Finisce contro Tommy Robredo la striscia vincente di Fabio Fognini. Lo spagnolo si aggiudica il torneo di Umago con un netto 6-0 6-3. Un campione da prendere come modello. 
Tommy Robredo si è aggiudicato il 12esimo titolo in carriera, l'undicesimo sulla terra battuta e il secondo nel 2013

Di Riccardo Bisti – 29 luglio 2013

 
Se 20 giorni fa avessero detto a Fabio Fognini che avrebbe perso la finale di Umago dopo i trionfi a Stoccarda ed Amburgo, l’azzurro ci avrebbe messo più di una firma. E allora non bisogna farsi prendere dall’emotività post-partita. Potrebbe essere dannoso, soprattutto dopo un 6-0 6-3 in cui non c’è stata storia. Tommy Robredo è il vincitore del torneo ATP di Umag (467.800€, terra) ed è un trionfo meritato, al di là della facilità con cui si è imposto in una finale “zoppa”. Fognini non aveva le energie fisiche e mentali per giocare al massimo. Si fossero affrontati una decina di giorni fa, magari negli ottavi o nei quarti di Amburgo, sarebbe andata diversamente. Ma stavolta nemmeno le 23 ore di recupero (qualcuna in più rispetto a Robredo) sono bastate per giocare al meglio contro un avversario pieno di coraggio e motivazioni. Robredo è un giocatore che non ti conquista al primo sguardo. Il suo tennis non è un aromonioso fluire tra servizio, dritto e rovescio. Si vede che lo scalpello ha lavorato duro per mettere insieme i pezzi, ma è venuto fuori un grandissimo giocatore, forse uno dei più sottovalutati degli ultimi 15-20 anni. Forse perchè è uno dei pochi top-5 a non aver raggiunto neanche una semifinale Slam. Ma la sua continuità e la capacità di migliorarsi anno dopo anno lo rendono un giocatore speciale, per certi versi simile al coetaneo David Ferrer, che è stato un po’ più bravo di lui. O forse un po’ più fortunato. La storia è nota. Nel 2011 c’era quel problema alla coscia che lo tormentava e non trovava soluzione. Allora ha deciso di fermarsi e operarsi. Mica facile, a 29 anni. Ancora più complicato se il talento non ti permette di massacrare gli avversari, ma soltanto di lavorarli ai fianchi.
 
E’ tornato 14 mesi fa, colmo di dubbi, al challenger di Caltanissetta. Lo ha vinto è si è convinto di poter essere ancora competitivo. E così, piano piano, è tornato ad alti livelli. Al Roland Garros ha ritrovato i quarti di finale dopo aver vinto tre partite di fila rimontando due set di svantaggio. Un’impresa che ha scomodato addirittura un paragone con Henri Cochet, l’ultimo a fare qualcosa del genere. 86 anni fa. E’ tornato a vincere un  torneo ATP (a Casablanca) e su è ripreso un posto tra i primi 30.  Prima di Umago era numero 28, ma la classifica continuerà a ridere. E il tennis ha ritrovato un protagonista che non fa vendere biglietti, ma solo perchè non sempre il mercato va di pari passo con la qualità. Robredo ha una capacità eccezionale: sa giocare bene (benissimo!) i punti importanti. Capisce al volo i punti deboli dell’avversario e sa sfruttarli. Individua prima degli altri i momenti decisivi di un match. Per questo ha scalato il suo Everest, ma quello che sta facendo nella sua seconda carriera è un buon Kilimangiaro. Non sappiamo se sia stato il momento più emozionante della sua vita (quello, forse, resterà l’incontro con la band musicale degli “Who”, idoli di suo padre, che lo ha chiamato Tommy proprio in onore a un loro album), ma durante la promozione era sinceramente commosso, tanto da fare anche i complimenti a Fognini. Non era scontato, dopo gli screzi di qualche anno fa a Santiago e Costa do Sauipe. Robredo è il 12esimo over 30 a conquistare un titolo ATP nel 2013. Una cifra che fa riflettere e regala speranze ai nostri, a partire da Seppi (classe 1984) per arrivare al 26enne Fognini, sempre più amato dal pubblico di Umag, nonostante la sconfitta.
 
Durante la cerimonia, molto ben curata, Fabio ha scelto di parlare in italiano e ha sfoderato un paio di sorrisi che conquistano, scusandosi con il pubblico italiano che si era sobbarcato qualche centinaio di chilometri per assistere alla finale. “Ma spero che apprezzerete gli sforzi che ho fatto in queste tre settimane”. Che Fabio si trovi sempre più a suo agio in queste circostanze, lo testimonia il fatto che ha preso il microfono dopo il discorso di Robredo per ringraziare un paio di persone che gli sono state vicine in questa settimana. Sono cose che piacciono al pubblico, così come il gesto dopo la semifinale, quando ha preso in braccio il simpatico Massimino che era sceso in campo con un cartello che gli ricordava il compleanno della nonna. Fognini ha tanti denigratori a causa del suo comportamento: gli stessi, tuttavia, dovrebbero ricordare anche gesti simpatici, spontanei, che forse sono la vera essenza del ligure. E durante questo torneo ha mostrato un atteggiamento perfetto, accettando la batosta in finale senza andare in escandescenza. Invece ha accettato l’esito del campo e adesso potrà concentrarsi sul cemento, il più importante banco di prova della sua stagione. Un eventuale quarto di finale a Montreal o Cincinnati avrebbe ancor più valore che un successo a Umag. Chissà se sette giorni basteranno per ricaricare tutte le componenti (fisiche e psicologiche) messe a dura prova in queste tre settimane. Ma i progressi di un aspirante campione si vedono anche da queste cose.
 
LA FINALE
Poco da dire su un match a senso unico, in cui Fognini ha tenuto il servizio soltanto in un’occasione. Dopo un inizio da dimenticare, Fabio ha preso un break di vantaggio per due volte in avvio di secondo, ma non è riuscito a mettere un po’ di distanza tra sè e Robredo. Sul 2-1 ci sono state tre palle per salire 3-1, poi sul 3-3 si è trovato 15-30 sul servizio di Robredo…ma sono appigli un po’ deboli. La verita è che Robredo era più in palla di lui, confermando quanto di buono mostrato con Seppi, soprattutto con un dritto più incisivo che mai. Il 31enne di Hostalric ha dimostrato che si può migliorare tecnicamente anche raggiunti gli “enta”. Con 22 vincenti e 14 errori gratuti, ha meritato il successo. Da parte sua, Fognini ha pagato i 31 errori (con una media di oltre due a game). Con certe cifre, è impossibile pensare di portare a casa la partita.
 
ATP UMAGO
Finale

Tommy Robredo (SPA) b. Fabio Fognini (ITA) 6-0 6-3