Vi spieghiamo perché il numero 1 azzurro ha rinunciato al Masters 1000 di Shanghai, e perché ha annunciato il forfait con così grande anticipo. I regolamenti gli consentiranno di evitare uno “zero” in classifica, ed anzi intascare una novantina di punti. Scelta intelligente e che non cambia nulla nella lotta per il ranking di fine anno.

AGGIORNAMENTO: Il problema alla caviglia ha costretto Fognini a dare forfait anche dalla semifinale di Pechino, contro Juan Martin Del Potro.

Molti si sono domandati come mai Fabio Fognini abbia dato forfait per il Masters 1000 di Shanghai, peraltro ancora prima di giocare la semifinale a Pechino contro Juan Martin Del Potro. La ragione è un fastidio alla caviglia, parso evidente già nelle battute finali del match contro Marton Fucsovics. A parte i malanni fisici e la necessità di tirare il fiato prima degli ultimi tornei della stagione, ci sono motivi strategici molto chiari. L'aspetto curioso – e divertente – è che Fabio intascherà 90 punti ATP in forma gratuita. Sembra incredibile, a maggior ragione in un contesto che obbliga i migliori a giocare i tornei Masters 1000. Tuttavia esiste una scappatoia regolamentare che consentirà a Fabio di tornare a casa senza incassare il fatidico “zero” in classifica. Ma andiamo con ordine: la classifica ATP di un giocatore si basa sui migliori 18 risultati raccolti nelle ultime 52 settimane, ma con precise limitazioni: I quattro Slam e gli otto Masters 1000 obbligatori (Monte Carlo non è mandatory) devono necessariamente fare punteggio. Per questo, il regolamento obbligherebbe Fognini ad andare a Shanghai… se non esistesse la regola 1.08 del Rulebook ATP, infinito manuale con 391 pagine di regolamenti, a volte interessante, a volte ridondante. La norma concede delle “esenzioni” dai tornei Masters 1000 per i giocatori che rispettano i parametri:

  • Hanno compiuto 30 anni il 1 gennaio dell'anno in questione

  • Sono professionisti da almeno 12 anni

  • Hanno giocato almeno 600 partite nel tour al 1 gennaio dell'anno in questione

TOP-10: NON CAMBIA MOLTO
La norma era diventata famosa quando ne aveva usufruito Roger Federer, a partire dal 2013. Ciascun requisito garantisce un'esenzione. Fognini li rispetta tutti e tre (a inizio anno aveva 541 partite nel circuito ATP, ma oltre 100 "valide" nel circuito Challenger, ovvero giocate prima del 2010), quindi ha diritto a un'esenzione completa dal giocare i Masters 1000
, senza che gli venga conteggiato uno “zero” in classifica, e dunque può inserire più tornei 500 e 250 nel suo Best 18. L'assenza di Fognini a Shanghai avrà due conseguenze: non avrà lo “zero” in classifica e gli entrerà nel Best 18 il primo risultato escluso, ovvero i 90 punti della semifinale colta a Sydney. Forte di questa certezza, “Fogna” avrebbe dovuto raggiungere almeno i quarti a Shanghai per guadagnare punti in classifica. Fatti due conti, considerando le energie spese nelle ultime settimane, e tenendo conto che dovrebbe giocare a Stoccolma, Vienna e Parigi Bercy, Fognini ha preferito lasciar perdere. In cambio di questa scorciatoia regolamentare, l'ATP chiede soltanto che i forfait arrivino prima della compilazione del tabellone, in modo da evitare antipatiche situazioni con tabelloni sbilanciati e lucky loser al posto delle teste di serie. Se il forfait arriva a tabellone già compilato, magicamente, torna lo “zero” in classifica. Per questo, Fognini ha annunciato il forfait già al venerdì. Una scelta sensata. La descrizione dell'accaduto, oltre a spiegare una situazione curiosa, serve per sottolineare come non cambi quasi nulla nella lotta per i piazzamenti di fine anno. Detto che il Masters era utopia da tempo, e che i top-10 rimangono complicatissimi, ci sono ottime chance che Fognini chiuda l'anno al numero 11 ATP. Per cambiare il suo destino, a Shanghai avrebbe dovuto centrare almeno la semifinale, risultato tecnicamente complicatissimo. In tutta la sua carriera, ha colto soltanto una semifinale Masters 1000 sul cemento, a Miami 2017. E allora meglio riposarsi un po' in vista dei tornei indoor. E poi c'è un Parigi Bercy da giocare per forza: la norma 1.0.8, infatti, dice che l'esenzione non si può sfruttare per due anni di fila nello stesso torneo. E Fabio, lo scorso anno, aveva saltato Bercy per questo motivo.