte americana, quando in Italia erano quasi le 7 del mattino. E’ la più dolorosa, perché in 3 ore e 24 minuti abbiamo avuto un perfetto riassunto delle carriere di entrambi. Fognini gioca meglio di Ferrer, ma ha vinto molto meno. Fabio si è fatto prendere dal nervosismo nei momenti chiave, mentre Ferrer ha mantenuto un comportamento perfetto, impeccabile. E’ la sua peggiore stagione da parecchi anni, ha colto sconfitte quasi imbarazzanti, ma continua a giocare con la stessa passione. La stessa intensità. La stessa voglia di fare il giro del mondo correndo in avanti, a destra, a sinistra. Il punteggio recita 6-0 4-6 5-7 6-1 6-4 e spiega tante cose. Ad esempio, che Fabio ha avuto bisogno di carburare dopo le fatiche del primo turno. Capita essere imballati dopo una maratona, è normale. Poi ha mostrato ottime cose nel secondo e nel terzo set, dimostrando che sì, il Ferrer dei tempi d’oro è ormai passato. Poi ha avuto un calo nel quarto e non ha avuto l’astuzia di spezzare il ritmo a “Ferru” nel set decisivo.
QUEGLI ERRORI DI DRITTO
Andavano come pazzi, non si prendevano un attimo di respiro tra un punto e l’altro. Era Ferrer a dettare il ritmo e Fognini gliel’ha consentito. Al suo posto, avremmo provato a rallentare, a prendersi il suo tempo, a seminare qualche granello di sabbia nella mente dello spagnolo. Invece Fabio ha accettato le botte da fondocampo. In teoria è più forte lui, se c’è da fare a schiaffi. Ma ha commesso troppi errori (alla fine saranno 77), soprattutto nei momenti chiave, e il match si è deciso lì. In particolare, nel settimo game del quinto set. Un doppio fallo e tre errori di dritto gli costavano il break decisivo. Nell’ultimo gioco, Fognini si procurava la palla del 5-5, ma un altro errore di dritto era fatale. Sul 40-40, dopo aver condotto alla grande lo scambio, l’azzurro non sapeva cosa fare su una (complicata) volèe alta di rovescio e combinava un pasticcio. E così il pubblico del Campo 13 (numerosissimo, c’era anche gente in piedi) assisteva al rituale post-vittoria di Ferrer: pugni chiusi verso il cielo. Una scena vista tante volte negli ultimi anni, pochine nel 2016. Sarà lui ad affrontare Juan Martin Del Potro al terzo turno, mentre Fabio perderà la leadership nazionale appena riconquistata. Il sorpasso di Paolo Lorenzi è meritato e legittimato dalle sue imprese newyorkesi, ma Fognini resta il più forte tennista italiano. Se però rimane dietro a Lorenzi, beh, significa che non tutto ha funzionato a dovere, in questo bizzarro 2016.
David Ferrer (SPA) b. Fabio Fognini (ITA) 6-0 4-6 5-7 6-1 6-4