di Marco Caldara – foto Getty Images
"Non ci perdo qua". L'ha detto Fabio Fognini a fine match, con lo sguardo rivolto verso il suo angolo, indicando la terra del Campo dei Principi. Il secondo del Monte Carlo Country Club, ma quello che ne ha accolto le tre vittorie che per la prima volta in carriera l'hanno portato ai quarti di finale di un Masters 1000. E non è un caso che il primo acuto sia arrivato a Monte-Carlo, a cinquanta chilometri esatti dalla sua amata Arma di Taggia, da cui sono accorsi tifosi e amici, che per tutto il match l'hanno sostenuto a gran voce. Fabio ha ricambiato come meglio non poteva, con una splendida vittoria sul ceco Tomas Berdych, numero sei del mondo, stordito con un 6-4 6-2 che parla da sè, arrivato proprio nel momento ideale. Il match odierno presentava infatti una valanga di occasioni. Oltre al primo quarto quarto in un '1000', offriva altre due ghiotte possibilità: quella di tornare a battere un top 10 dopo quasi tre anni (il primo e unico fu Verdasco, a Wimbledon 2010), e soprattutto quella di entrare fra i primi 30 del mondo. Fabio lo sapeva e con grande autorevolezza le ha colte tutte e tre, mostrando una maturità da giocatore vero, la stessa che in passato gli è più volte mancata. Vero che Berdych non ha disputato il suo miglior match, ma se a tratti è sembrato impotente è merito dell'azzurro, capace di mettergli pressione già dalle prime battute e variare saggiamente il ritmo degli scambi, sino a mandare fuorigiri anche per un gran picchiatore del calibro del rivale.
Sceso in campo senza pressione, un Fognini sicuro e ispirato ha impiegato solamente due game per mostrare tutto il suo repertorio. Ha fatto con diritto incrociato, rovescio lungolinea e una precisa smorzata, aprendo il match con un break, poi ha disfatto con un doppio fallo e uno sciagurato attacco al volo, consegnando a Berdych l'immediata parità. Ma da quel momento non si è più distratto, giocando con ordine e aspettando i puntuali errori del rivale. E fa niente se l'azzurro ha mancato un nuovo allungo sia sull'1-1 che sul 2-2, l'importante è che l'abbia trovato sul 4-4, nel momento più importante, e l'abbia confermato senza difficoltà nel gioco seguente, chiudendo dopo 39 minuti un primo set perfetto. Ancora meglio la seconda frazione, che ha visto il nostro arrancare nei primi due turni di battuta, ma senza dare al rivale la possibilità di allungare. E dopo aver salvato complessivamente quattro palle-break, è stato lui a prendere il largo, trovando una valanga di soluzioni vincenti al cospetto di un Berdych ormai stremato dal punto di vista mentale. E così, dopo un'ora e diciannove minuti da top 10, Fognini ha piantato il tricolore nei quarti del torneo monegasco, dove l'Italia mancava dal lontano 2005, quando a dare spettacolo in Costa Azzurra fu Volandri.
Come accennato, i 180 punti guadagnati con i quarti gli apriranno le porte dei primi 30 giocatori della classifica mondiale, portandolo sino alla posizione numero 28, tre gradini più in su del suo attuale best ranking. L'ennesimo passo avanti di una stagione sin qui buona (forse più di quanto dicano i risultati), che potrebbe regalargli grandi soddisfazioni, compreso il tanto atteso salto di qualità. Ma attenzione, perché non è finita qua, e Fognini non deve accontentarsi. A separarlo da una storica semifinale ci sarà domani il padrone di casa Richard Gasquet (7), a segno per 7-5 6-4 su Marin Cilic (9). Un avversario che proprio a Montecarlo ‘esplose’ nel 2005 (quando arrivò in semifinale a 19 anni battendo Roger Federer) e contro il quale il nostro ha perso nettamente entrambi i precedenti, ma sempre sul cemento. Sulla terra la musica sarà diversa, e per il Fognini visto oggi c’è ben poco di impossibile. Di certo l’allievo di Josè Perlas non ha alcuna intenzione di fermarsi sul più bello, e ci proverà sino all’ultima palla. Difficile che il suo quarto venga programmato sul Campo dei Principi, ma, qualora succedesse, Fabio ha una promessa da mantenere.