Fognini domina il derby contro Seppi e il sorpasso in classifica sembra ormai imminente. Adesso sfida Nadal. Seppi deve ritrovarsi: ha già vissuto un momento simile tre anni fa. 
Per lunghi tratti, Andreas Seppi è parso l'ombra di se stesso
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)


Di Riccardo Bisti – 14 maggio 2013

 
L’espressione di Andreas Seppi ricordava quella di tre anni fa, unico vero momento difficile della sua carriera. Non lo sanno in molti, ma nell’estate 2010 Andreas aveva perso le motivazioni. Si era persino ritirato da un match in corso (non lo fa mai), ed ebbe bisogno di un po’ di riposo. I risultati tornarono in fretta e i pensieri cattivi passarono. L’impressione è che ci sia caduto di nuovo. Aveva appena perso 6-4 6-1 nel Derby d’Italia contro Fabio Fognini e non era il solito Andy. “Cosa vuoi fare quando non hai nemmeno la forza di lottare?”. Proprio lui, che della tigna altoatesina è diventato bandiera. “E’ un periodo così, era successo qualcosa del genere anche a Madrid contro Haas. Adesso vediamo cosa fare, se andare avanti con la programmazione oppure fermarmi un po’ e allenarmi”. Andreas si rifiuta di pensare che sia un problema di tipo mentale, ed esclude a priori di consultare un mental trainer, mentre non è convinto che dipenda dalla mancata preparazione sul rosso. “Ok, l’anno scorso avevo fatto 15 giorni intensi, ma dopo 4-5 settimane dovresti prendere il ritmo”. Invece niente, e si è visto in una partita dominata da Fognini dalla prima all’ultima palla, anche se avrebbe potuto girare nel decimo game del primo set, con Fognini al servizio. Il ligure ha bruciato la bellezza di sette setpoint. Un dritto in rete di Seppi gli ha regalato il parziale e il passaggio del turno. La prestazione di Seppi è stata talmente negativa da rimandare qualsiasi giudizio sul ligure, che infatti era tutt’altro che esaltato. A Monte Carlo, la vittoria su Seppi aveva dato il là alla cavalcata verso le semifinali. Stavolta l’ostacolo è immenso, impressionante. Si chiama Rafael Nadal. Sarà il primo scontro diretto tra i due, anche se qualche anno fa si sono allenati insieme in Australia, dove hanno giocato un set. (“Ma non ricordo il punteggio, e comunque in partita è un’altra cosa”). Per Fognini è inutile fare percentuali. “Lui è il favorito. Di solito, i big fanno un po’ più di fatica a inizio torneo. Spero di essere in grado di metterlo in difficoltà”.
 
Fognini, il cui clan è al completo (oltre al coach Josè Perlas, ci sono papà Fulvio e la fidanzata Svetoslava), non ha avuto cali e ha cercato di rivendicare la bontà della prestazione. “Oggi non era il Seppi che conosciamo. Ma probabilmente è stato Fognini a impedirglielo. Non ho avuto cali. Bisogna essere onesti, stavolta sono stato superiore”. E allora torna di attualità il dibattito su chi è il leader italiano. Fognini rifugge l’argomento, non ne parla volentieri. Ribadisce che preferirebbe essere il numero 5 d’Italia e il numero 10 al mondo. Detto che non dispiacerebbe nemmeno a noi, è opportuno fare i conti. Perché ormai il sorpasso è imminente. Non dovrebbe arrivare questa settimana (per riuscirci, Fabio dovrebbe arrivare in semifinale), ma al Roland Garros è quasi certo. E Fognini dovrà convivere con pressioni ulteriori. Josè Perlas sta facendo un grande lavoro, ma qualche scoria è rimasta. Per questo motivo, è importante che Seppi resti lì, senza sbracare. La sua presenza tra i migliori può dare una mano a Fognini in tanti sensi. Oltre, ovviamente, all’Italia. Fabio & Andreas ci hanno restituito in risultato che mancava da 17 anni: il 22 aprile 1996, infatti, era stata l’ultima volta in cui c’erano due azzurri tra i top 25: Renzo Furlan (20) e Andrea Gaudenzi (22). I derby sono partite strane, molto strane. Seppi deve ripartire dalla sconfitta per ritrovare se stesso. Lo ha già fatto, lo può rifare. E Fabio…chiedergli di battere Nadal sembra francamente troppo. Ma Fognini ha imparato a sorprenderci, in tutti i sensi.